Tra fede e storia: la grazia della Madonna “Aiuto dei cristiani” a Pesaro



Il quadro della Madonna Aiuto dei Cristiani venerato nella parrocchia di San Francesco d'Assisi a Pesaro

Il quadro della Madonna Aiuto dei Cristiani venerato nella parrocchia di San Francesco d'Assisi a Pesaro

PESARO – In questi giorni (agosto 2009) ricorre il 65° anniversario della grazia concessa dalla “Madonna Aiuto dei cristiani” che, nel 1944 in piena seconda guerra mondiale, stesa la sua mano ricca di grazia sulla parrocchia di San Francesco d’Assisi di Pesaro, proteggendola dalla terribile decisione dei tedeschi di distruggere il convento dei frati cappuccini, punto di riferimento fondamentale per i parrocchiani, vessati dalle vicende belliche.

Per comprendere che aria tirasse a Pantano durante gli eventi bellici della seconda guerra mondiale, è bene fare ricorso al racconto di padre Illuminato Settembre (defunto un paio d’anni fa), il quale nel 1943 successe a padre Giovanni da Piobbico alla guida della parrocchia. “Fui nominato parroco il 13 settembre 1943. Molte famiglie lasciavano la città. Visitavo le rimanenti girando in bicicletta. La comunità religiosa dei Cappuccini si disperse, e restammo in convento solo io e il viceparroco padre Onofrio, assieme ad un altro frate. Poi anche noi fummo costretti a lasciare il convento per trasferirci in una casa in campagna a Santa Veneranda. Una sera vennero i tedeschi nel luogo dove eravamo sfollati. Pioveva e chiesero accoglienza. Il giorno dopo ci cacciarono e fummo ospitati dalla famiglia Uguccioni sempre a Santa Veneranda. Nella piccola chiesa locale dicevamo la messa e, la domenica, invitavamo tutta la popolazione. Decidemmo di portare il quadro della Madonna, tanto venerato nella chiesa dei Cappuccini, in modo da poterla venerare anche a Santa Veneranda. Organizzammo persino una novena per impetrare la protezione della Vergine. Le cose andavano sempre peggio.

La terribile decisione. I tedeschi avevano deciso di demolire la chiesa e il convento dei Cappuccini, e già avevano iniziato la devastazione distruggendo sia le mura che le case sul lato di via Tesei. Ora volevano far saltare l’asilo e le mura del convento sull’altro lato. Gli chiesi di farmi mettere in salvo i mobili e i banchi, e fu proprio questo ritardo a salvare l’asilo. I tedeschi accumularono presso la chiesa circa 250 kg d’esplosivo da collocare negli scantinati del convento, così da demolirlo insieme alla chiesa. Facemmo la novena. Era agosto 1944, un mese caldo e assolato. Improvvisamente, senza che ci fosse alcuna pioggia, gli scantinati del convento e della chiesa si riempirono di un metro d’acqua, per cui fu impossibile ai tedeschi collocare l’esplosivo. I parrocchiani, stupiti e meravigliati, riconobbero in questo fatto prodigioso l’intervento della Madonna. A me giunse l’ordine di presentarmi al comando tedesco: fortunatamente uno dei soldati mi avvisò di andare a questo incontro, altrimenti ci avrei rimesso la vita. Partii e raggiunsi Mombaroccio, dove restai fino al 28 agosto.

Il sogno premonitore di padre Illuminato. Nella notte precedente il ritorno, feci un sogno: vidi che l’asilo era salvo. Andando al mattino verso Pesaro, passai attraverso i campi, in mezzo ai soldati polacchi e a tanti cannoni. Camminai tutta la giornata. Alle quattro del pomeriggio avvistai da lontano la chiesa e l’asilo: erano ancora in piedi! Entrai nell’asilo: tutto era salvo. In chiesa solo una piccola bomba era caduta al centro del tetto, ma senza esplodere. Con alcuni parrocchiani andammo a vedere gli scantinati: l’acqua era scomparsa e aveva lasciato solo un po’ di fango. I giorni seguenti iniziammo i lavori di restauro”.



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