Fu menzionata per la prima volta nel 1090, ma nei secoli successivi decadde, per essere ceduta nel 1650 a donna Olimpia Pamphili, cognata di Innocenzo X, che vi realizzò vicino un giardino. Attualmente alla chiesa si accede per una piazza-cortile antistante, su cui si mostra la facciata, frutto dei restauri ottocenteschi effettuati da Andrea Busiri Vici, mentre sulla destra si eleva il campanile romanico del XII secolo a due piani.
L’interno è a tre navate, divise da cinque colonne per lato, con trabeazioni. L’aspetto è quello dovuto ai restauri ottocenteschi, ma nell’atrio è ancora conservata l’epigrafe che ricorda la consacrazione della chiesa nel 1090.
Fu restaurata nel 1875 e ridotta allo stato attuale.