Santuario Beata Vergine dello Staffalo dei Mori – San Giovanni Lupatoto (Verona)



Santuario Beata Vergine dello Staffalo dei Mori

Santuario Beata Vergine dello Staffalo dei Mori

Il Santuario Beata Vergine dello Staffalo dei Mori fino alla fine del ‘700 si trovava ai confini dell’abitato di San Giovanni Lupatoto.

La denominazione “staffolo” sembrerebbe provenire dal termine “stabulum” ovvero stalla o fermata e sarebbe direttamente collegato con i Lanzichenecchi, nell’immaginario popolare i “Mori”.

All’interno si venera un affresco posto sull’altare maggiore con la Vergine sul trono con il Bambino in braccio tra i santi Rocco e Sebastiano. Il dipinto si attribuisci alla scuola di Gian Francesco Caroto (1480-1555). L’inizio della costruzione del santuario risale al 1630 nel sito dove si trovava un più antico capitello. La costruzione durò pochi mesi.

La tradizione vuole che al preesistente capitello sia legata la leggenda secondo cui la marcia di 30.000 lanzichenecchi diretti a Mantova si fermò prodigiosamente proprio in questo luogo.

Il paese quindi venne preservato dalle violenze e dai saccheggi che potevano seguirne. All’interno il santuario si presenta a croce greca con il soffitto a botte, in origine la chiesa era progettata per un altare unico, in seguito furono installati due altari sui lati che nel 1972 vennero demoliti. La sagrestia risale al 1672, nel 1718 l’antico oratorio subì lavori di ricostruzione e ridotto di un terzo a causa della sua eccessiva sporgenza sulla strada.

Di particolare interesse artistico all’interno le due Pale d’altare, una con la Vergine con il Bambino, San Sebastiano, San Rocco e San Pietro Martire risalente al seicento; una seconda della fine del ‘500 con il Cristo Risorto, San Giovanni Battista e San Pietro Apostolo di Giovanni Ermanno Ligozzi. Sempre all’interno quattro suggestivi affreschi che illustrano la storia del santuario opera di Giuseppe Resi.

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