Glossario per musei

REDAZIONE – Abbiamo pensato di preparare, un glossario con i termini tecnici più usati nella descrizioni degli oggetti sacri presenti nei musei.

Veduta dei Musei Vaticani a Roma
Veduta dei Musei Vaticani a Roma

REDAZIONE – Abbiamo pensato di preparare, con l’aiuto fondamentale della guida del Touring Club “Musei religiosi in Italia“, un glossario con i termini tecnici più usati nella descrizioni degli oggetti sacri presenti nei musei religiosi della penisola. Un glossario utile perché aiuta ad addentrarsi all’interno di una terminologia, spesso sorpassata, che la dice lunga sulla ricchezza del patrimonio artistico religioso di cui l’Italia dispone.

Comprendere questi termini significa capire nel profondo i significati profondi della liturgia con le sue sfaccettature, spesso sconosciute ai fedeli anche più attenti. Con questo glossario in mano potrete visitare i musei diocesani con maggiore cognizione di causa, spiegando ai vostri figli e ai vostri amici ogni piccolo dettaglio.

Una sala dei Musei Vaticani a Roma

GLOSSARIO

• ACQUAMANILE: recipiente per la lavanda delle mani.
• AMBONE: luogo rialzato tra l’altare e l’assemblea, destinato alla proclamazione delle letture.
• AMITTO: panno di lino o cotone che il sacerdote pone sulle spalle prima di indossare il camice.
• AMPOLLINE: piccoli vasi che contengono il vino e l’acqua per la Messa: possono essere a fiaschetta, a brocca e a boccale.
• ANCONA: pittura su tavola a soggetto religioso, generalmente rettangolare, terminante ad angolo acuto.
• ANTIFONARIO: raccolta di canti da eseguirsi durante la Messa.
• ASPERSORIO: utilizzato per il rito dell’aspersione.
• BACOLO: parte terminale, a forma di ricciolo, del bastone pastorale.
• BADALONE: grande leggio collocato nella zona absidale al centro del coro.
• BALDACCHINO FISSO: sovrastruttura in marmo alla sommità di edicole, nicchie o tabernacoli.
• BALDACCHINO PROCESSIONALE: drappo in tessuto sostenuto da quattro aste che forma un’edicola portatile, utilizzato per le processioni.
• BORSA O BUSTA: custodia piatta per contenere il corporale, formata da due quadrati rigidi decorati. Si usava appoggiata sul calice.
• BOSSOLO: vasetto o scatolina utilizzata per contenere il sale del rito del battesimo o per conservare le ostie consacrate; talvolta per bossolo s’intende anche la guaina in cuoio in cui s’inserisce l’estremità inferiore della croce processionale.
• BROCCA E BACILE: coppia formata da un piatto fondo e da recipiente con beccuccio, utilizzati nelle liturgie solenni per la lavanda delle mani.
• BROCCATO: tessuto di seta nel quale su un fondo di raso figurano disegni di trama di seta, argento, oro e ciniglia.
• BUSSOLOTTO PER LE VOTAZIONI: contenitore a forma di vaso utilizzato dalle confraternite per raccogliere i voti.
• CALICE: composto da una coppa, in oro o argento dorato, sostenuta da uno stelo e provvista di base, viene usato per la consacrazione del vino durante la celebrazione eucaristica.
• CANDELABRO: grande candeliere a più bracci, o anche ad una sola fiamma, quando sia di grandi dimensioni e pertanto non processionale.
• CANDELIERE: porta candela ad una sola fiamma per le processioni, o talvolta anche a più fiamme e collocato sull’altare ma di piccole dimensioni.
• CAPOCIELO: baldacchino semplice in legno o tessuto sospeso sopra l’altare maggiore.
• CAPSELLA: contenitore per reliquie e grani d’incenso.
• CARTAGLORIA: ciascuna delle tre tabelle che contenevano le parti invariabili della Messa: venivano appoggiate sull’altare.
• CARTIGLIO: disegnato o scolpito, disteso o arrotolato, simboleggia una pergamena o un rotolo su cui sono riportati passi biblici o iscrizioni.
• CASULA o PIANETA: veste liturgica del sacerdote.
• CATAFALCO: barella di legno con gambe o stanghe, utilizzata per trasportare i morti alla sepoltura e per l’esposizione dei defunti.
• CATTEDRA: seggio del vescovo o del papa per la celebrazione dei riti. Dal termine deriva cattedrale che indica la chiesa episcopale della diocesi.
• CIBORIO: struttura architettonica su colonne per la conservazione dell’Eucaristia.
• CINGOLO: cintura del sacerdote parato per celebrare.
