Sangue di Cristo in Sant’Ambrogio (Firenze)



L’edificio sorse nella località dove si tramandava che nel IV° secolo fosse stato ospitato Sant’Ambrogio in visita a Firenze.

Nel 1230, il luogo fu teatro di un miracolo: un vecchio prete di nome Uguccione, dopo aver celebrato la messa, vide raggrumarsi alcune gocce di sangue nel calice, che subito raccolse con cura in un’ampolla.

L’evento prodigioso alimentò la devozione intorno al mistero eucaristico. Nella ristrutturazione quattrocentesca dell’edificio, le monache vollero degnamente adornare la cappella detta ‘del Miracolo’, sin da allora alla sinistra della cappella maggiore.

Nel 1468 le monache spostarono la reliquia in una cappella a parte, allora costruita a destra dell’ingresso: sul nuovo altare, il tabernacolo con il calice miracoloso era riquadrato dalla tavola con Angeli e i santi Ambrogio, Lorenzo, Giovanni e Caterina d’Alessandria. Fra la fine del Quattro e i primi del Cinquecento, furono sepolti in Sant’Ambrogio, oltre a Mino da Fiesole, anche Andrea Verrocchio, Simone del Pollaiolo detto il Cronaca.

La chiesa conserva opere importanti, alcune delle quali ritrovate sotto gli altari collocati in chiesa durante le successive ristrutturazioni. Sin dal 1401 a quanti visitavano la chiesa il 7 dicembre, festa di Sant’Ambrogio, veniva concessa una speciale indulgenza.



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