Abbazia Santa Maria delle Moie – Moie (Ancona)

Situata sulla riva sinistra del fiume Esino e lungo l’antica via Flanbenga,l’abbazia di Santa Maria delle Moie fu probabilmente fondata all’inizio del sec.x1 dalla famiglia Attoni-Alberici –Gozoni come monastero privato.

L’Abbazia Romanica di Santa Maria delle Moie Perla del romanico delle Marche (Foto Sam)

 

Moie, cittadina con circa 5.500 abitanti è situata nella media valle del fiume Esino. Terra ricca di tradizione che si coniuga con la passione di una popolazione legata ancora alle sue origini.

La Storia:
L’origine dell’insediamento è legato alla bonifica e alla colonizzazione del fondovalle, cui diedero il primo impulso i monaci che fondarono l’abbazia di S. Maria.
L’abbazia emblema di Moie, era ubicata in mezzo alla selva detta Santa, al margine della riva sinistra dell’Esino, con la tipica moja (zona paludosa) da cui il nome dell’abbazia stessa e successivamente del centro abitato. Altra testimonianza della località era il Castrum Mollearum, posto nei pressi dell’abbazia, ma del quale non resta nessuna traccia.

Cenni storici:
Situata sulla riva sinistra del fiume Esino e lungo l’antica via Flanbenga,l’abbazia di Santa Maria delle Moie fu probabilmente fondata all’inizio del sec.x1 dalla famiglia Attoni-Alberici –Gozoni come monastero privato. Sorta in mezzo a una vasta selva, l’abbazia costitui’il centro di rinascita della zona ..L’abbazia si trovava in pianura nei pressi di una antica zona paludosa che si estendeva lungo l’Esino chiamata molie da cui derivò il nome: in un documento del 1219 viene infatti chiamata Molie S. Mariae plani, con riferimento anche alla zona pianeggiante in cui era dislocata. L’abbazia confinava con una zona boscosa indicata come Silva Carpineta; non lontano si trovava un ponte che consentiva il passaggio sulla riva destra del fiume Esino. Nei secoli x1-x11 ricevette numerose donazioni: dal catasto del 1295 risulta che Santa Maria delle Moie possedeva una superficie di circa centosessantacinque ettari e quattro mulini. La potenza del monastero benedettino crebbe comunque nel sec. Xv quando raggiunse un’estensione di quattrocentoventotto ettari. La chiesa fu restaurata nel 1524: lo testimonia una lapide sulla facciata occidentale. Il restauro fu forse motivato dal cattivo stato delle torri medievali e comportò la trasformazione della parte superiore del corpo occidentale, dove venne collocata l’abitazione del sacerdote. Al 1524 risale anche l’attuale campanile. Nel 1600 il vescovo diocesano Marco Agrippa Dandini elevò parrocchia la chiesa di Santa Maria delle Moie.

Moie: Abbazia benedettina di santa Maria Veduta della chiesa da est

 

La struttura
La chiesa è composta da pietre squadrate di arenaria giallastra. All’interno è sorretta da quattro pilastri e articolata in tre navate, divise in tre campate :la navata mediana è sopraelevata e leggermente cuspidata. A oriente tutte le navate terminano con un’abside semicircolare. Da questo lato le absidi, che si differenziano per altezza e profondità ,evidenziano la forma basilicale della chiesa. Due sono invece le absidi che sporgono verso l’esterno nel lato nord, decorate ,come il cornicione ,con gli archetti pensili in travertino bianco, in parte sostenuti da coppie di lesene semicilindriche coronate da piccoli capitelli senza decorazione. Prima di entrare in chiesa è posto un atrio, di pianta quadrata e coperto a crociera fiancheggiato da due ambienti dalla pianta analoga, il sinistro dei quali accoglie una scala a chiocciola. Il portale presenta una strombatura a colonne gradinate ed è decorato con intrecci di foglie e fiori.
Elementi storico-artistici
Gli elementi più interessanti della chiesa di Santa Maria sono le absidi e soprattutto la pianta (mt.15×15 c.ca) che, basata sui quattro pilastri interni isolati, ricorda non tanto modelli bizantini quanto gli edifici triconchi paleocristiani e a pianta quadrata a croce greca iscritta altomedievali, diffusi in Italia e raccordati per la prima volta architettonicamente tra loro a San Claudio al Chienti. Le caratteristiche dell’alzato di Santa Maria delle Moie, a navata centrale a volte a botte acuta di poco più elevata delle laterali, e la facciata a doppia torre hanno importanti precedenti nelle Marche. Per quanto riguarda la tipologia il riferimento principale è la chiesa abbaziale di Santa Maria di Portonovo di Ancona. Per quanto riguarda la facciata, che originariamente era a doppia torre, precedenti illustri in Italia sono la Cattedrale di Bobbio e San Giovanni a Como dove, come a Moie, la campata d’ingresso che si trova fra le due torri viene combinata con un matroneo.
La chiesa è dedicata alla natività di Maria e un quadro di tale soggetto ornava l’altare maggiore.