• COLORI LITURGICI: in rapporto ai tempi liturgici sono prescritti per i paramenti diversi colori: bianco per Natale, Pasqua e feste del Signore, della Madonna e santi non martiri; rosso per domenica delle Palme, Venerdì Santo, Pentecoste, feste degli apostoli e dei martiri; verde per il tempo ordinario; violaceo per Avvento e Quaresima; rosaceo, utilizzato soltanto in alcune domeniche del tempo di Avvento e Quaresima; nero, non più utilizzato dalla liturgia, veniva usato per le liturgie dei defunti; l’oro può essere usato al posto del bianco, rosso e verde, l’argento al posto del bianco.
• CONOPEO: copertura in tessuto per coprire la pisside contenente le ostie consacrate.
• CORPORALE: piccolo quadrato di lino bianco che il sacerdote stende sull’altare per deporvi il calice, la patena o l’ostensorio contenenti le specie eucaristiche.
• CORTINA: tenda posta come sipario davanti ad immagini sacre particolarmente venerate per nasconderle alla vista dei fedeli.
• COTTA: veste corta e con ampie maniche usata dal clero con funzione ordinaria.
• CROCE ASTILE: sorretta da una lunga asta, è portatile e viene utilizzata per aprire le processioni. Ha due lati figurati: in uno è raffigurato Cristo, nell’altro i simboli evangelici.
• CROCE D’ALTARE: croce posta su piedistallo e appoggiata sull’altare, con Cristo in rilievo.
• CROCE PENITENZIALE: croce decorata con strumenti della Passione e utilizzata nella Settimana Santa.
• CROCE PETTORALE: pendente a forma di croce, portato dal vescovo.
• CROCE PROCESSIONALE: croce di notevoli dimensioni e con il Cristo in rilievo, viene utilizzata nelle liturgie solenni, specie della Settimana Santa.
• DALMATICA: veste liturgica indossata dai diaconi sopra la stola che si porta sulla spalla.
• DAMASCO: tessuto di seta caratterizzato dal contrasto tra il disegno lucido, ottenuto dall’intreccio di raso per effetto di ordito, e il fondo opaco dato dall’intreccio di raso per effetto della trama.
• DITTICO: coppia di tavolette rettangolari incernierate, spesso d’avorio o di legno.
• DOSSALE: ripiano decorativo posto sopra l’altare realizzato in vari materiali, argento, stoffa ed oro.
• ENCOLPIO: custodia per reliquia a volte con iscrizioni incise da portare al collo.
• ESPOSITORIO: basamento per l’esposizione eucaristica, atta a sostenere l’ostensorio. Può essere usato anche per i reliquiari.
• EVANGELIARIO: libro contenente il testo dei vangeli e utilizzato per la proclamazione durante la liturgia.
• EULOGIA: fiaschetta devozionale in terracotta che i pellegrini riportavano dalla Terra Santa.
• EXULTET: antichi rotoli di pergamena manoscritti, larghi da 20 cm a 5 metri, recanti il testo per la benedizione del cero pasquale, illustrata con miniature dipinte in senso inverso al testo, che iniziava con la parola latina exultet. Venivano letti ai fedeli dall’alto dell’ambone.
• EX VOTO: oggetti realizzati e offerti per sciogliere una promessa in seguito ad una grazia ricevuta.
• FALDISTORIO: sedile senza braccioli, ma con appendici sporgenti. Usato dal vescovo per le celebrazioni solenni.
• FERCOLO: portantina con cui sono portate in processione le immagini sacre o le reliquie.
• FUSCIACCO: parato composto da una striscia di tessuto distesa su di un supporto, formante una specie di baldacchino intorno al Cristo dei crocifissi processionali.
• GONFALONE: stendardo rigido portatile, sostenuto da un’asta. Vi si trova raffigurata l’immagine del titolare della parrocchia, chiesa e confraternita.
• GRADUALE: raccolta dei brani, tratti dal libro dei salmi o dai vangeli, che nella Messa seguono l’epistola e precedono il Vangelo.
• INCUNABOLO: libro stampato a caratteri mobili prima del 1501, quando la tecnica della tipografia era appena nata. Sono detti anche quattrocentine.
• INSEGNA: contrassegno ligneo o metallico con l’emblema della confraternita, issata su di un’asta e usata nelle processioni.
• LANTERNA: lume portatile, in legno o metallo chiuso da vetri, issato su di un’asta e usato nelle processioni.
• LEZIONARIO: libro contenente i passi liturgici utilizzati nella liturgia.
• MANIPOLO: striscia di stoffa leggermente divergente alle estremità che si usava fissare sull’avambraccio sinistro del sacerdote.
