Per la sua edificazione furono utilizzati alcuni elementi portanti recuperati dai preesistenti templi pagani di origine greco-romana, come le due colonne che compongono il portale d’ingresso, utilizzate a sostegno del grosso architrave in marmo, anch’esso dello stesso periodo.
Nel corso del ‘600 e ‘700 furono realizzati vari interventi di ampliamento, decorazione e restauro che diedero alla chiesa l’attuale aspetto barocco.
L’impianto è basato su una pianta a croce latina con una navata centrale e due laterali. Alle navate, sei colonne in marmo per lato, appartenute ad un antico tempio pagano. Il soffitto settecentesco della navata centrale è dipinto a cassettoni su tela, decorato a rilievo con rosoni dorati, ed è opera del maestro Gian Battista Lama, eseguita nel 1734 e rappresenta Sant’Antonino che libera dallo spirito maligno la figlia di Sicario principe di Benevento.
La particolarità dell’intera struttura è la cripta sotterranea, dove lo spazio è scandito da otto colonne in marmo, provenienti da una struttura greco-romana; al centro l’altare in marmo che custodisce le spoglie del Santo.