Restaurata da Alessandro II nel 1702, riedificata nel 1730 da Giovanni Antonio Perfetti, ha il soprannome di San Biagio alla Pagnotta dal XVI secolo, quando fu affidata ai sacerdoti armeni che da quell’epoca nel giorno festivo del santo, il 3 febbraio, distribuiscono ai fedeli piccole pagnotte benedette.
Ma oltre che per ritirare i “piccolissimi pani efficacissimi” contro tante specie di mali”, i fedeli in quel giorno festivo accendono qui ceri a centinaia davanti all’altare maggiore, sul quale sono esposti diversi reliquari; tra questi il più venerato è quello che contenene un frammento della gola del martire, collocato accanto alla porta per permettere ai fedeli di baciarlo.