La reliquia restò di proprietà della famiglia Leonelli e dei suoi eredi fino al 1618, quando fu acquistata da Donatantonio de Fabritiis che, vent’anni dopo, la donò al convento dei Frati Minori Cappuccini.
Dopo un attento restauro eseguito da frate Remigio da Rapino, di cui le cronache lodano l’amorevole pazienza, il Sacro Velo fu posto in una preziosa teca esposta sopra l’altar maggiore.
Da quel momento la Reliquia attirò l’interesse e la devozione delle popolazioni circostanti, tanto che l’afflusso dei pellegrini assunse notevoli dimensioni.
I Padri cappuccini credettero opportuno, pertanto affidare al teologo padre Donato da Bomba il compito di iniziare una accurata ricerca sulla Sacra Immagine, al fine di diradare il fitto mistero che ne avvolgeva la provenienza.