Madonna della Misericordia venerata nell'abbazia benedettina di santa Maria

 

ARTICOLO E FOTO A CURA DI DANIELE GUERRO AL QUALE VANNO I NOSTRI PIU’ SENTITI RINGRAZIAMENTI

Abbazia di Santa Maria di Staffarda – Saluzzo-Revello (Cuneo)

L’abbazia di Santa Maria di Staffarda fu costruita il 25 Luglio del 1135 per grazia del Marchese di Saluzzo Manfredo I del Vasto, in seguito affidò la struttura ai Monaci Cistercensi, che grazie a loro divenne un centro economico, agricolo culturale e religioso della regione, sopratutto nei secoli XII e XIII.

Abbazia di Santa Maria di Staffarda – Saluzzo-Revello (Cuneo) – Parrocchia Diocesana – Piazza Roma 6, 12036 Saluzzo-Revello (Cuneo), Tel. 0175.273168.

L’abbazia di Santa Maria di Staffarda fu costruita il 25 Luglio del 1135 per grazia del Marchese di Saluzzo Manfredo I del Vasto, in seguito affidò la struttura ai Monaci Cistercensi, che grazie a loro divenne un centro economico, agricolo culturale e religioso della regione, sopratutto nei secoli XII e XIII.
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In moto all’abbazia di San Galgano – Chiusdino (Siena)

La grande Abbazia di San Galgano fu realizzata tra il 1220 ed 1268 nel periodo in cui in Italia si fondevano lo stile Romanico con il nascente stile Gotico di importazione francese. La forma dell’Abbazia è la classica croce latina.

IN MOTO A S.GALGANO (da Pesaro a S.Galgano)
“Giù per la Jehenna o sù per il trono viaggia veloce chi viaggia da solo….” (R.Kypling)

Sono in moto da ormai un’ora e ancora non son convinto di quel che sto facendo. Per quanto mi piaccia la moto non ho mai fatto un viaggio vero e proprio e forse è per questo che sembra tutto un po’magico: S.Galgano, un’antica abbazia in provincia di Siena dove viene custodita una spada innestata nella roccia. Le gesta di Re Artù e dei suoi nobili cavalieri che mio babbo raccontava la sera a me e mio fratello ritornano confuse alla mente…. che questo Galgano abbia qualcosa a che vedere con il cavaliere Galvano, della tavola rotonda ?

Lascio la superstrada prima della gola del Furlo perché non si può passare da queste parti senza omaggiare la natura per un posto come questo. Rimpiango l’obbligo del casco e mi fermo solo un attimo a guardare la chiusa dove han girato una parte del film “ Turnè “ con Fabrizio Bentivoglio e Diego Abbatantuono: il mito nel mito.
Ad Acqualagna prendo per il Piobbico, un paesino alle pendici del Monte Nerone rinomato tra le altre cose per il “Club dei Brutti” ma anche paese natale di alcune famiglie di amici con cui ho trascorso momenti bellissimi.
Mi fermo a casa di Vera per salutarla, ma lei non c’è; bevo un po’ d’acqua fresca da una fontana e riempio la bottiglia, poi riparto.
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Abbazia dei Santi Pietro e Andrea – Novalesa (Torino)

L’abbazia è stata fondata nel 726 dal governatore di Susa Abbone e fu poi affidata ai monaci Benedettini diventando, grazie a loro, un centro sociale e culturale fra i più vivi del Medioevo, nel corso dei secoli la struttura diede ospitalità ai diversi viandanti che erano sulla via del Moncenisio e nel 773 ospitò anche Carlo Magno.

Abbazia dei Santi Pietro e Andrea – Novalesa (Torino) – Monaci Benedettini Sublacensi – Frazione San Pietro, 10050 Novalesa (Torino), Tel. e Fax. 0122.653210.

L’abbazia è stata fondata nel 726 dal governatore di Susa Abbone e fu poi affidata ai monaci Benedettini diventando, grazie a loro, un centro sociale e culturale fra i più vivi del Medioevo, nel corso dei secoli la struttura diede ospitalità ai diversi viandanti che erano sulla via del Moncenisio e nel 773 ospitò anche Carlo Magno.

Alla fine del XIII secolo fu soppressa e Napoleone, insieme all’Ospizio del Moncenisio, affido le due strutture ai Monaci, per causa della legge Siccardi il 29 Maggio del 1855 fu di nuovo soppressa e dopo diverse vicissitudini fu nuovamente riconsegnata ai Monaci Benedettini nell’anno 1973.

