Basilica di San Pietro in Vaticano (Roma)



S.Pietro500-300[1]Costantino edificò la basilica primitiva a forma di croce latina coi materiali provenienti in gran parte dalla mole Adriana. Papa Silvestro consacrò la nuova basilica il 18 novembre 324.

Nicola V decise di rinnovarla dalle fondamenta. L’incarico di questa riedificazione fu dato a Bernardo Rossellino e a Leon Battista Alberti: ma l’opera non avanzò e alla morte di Nicola V, rimase interrotta e abbandonata. Giulio II chiamato il Bramante a Roma ordinò che un nuovo edificio surrogasse la basilica primitiva.

La prima pietra fu posta solennemente dal Papa in persona il 18 aprile 1506: il Bramante aveva concepito una chiesa a croce greca, con una grande cupola centrale e quattro cupole minori ai lati. Ma la morte di questo artista avvenuta nel 1514 interruppe il lavoro.

Fu allora che Leone X affidò i lavori della Basilica a Giuliano da Sangallo che mori nel 1515, a fra Giocondo da Verona, che morì nel 1516 e a Raffaello Sanzio che morì nel 1520. Dopo la morte di Raffaello, Leone X incaricò dei lavori Baldassarre Peruzzi, che per economizzare tempo e denaro ridusse nuovamente la basilica a croce greca. Però nel 1521 anche Leone moriva e i suoi successori non si preoccuparono troppo di proseguire nella riedificazione incominciata.

Paolo III volle che il lavoro fosse ripreso e nominò a dirigerlo Giuliano da Sangallo il quale, morto nel 1546, fu sostituito da Michelangelo Buonarroti. Questi cambiò radicalmente il piano all’opera: conservò la croce greca, ideò la cupola a doppia volta, sostituì i piloni saldissimi alle colonne; delineò la facciata che doveva ricordare quella del Pantheon e propose che fosse incrostata di travertino invece della pietra voluta dal Bramante.

Paolo III approvò il disegno di Michelangelo e lo nominò architetto del Vaticano, carica che tenne fino all’anno 1564 in cui morì. A succedergli, fu chiamato Giacomo Barozzi da Vignola con l’obbligo di non introdurre nessuna novità nel modello Michelangiolesco.

Successore di questo architetto fu Giacomo della Porta a cui fu dato per aiuto Carlo Fontana che morì prima di lui, il quale compì la cupola e terminò la cappella Clementina secondo i piani del Buonarroti.

Paolo V volle che l’asse della chiesa fosse prolungato in modo che ogni parte dell’antico edificio potesse esser contenuto dal nuovo e ordinò che questi lavori fossero fatti da Carlo Maderno.

Questi mise mano all’opera il 7 maggio 1607 e vi aggiunse la facciata. Il 18 novembre del 1626, Urbano VIII consacrò solennemente la nuova chiesa.



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