• MANTELLINA: serviva a coprire le immagini sacre, in particolare quelle della Madonna.
• MANUTERGIO: fazzoletto usato dal sacerdote per asciugarsi le mani durante la Messa.
• MARIEGOLA: termine veneziano per indicare la carta costituzionale di una corporazione.
• MAZZA: asta lignea con intagliato l’emblema della confraternita o il protettore del sodalizio.
• MESSALE: libro contenente testi e rubriche per le liturgie e le celebrazioni dell’anno.
• MITRA o MITRIA: copricapo episcopale composto da due falde appuntite usato durante le celebrazioni.
• NAVICELLA: recipiente metallico per contenere l’incenso. Il nome deriva dalla forma della coppa che poggia su un sostegno o base. E’ in coppia con il turibolo.
• OMBRELLINO: piccolo baldacchino a forma d’ombrello in tessuto prezioso spesso dotate di frange e di un’asta ricurva.
• OSTENSORIO: teca di varie forme utilizzata per l’esposizione e l’adorazione eucaristica.
• PACE: tavoletta di varia forma e materiale raffigurante un’immagine sacra, solitamente il Cristo Risorto, utilizzata per la preghiera personale o presentata al bacio dei fedeli per il perdono o la pacificazione.
• PALA D’ALTARE: dipinto collocato sopra l’altare.
• PALIOTTO: rivestimento anteriore dell’altare sotto la mensa. Può essere realizzato in cuoio o stoffa, secondo i colori liturgici, in legno o marmo, con temi figurativi eucaristici.
• PALMATORIA: portacandele circolare, schiacciato e dotato di manico. Detto popolarmente bugia, era utilizzato per la lettura del messale.
• PASTORALE: bastone con parte terminale ricurva a spirale, simbolo del ruolo di pastore del vescovo, utilizzato nelle celebrazioni solenni.
• PATENA: piccolo piatto tondo d’oro o d’argento su cui il sacerdote posa l’ostia più grande durante la celebrazione della Messa.
• PISSIDE: coppa con coperchio di metallo, in cui si conservano le particole.
• PIVIALE: mantello aperto davanti e lungo fino ai piedi, indossato dal sacerdote per le funzioni al di fuori della chiesa.
• PONTIFICALE: libro liturgico con le formule e le cerimonie delle funzioni riservate al vescovo.
• PREDELLA: tavoletta rettangolare dipinta e divisa in più riquadri, che costituisce la base di un polittico o di una pala d’altare.
• PURIFICATOIO: riquadro di lino o cotone usato per asciugare calice, labbra e dita.
• RELIQUIARIO: custodia per le reliquie. Può avere varie forme: a capsula, a castone, ad ostensorio, a pisside, a dittico, a polittico, a borsa, ad urna, monumentale.
• SALTERIO: l’insieme dei salmi; può indicare anche il libro della liturgia delle ore.
• SCAPOLARE: doppia immagine benedetta che viene appesa al colle con fettucce.
• SECCHIELLO: piccola acquasantiera portatile a forme di vaso con manico. Utilizzata in coppia con l’aspersorio.
• SINOPIA: disegno preparatorio di un affresco realizzato in ocra di colore rosso.
• SMOCCOLATOIO: forbice che serviva per tagliare la parte carbonizzata del lucignolo.
• SPEGNITOIO: piccolo utensile a forma di campana usato per spegnere le candele.
• STAUROTECA: reliquiario a forma di croce o rettangolare con frammenti della “Vera Croce”.
• STENDARDO: drappo rettangolare decorato sospeso su di un’asta per le processioni.
• STOLA: paramento liturgico per vescovi, sacerdoti e diaconi, costituita da una striscia di tessuto del colore del tempo liturgico prescritto.
• TABELLA: tabella lignea in cui inserire le targhette con i nomi dei confratelli.
• TECA: scatola metallica per conservare la lunetta eucaristica, ovvero il supporto che regge la particola nell’ostensorio.
• TRACCOLA: strumento costituito da una cassa armonica lignea con lamelle flessibili e ruote dentate mossa da una manovella, usato il Venerdì e il Sabato Santo al posto delle campane.
• TURIBOLO: piccolo braciere per l’incenso a forma di vaso retto da tre catenelle più una per sollevare il coperchio.
• VASETTI PER OLI SANTI: tre vasi usati per la custodia degli oli santi.
• VELO DA CALICE: quadrato di stoffa che serve per coprire il calice: segue i colori liturgici.
• VELO OMERALE: paramento indossato come uno scialle, col quale prendere l’ostensorio.
• ZUCCHETTO: copricapo distintivo dell’ordine episcopale.