L’Abbazia è immersa in un suggestivo e fantastico paesaggio, la struttura ha un corpo centrale settecentesca, inoltre ha quattro cappelle sparse nel parco, l’unica celebrazione che si svolge nell’abbazia è per il 13 Marzo in onore di Sant’Eldrado e la domenica sucessiva dalla parrocchia di Novalesa parte la processione fino all’Abbazia con le ossa del Santo.

I laici possono partecipare a tutte le funzioni religiose, all’interno della struttura vengono ospitate singole persone (uomini) nelle 7 – 8 stanze disponibili che siano interessate a condividere l’esperienza monastica compresi i momenti del pasto e del lavoro; esternamente è presente una foresteria attrezzata di bagni e cucina per gruppi autonomi dove sono ammesse anche le donne, per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi a Padre Forestario Don luigi Frati oppure a Padre Giovanni Lunardi.

All’interno dell’Abbazia è presente una sartoria per il trasporto di ricami e ori d’epoca sui tessuti nuovi, soprattutto per arredi sacri.

Mappa:

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Abbazia di Santa Maria in Castagnola – Chiaravalle (Ancona)

L’Abbazia fu fondata nel 1172 dai Monaci Cistercensi, che ancora oggi la custodiscono, qui giunti nel 1147, probabilmente dall’Abbazia di Chiaravalle Milanese

Il Santuario Santa Maria in Castagnola si trova in Piazza Abbazia, 37 60033 CHIARAVALLE TEL.071.94350 (diocesi di Senigallia).

L’Abbazia è visitabile ogni giorno.

LA STORIA

L’Abbazia fu fondata nel 1172 dai Monaci Cistercensi, che ancora oggi la custodiscono, qui giunti nel 1147, probabilmente dall’Abbazia di Chiaravalle Milanese.

I Monaci, grandi costruttori e coltivatori, edificarono l’abbazia nella selva “castagnola”, per via delle querce castagnole. Nel 1248 vi erano 40 monaci.
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Abbazia di Santa Maria del Bosco – Contessa Entellina (Palermo)

PALERMO: L’abbazia di Santa Maria del Bosco ebbe origine nel XIII sec. Da eremiti appartenenti  al gruppo di eremiti del bosco di Caccamo. Inizialmente l’abbazia era un monastero, ma nel 1309 grazie al vescovo di Girgenti divenne basilica e nel 1400 divenne abbazia.
Fu meta e dimora di molti personaggi importanti del tempo tra cui Federico III° d’Aragona;
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L’Abbadia di San Tommaso, uno scrigno d’arte nel pesarese

L’ultimo sabato di maggio i giovani dell’arcidiocesi di Pesaro hanno concluso l’esperienza triennale dell’Agorà dei Giovani, un itinerario spirituale voluto fortemente dalla Conferenza episcopale italiana e condiviso anche nella realtà pesarese

Abbadia San Tommaso - Pesaro

PESARO – L’ultimo sabato di maggio i giovani dell’arcidiocesi di Pesaro hanno concluso l’esperienza triennale dell’Agorà dei Giovani, un itinerario spirituale voluto fortemente dalla Conferenza episcopale italiana e condiviso anche nella realtà pesarese, sin dal 2007, quando abbiamo accolto l’evento di Loreto, seguito poi dalla partecipazione alla Giornata mondiale della gioventù a Sydney nel luglio 2008. Un percorso intenso, forse vissuto interamente solo da pochi, ma comunque utile nel cammino di formazione cristiana. Come conclusione già da mesi era stato pianificato un pellegrinaggio a piedi che fungesse da “trait d’union” tra le parrocchie dell’Arcidiocesi. Per questo siamo partiti da Villa San Martino, toccando gli abitati di Villa Fastiggi e Villa Ceccolini, fino a Montelabbate, l’abbazia di San Tommaso in Foglia e Montecchio. Un percorso a piedi utile a riflettere sul percorso fatto a livello personale ma anche di chiesa locale, che ha radunato oltre cento giovani, di età ed esperienze diverse.
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Abbazie e monasteri nelle Marche

Monachesimo nelle Marche

Abbiamo scelto di avventurarci in una serie di itinerari alla scoperta delle abbazie marchigiane, per riscoprire le bellezze e l’alone di mistero di cui sono circondati, da circa 1.500 anni, gli ordini monastici. Parliamo in particolare dei benedettini, con tutte le loro derivazioni (cistercensi, camaldolesi, silvestrini, olivetani, eccetera), ma non solo. Recenti ricerche hanno accertato la presenza nel territorio marchigiano di quasi cento abbazie, sorte durante il periodo di massima espansione del monachesimo. Abbiamo suddiviso gli edifici-gioiello di cui le Marche sono ricche in cinque itinerari (con quattro luoghi visitabili ognuno), uno per ciascuna provincia (considerando anche la neonata provincia di Fermo). Brevemente andiamo ad illustrare questi itinerari, con la promessa in futuro di riparlarne più approfonditamente.

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