Queste zone subirono nell’anno 1630 una tremenda epidemia di peste e la popolazione pensò all’ampliamento della piccola cappella mariana per ringraziare la Beata Vergine dello scampato pericolo.
Sull’architrave che sormonta la porta del santuario, si può leggere ancora oggi: dicatum virginis ad nivem unico pestis medicamini vere hominum salutis sacrum.
L’oggetto del culto è un dipinto ad olio su rame entrato in uso probabilmente nel secolo XVII.
Nel 1908 viene rifatta interamente l’abside e nel 1985 viene costruito il campanile su progetto dell’ingegnere Rodolfo Bettazzi, di trentatré metri di altezza che custodisce un concerto composto da cinque campane fuse dalla ditta Poli nell’anno 1986.