Museo della Certosa di Serra San Bruno

SERRA SAN BRUNO (Vibo Valentia) – Viaggiando in cerca di tesori religiosi per la Calabria, non si può tralasciare una sosta alla Certosa di Serra San Bruno, abitata dai celebri monaci certosini i quali praticano una vita ascetica condita dal lavoro e dal silenzio orante quotidiano.

Veduta della Certosa di Serra San Bruno

SERRA SAN BRUNO (Vibo Valentia) – Viaggiando in cerca di tesori religiosi per la Calabria, non si può tralasciare una sosta alla Certosa di Serra San Bruno, abitata dai celebri monaci certosini i quali praticano una vita ascetica condita dal lavoro e dal silenzio orante quotidiano. Il museo, istituito nel 1994 all’interno della Certosa (struttura risalente all’XI secolo) espone tele dei secoli XVII e XVIII, paramenti, un busto argenteo di san Bruno del 1516, un tronetto processionale del napoletano Luca Baccato del 1797, medaglioni in gesso raffiguranti santi e beati dell’ordine certosino, e un grande orologio meccanico della fine del secolo XVIII.
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Museo diocesano di Squillace, raccolti i tesori salvati dal terremoto

SQUILLACE (Catanzaro) – Scendiamo verso sud attraversano le magnifiche terre di Calabria, fermandoci a Squillace per visitare il locale museo diocesano di arte sacra.

La cattedrale di Squillace
SQUILLACE (Catanzaro) – Scendiamo verso sud attraversano le magnifiche terre di Calabria, fermandoci a Squillace per visitare il locale museo diocesano di arte sacra. Il museo, voluto dall’arcivescovo Antonio Cantisani e inaugurato nel 1984, ha sede nei locali a piano terra del palazzo arcivescovile, struttura risalente al 1564. Conserva quel che resta del ricco tesoro vescovile, andato in gran parte disperso dopo il terremoto del 1783.
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Museo diocesano di Cassano allo Jonio, tra calici e quadri preziosi

CASSANO ALLO JONIO (Cosenza) – Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta dei musei calabresi facendo tappa a Cassano allo Jonio, borgo medievale posto su un altura affacciata sul mar Jonio.

Veduta di Cassano allo Jonio
CASSANO ALLO JONIO (Cosenza) – Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta dei musei calabresi facendo tappa a Cassano allo Jonio, borgo medievale posto su un altura affacciata sul mar Jonio. Paese di importanti tradizioni, dove si assapora la veracità della gente meridionale.
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Museo civico di Altomonte, tra le colline cosentine

ALTOMONTE (Cosenza) – Proseguiamo, dopo un breve stop, il nostro viaggio attraverso i musei religiosi sparsi per la penisola italiana, facendo tappa ad Altomonte, nel Cosentino, dove troviamo un museo civico attivo dal 1980 ospitato nell’ex convento dei frati domenicani.

