Chiesa dei Santi Nereo e Achilleo (Roma)



SSNereoAchilleo-G[1]Di origine antichissima si presenta oggi nelle forme e dai rifacimenti effettuati in occasione dei giubilei del 1485 e del 1600 quando fu fatta restaurare e decorare con splendidi affreschi dal cardinale Baronio nel 1597.

La chiesa sorse a poca distanza dalle Terme di Caracalla dove veniva conservata la benda con cui San Pietro si era avvolto un piede durante la fuga quando evaso dal carcere Mamertino verso l’Appia, poco prima dell’incontro con Cristo che lo convinse a tornare indietro e ad affrontare il martirio. Questo fatto narrato negli atti del martirio di Processo e Martiniano, sarebbe avvenuto sulla Via Nova poco lunge dai portici delle Terme di Caracalla.

L’interno, riccamente affrescato, è a tre navate divise da pilastri quattrocenteschi a sezione ottagonale con copertura a capriate in vista. L’altare e la cattedra episcopale sono ornati da raffinati mosaici cosmateschi.

Sulle pareti si possono ammirare gli affreschi attribuiti a Niccolò Circignani detto il Pomarancio raffiguranti “Storie di Martiri”.

Nel secolo xii questa chiesa era fra i titoli più insigni della città, ma a poco a poco fu abbandonata finchè essendo quasi caduta al suolo, Sisto IV la riedificò dalle fondamenta dandole più piccole dimensioni. Nel 1596, il cardinale Baronio la restaurò di nuovo e innalzò nella piazzetta anteriore la colonna di granito grigio che ancora esiste.



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