Commemorazione Chiara Lubich



chiara lubichCON CHIARA AD UN ANNO DAL SUO
RITORNO ALLA CASA DEL PADRE

Numerose iniziative di tipo religioso, culturale, politico ed artistico sono in programma in Italia e nel mondo per ricordare il 14 marzo, anniversario del ritorno di Chiara Lubich alla casa del Padre. Anche in diverse città delle Marche, dal 7 in poi, il popolo di Chiara, come lei amava chiamarlo, si ritroverà con varie iniziative per condividere un momento di riflessione e di nuovo slancio evangelico.

A Pesaro, sabato 14 marzo nella Parrocchia S.Maria del Porto alle ore 18.30, si celebrerà la S.Messa con quanti vorranno unirsi alla Comunità del Movimento dei Focolari, per dire un immenso grazie a Dio per il dono del carisma dell’unità ricevuto attraverso Chiara Lubich.

Ma chi è stata Chiara per la Chiesa, per l’umanità e per ciascuno di noi?
Lei stessa in una intervista così si presentava.
“La penna non sa quello che dovrà scrivere. Il pennello non sa quello che dovrà dipingere.
Così, quando Dio prende in mano una creatura per far sorgere nella Chiesa qualche sua opera, la persona non sa quello che dovrà fare. E’ uno strumento. Gli strumenti di Dio in genere hanno una caratteristica: la piccolezza, la debolezza… “perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio”. E mentre lo strumento si muove nelle mani di Dio, Egli lo forma con mille e mille accorgimenti dolorosi e gioiosi. Così lo fa sempre più atto al lavoro che deve svolgere. E può dire con competenza: io sono nulla, Dio è tutto”

Queste righe ben sintetizzano una vita, la vita di Chiara Lubich. E’ questa la premessa che ha fatto più volte, specie prima di comunicare in pubblico la sua testimonianza di vita, il suo ideale di unità e fratellanza universale. Di “abissi oscuri di dolore e di vette luminose di amore” è stata costellata la sua vita, sino all’ultimo. Per condividere fino in fondo la notte che adombra oggi tanta parte dell’umanità e irradiare la luce “folgorante” di Dio Amore, balenata per il dono di un carisma, sin dagli anni bui del secondo conflitto mondiale.

La misura d’amore di una vita senza riserve venne in rilievo anche all’ultimo saluto nella Basilica di San Paolo fuori le mura, nel messaggio di Benedetto XVI letto dal cardinale Tarcisio Bertone che, nell’omelia, definì la sua vita “un canto a Dio Amore”.

Gli Appuntamenti nelle Marche

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