La chiesa della Consolazione di Altomonte (Cosenza)
ALTOMONTE (Cosenza) – Proseguiamo, dopo un breve stop, il nostro viaggio attraverso i musei religiosi sparsi per la penisola italiana, facendo tappa ad Altomonte, nel Cosentino, dove troviamo un museo civico attivo dal 1980 ospitato nell’ex convento dei frati domenicani. Nelle sale museali troviamo raffinate argenterie sacre e paramenti liturgici dei secoli XV e XVI, oltre a sculture e corali appartenute ai monaci.
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Museo diocesano di Larino, dove l’oggi è fatto di tradizioni

LARINO (Campobasso) – Scandiamo ancora nel nostro viaggio tutto italiano alla scoperta dei musei diocesani più belli: dall’Abruzzo arriviamo in Molise, a Larino, terra dove le tradizioni scandiscono ancora la quotidianità.

La cattedrale di Larino

LARINO (Campobasso) – Scandiamo ancora nel nostro viaggio tutto italiano alla scoperta dei musei diocesani più belli: dall’Abruzzo arriviamo in Molise, a Larino, terra dove le tradizioni scandiscono ancora la quotidianità. Il museo diocesano si trova all’interno del duomo (non sappiamo se nel momento in cui scriviamo è già stata spostato al palazzo vescovile, come da progetto) e conserva argenti liturgici e paramenti sacri in uso nella basilica dal XV secolo.
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Museo diocesano di Ortona, borgo affacciato sull’Adriatico

ORTONA (Chieti) – Rimaniamo in Abruzzo nel nostro viaggio per i musei diocesani della penisola italiana. Partiti da Celano, abbiamo fatto tappa a Lanciano ed ora arriviamo sulla costa adriatica per visitare questo borgo incantevole, a metà strada tra Pescara e Vasto.

Veduta di Ortona

ORTONA (Chieti) – Rimaniamo in Abruzzo nel nostro viaggio per i musei diocesani della penisola italiana. Partiti da Celano, abbiamo fatto tappa a Lanciano ed ora arriviamo sulla costa adriatica per visitare questo borgo incantevole, a metà strada tra Pescara e Vasto. Il museo diocesano di Ortona, inaugurato nel 2003, ha sede nelle tre cappelle adiacenti alla cattedrale paleocristiana di San Tommaso apostolo. Le collezioni comprendono dipinti dei secoli XV-XVII, mentre nella sezione degli argenti possiamo ammirare un prezioso calice del 1608, una croce d’altare con cartegloria del 1756 e, nella sezione dei paramenti, abiti raffinati del XIX secolo appartenuti al vescovo De Luca.
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Viaggio per l’Italia: due musei impreziosiscono Lanciano

LANCIANO (Chieti) – Il “Centro di documentazione museale di san Nicola” a Lanciano, aperto nel 2000 in occasione del Giubileo, conserva oggetti recuperati in seguito ai lavori di restauro della chiesa di san Nicola, accanto ad altri reperti già presenti.

Veduta di Lanciano, capoluogo del massiccio dei Frentani

LANCIANO (Chieti) – Il “Centro di documentazione museale di san Nicola” a Lanciano, aperto nel 2000 in occasione del Giubileo, conserva oggetti recuperati in seguito ai lavori di restauro della chiesa di san Nicola, accanto ad altri reperti già presenti. Sono esposti dipinti, sculture, argenti sacri fra cui reliquiari a cofanetto, una croce professionaledi scuola napoletana del XVIII secolo, ostensori e, pezzo pregiato, il reliquiario con la mandibola di san Biagio del 1453. A questo centro museale si aggiunge il museo diocesano situato nell’ex seminario, aperto nel 2002, dove viene conservato il patrimonio artistico della cattedrale, di chiese della diocesi e del palazzo arcivescovile, databili dal secolo XIII al secolo XX. Contiene sculture lignee, tele, argenti sacri e paramenti liturgici, tra cui una croce astile di Nicola da Guardiagrele.
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Viaggio per l’Italia: a Celano un museo millenario

CELANO (L’Aquila) – Cominciamo da questo borgo medievale incastonato nelle montagne abruzzesi il nostro viaggio alla scoperta dei musei diocesani della penisola italiana. Il museo è ospitato nel castello Piccolomini, e nelle undici sale sono esposte opere d’arte provenienti da chiese della Marsica e databili dal V al XIX secolo, oltre ad argenteria sacra e paramenti liturgici dei secoli dal XV al XIX.

