A L’Aquila un evento che dura da 700 anni: la Perdonanza Celestiniana



Una raffigurazione di papa Celestino V, sepolto nella basilica di Collemaggio a L'Aquila

Una raffigurazione di papa Celestino V, sepolto nella basilica di Collemaggio a L'Aquila

L’AQUILA – Pochi conoscono la tradizione della Perdonanza Celestiniana che ogni anno, a fine agosto, si svolge a L’Aquila, capoluogo abruzzese sconvolto dal terremoto dell’aprile 2009, ma ricco di storia e tradizione religiose e non solo. Durante la settimana della Perdonanza L’Aquila si anima di spettacoli, concerti, mostre d’arte e di artigianato, rievocazioni storiche e di numerose altre iniziative culturali e di intrattenimento.

La storia. L’evento si svolge ormai da oltre sette secoli, e cioè dall’agosto del 1294, quando fu incoronato Papa nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio il frate eremita Pietro Angeleri da Morrone con il nome di Celestino V. Il nome Perdonanza si rifà al nome della Bolla Pontificia che Celestino V emanò dall’Aquila il 29 settembre 1294: la Bolla del Perdono. La Bolla di Celestino V concede l’assoluzione da ogni peccato, un’indulgenza plenaria, a chiunque, confessato e comunicato, entri nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio dai vespri del 28 agosto a quelli del 29.

Chi è Celestino V. Celestino V fu protagonista di un papato brevissimo: si dimise -uno dei tre casi nella storia dei Pontefici romani – dopo pochi mesi dall’ordinazione e morì nell’esilio di Fumone (in provincia di Frosinone) due anni dopo. Alcuni seguaci del suo ordine trafugarono successivamente le sue spoglie mortali e le portarono nella basilica dell’Aquila di Santa Maria di Collemaggio, dove tuttora riposano. In quei pochi mesi di pontificato, Papa Celestino lasciò alla città dell’Aquila, ma anche al mondo intero, un’eredità di portata straordinaria. Alla fine di settembre del 1294, infatti, proprio dalla basilica di Collemaggio, emanò una Bolla con la quale concedeva un’indulgenza plenaria e universale a tutta l’umanità, senza distinzioni. Un evento eccezionale, visto che accadeva in un periodo in cui il perdono era spesso legato alla speculazione e al denaro. La Bolla di San Pietro Celestino, che introduceva i concetti di pace, solidarietà e riconciliazione, poneva solo due condizioni per ottenere il perdono. L’ingresso nella basilica di Collemaggio nell’arco di tempo compreso tra le sere del 28 e del 29 agosto di ogni anno, e l’essere “veramente pentiti e confessati”.

La “Perdonanza celestiniana”. La tradizione popolare vuole che per lucrare l’indulgenza si debba attraversare una porta specifica detta Porta Santa, ed aperta solo in occasione della Perdonanza, ma la bolla chiede solo di entrare nella chiesa. D’altronde, tale porta non esisteva all’epoca di Celestino V. Gli Aquilani hanno sempre custodito gelosamente la Bolla della Perdonanza, oggi conservata nella cappella blindata della Torre del Palazzo Comunale. Gli antichi statuti civici vollero che, proprio perché erano stati i cittadini a proteggere il prezioso documento, fosse l’autorità civile a indire la Festa del Perdono, rispettando, comunque, il dettato di Papa Celestino. E ancora oggi è il sindaco del capoluogo abruzzese a leggere la Bolla del Pontefice, poco prima dell’apertura della Porta Santa della Basilica di Collemaggio da parte di un Cardinale designato dalla Santa Sede.

Informazioni dettagliate sulla Perdonanza Celestiniana cliccando su www.perdonanza-celestiniana.it o sulla pagina apposita di Wikipedia.

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