Il borgo medievale di Celano
CELANO (L’Aquila) – Cominciamo da questo borgo medievale incastonato nelle montagne abruzzesi il nostro viaggio alla scoperta dei musei diocesani della penisola italiana. Il museo è ospitato nel castello Piccolomini, e nelle undici sale sono esposte opere d’arte provenienti da chiese della Marsica e databili dal V al XIX secolo, oltre ad argenteria sacra e paramenti liturgici dei secoli dal XV al XIX.
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Visitando il museo diocesano e la chiesa del Nome di Dio di Pesaro

PESARO – Andiamo alla scoperta dei beni culturali ecclesiastici pesaresi accompagnati dalle guide redatte da Pierpaolo Bellucci, appassionato cultore di storia locale del territorio diocesano pesarese, il quale nel 2007 si è divertito a scrivere una guida al museo diocesano dell’Arcidiocesi di Pesaro ed un altro testo sulla chiesa del Nome di Dio.

Veduta di Pesaro
PESARO – Andiamo alla scoperta dei beni culturali ecclesiastici pesaresi accompagnati dalle guide redatte da Pierpaolo Bellucci, appassionato cultore di storia locale del territorio diocesano pesarese, il quale nel 2007 si è divertito a scrivere una guida al museo diocesano dell’Arcidiocesi di Pesaro (situato in via Rossini, proprio davanti al sagrato della Cattedrale) ed un altro testo sulla chiesa del Nome di Dio in via Petrucci (una traversa del Corso XI Settembre, nelle vicinanze della chiesa di Sant’Agostino), un gioiello di arte barocca.
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Un arazzo delle dame piemontesi in dono a papa Leone XIII

Da qualche mese la duecentesca sala delle udienze del palazzo dei papi di Rieti, sede della Pinacoteca Diocesana, si è arricchita di un grande arazzo ottocentesco, realizzato nel 1887 dal laboratorio delle sorelle Piovano

Da qualche mese la duecentesca sala delle udienze del palazzo dei papi di Rieti, sede della Pinacoteca Diocesana, si è arricchita di un grande arazzo ottocentesco, realizzato nel 1887 dal laboratorio delle sorelle Piovano, destinato ad essere offerto in dono dalle dame dell’aristocrazia piemontese a papa Leone XIII nella ricorrenza del cinquantenario dalla sua ordinazione sacerdotale. Leggi tutto “Un arazzo delle dame piemontesi in dono a papa Leone XIII”

Le tele della chiesa dei Domenicani presso la Pinacoteca Diocesana di Rieti

Sconciate dai colpi delle baionette del Regio Esercito, le grandi tele del Concioli  furono a malapena sottratte al definitivo degrado e depositate presso la Curia.
L’allestimento della Pinacoteca Diocesana in anni recenti le ha definitivamente valorizzate, riproponendole all’apprezzamento dei visitatori e facendone una testimonianza saliente di un periodo cruciale della storia nazionale.

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La cappella della patrona Santa Barbara nel duomo di Rieti

La  cappella dedicata a Santa Barbara, patrona della città, con le sue eleganti forme barocche è la più fastosa nella cattedrale di Santa Maria Madre di Dio, detta comunemente dell’Assunta.
Intorno alla metà del X secolo, al tempo delle invasioni saracene culminanti nella cruenta battaglia che portò alla distruzione dell’antica città sabina di Trebula Mutuesca, le spoglie mortali della martire cristiana Barbara di Nicomedia furono traslate a Rieti e da allora conservate ed onorate come reliquie in cattedrale.

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Un pittore per la chiesa di San Domenico a Rieti

Il cavaliere Antonio Concioli da Pergola e la tela della Canonizzazione.

Nel quadro generale della storia dell’arte, e dell’arte sacra in particolare, le Marche hanno rappresentato ben altro che un confine: esso si è rivelato, infatti, uno spazio di transito, un’area di decantazione in cui sono maturate esperienze tecniche innovative, si sono affinate modalità stilistiche ed espressive, si sono affermati modelli, immagini, forme, colori destinati ad essere trasmessi, replicati, altrove riproposti.
Quasi un passaggio obbligato per i traffici di merci, di uomini e di idee provenienti dall’area padana nonché dai grandi porti dell’Adriatico, il vasto e multiforme territorio marchigiano s’innerva, dalla spina dell’Appennino, declinando fino alla costa con la sequenza dolce e ubertosa delle sue colline affacciate sulle diagonali delle popolose vallate solcate dal corso dei fiumi, fino a saldarsi con l’area più interna di quello che fu per secoli il Patrimonio di San Pietro.
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Ciclo pittorico dedicato alle Storie di San Francesco

Provengono dalla chiesa ex conventuale di San Francesco a Rieti gli affreschi risalenti al tramonto del XIV secolo tornati alla luce nel 1953 nell’antico coro dei frati: si tratta di ampi lacerti di un ciclo pittorico dedicati ad illustrare le Storie di San Francesco.
Restaurati in situ nel 1954, gli affreschi vennero poi staccati e riportati su tela, affinché fossero definitivamente sottratti ai guasti del tempo e dell’umidità.
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Venerabile Compagnia delle Stimmate di San Francesco – Museo diocesano di Rieti

Nel nome di San Francesco, agli inizi del XVII secolo fu costituita presso la basilica inferiore di Santa Maria Madre di Dio una Confraternita deputata a provvedere alle esequie di coloro che dovessero essere tumulati presso le sepolture della cattedrale. Ne fu promotore  il vescovo francescano monsignor Gaspare Pasquali, alla guida della diocesi  di Rieti agli inizi del Seicento.
Nativo di Montereale, in diocesi di Rieti, maestro di sacra teologia nell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, dal 1589 frate Gaspare Pasquali1 era vescovo di Ruvo di Puglia quando, nel 1604, fu chiamato a reggere la Diocesi reatina.
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Pianeta ad arazzo del XV° secolo – Museo diocesano Rieti

La città di Rieti fu a lungo frequentata da San Francesco d’Assisi fra il 1209 ed il 1225, quando s’infittirono le sue relazioni con la curia di papa Onorio III e con il suo protettore, il cardinale Ugolino dei conti di Segni, destinato a salire sul trono di San Pietro con il nome di Gregorio IX.
Sulle alture boscose che circoscrivono la valle solcata dal Velino, fondò i romitori in cui scrisse le pagine più intense della sua legenda costellata di miracoli.
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Museo diocesano di Rieti

Nel cuore della Valle Santa, il Museo dei Beni Ecclesiastici della Diocesi di Rieti :

Il pellegrino che percorra gli itinerari del Cammino di Francesco nel territorio della Custodia Reatina, costellato dai luoghi di alta spiritualità che furono testimoni delle azioni mirabili del Santo, è invitato a sostare al Museo Diocesano che conserva le memorie di un passato glorioso d’arte e di fede negli anditi dell’antico battistero, della basilica inferiore, della sala delle udienze del palazzo dei papi.
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Museo diocesano di Pesaro

Il museo diocesano serve a scoprire e rivivere le testimonianze di fede delle passate generazioni attraverso i reperti sensibili, documenta le fragilità dei materiali, le calamità naturali, le avverse o fortunate condizioni storiche, il mutare della sensibilità culturale, delle forme liturgiche.

A Pesaro un museo “eucaristico” – Ormai da settembre 2006 l’Arcidiocesi di Pesaro ha aperto il museo diocesano, la cui funzione è testimoniare l’operato della Chiesa pesarese nel tempo. Il museo, situato al primo piano e nel seminterrato di palazzo Lazzarini, in via Rossini proprio davanti alla Cattedrale, narra la storia della comunità cristiana attraverso ciò che testimoniano le diverse ritualizzazioni, le molteplici forme di pietà, le variegate congiunture sociali, le specifiche situazioni ambientali. Presenta la bellezza di quanto è stato creato per il culto e per la catechesi, per la cultura e per la carità.

La pisside eburnea

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