PELLEGRINAGGIO SANTUARI ALTA LANGA – DOMENICA 9/9/2012

 


Partenze :
ore 7,00 Sant.Madonna della neve o Sant.di Gottasecca

7,45 incontro dei due gruppi al BARACCONE (Pilone del viandante)
8,30 BUZZORONE (tappa per la colazione)
9,30 SANTA GIULIA (tappa ristoro) (si può scendere al cippo di TERESA BRACCO)
10,50 CASE GORRA ((seconda tappa ristoro)
12,00 arrivo SANTUARIO DEL TODOCCO (pranzo anche per chi arriva con altri mezzi:minestra di ceci
Ospitati nei locali delle Figlie delle Madre di Gesù)

15,15 ADORAZIONE EUCARISTICA
16,00 SANTA MESSA

CONFERMARE AI NUMERI Baldi Lorenzo 0174/96142 – 3334129897
EMAIL renzobaldi@alice.it
Biale Piergiuseppe 0174/98625
Viglino Nicola 0174 98428

Santuario della Madonna Assunta di Gottasecca
Una leggenda racconta che anticamente, dalla pietra che oggi si trova nel santuario di Maria Vergine Assunta, fuoriuscisse un olio miracoloso che aveva la facoltà di guarire le malattie. Un uomo del posto, confidando nel potere di quell’olio, portò il suo maiale che si era ammalato e lo bagnò con quel liquido. L’animale guarì ma da quel momento la goccia che fuoriusciva dalla pietra seccò definitivamente.
A questo leggendario episodio sembra risalire il toponimo di Gottasecca.

Santuario della Madonna della Neve di Saliceto
Il Santuario prende il suo nome da una credenza popolare; si dice che nel mese di agosto, quando il grano era maturo, si mise a nevicare e la Madonna apparve nel luogo dove attualmente si trova il Santuario.

Beata Teresa Bracco
Giovanni Paolo II l’ha elevata alla gloria degli altari il 24 maggio 1998, memoria di Maria Ausiliatrice, a Torino, nel corso del suo pellegrinaggio alla Sacra Sindone. In quell’occasione il Papa ebbe a dire: “In Teresa Bracco brilla la castità, difesa e testimoniata fino al martirio. Quell’atteggiamento coraggioso era la logica conseguenza d’una ferma volontà di mantenersi fedele a Cristo, secondo il proposito manifestato a più riprese

Il Santuario del Todocco
i contadini del luogo raccontano una storia semplice e commovente:
«Una fanciulla sordomuta, stava pascolando il suo gregge quando le apparve una bella Signora che le disse: “Va’ da tuo padre e digli di edificare un pilone in questo luogo”. A quelle parole la giovane guarì, lasciò il suo gregge e corse a riferire al padre il desiderio della Signora. Ed il padre edificò un pilone sul luogo preciso dove la Madonna aveva posto i piedi». Ma un miracolo, attestato questo da fonti sicure, è quello che riguarda la guarigione di uno storpio di Gottasecca, certo Giuseppe Gallo, che venuto dal suo paese con le stampelle fu guarito e lasciò appese al pilone le sue grucce.

VIA CRUCIS IN BICICLETTA DA REPEN-TRIESTE A MEDJUGORJE (536 km in due giorni)

Alcuni anni fa, dentro di me, è nato il desiderio di percorrere il tragitto Trieste (Repen) – Medjugorje in bicicletta in solitaria: questo desiderio saliva nel tempo, ma fino a quest’anno succedeva sempre qualcosa per la quale dovevo abbandonare l’idea. Quest’anno sembrava l’anno giusto e quindi ho cominciato ad organizzarmi in tal senso. Nel pensare a come doveva essere questo giro in bici, ho voluto fin da subito che non sia un semplice giro in bicicletta, ma che dentro tale impresa vi sia anche la presenza del mio essere cristiano e quindi una dimensione di fede. Così ho immaginato di fare una Via Crucis da Trieste a Medjugorje e ho diviso tutto il percorso in quindici tappe ovvero le 15 stazioni. Poi ho voluto avere addosso una maglietta con l’immagine della Madonna e in questo mi ha aiutato mia moglie: forse, pensando ora a tutto quanto è successo, credo che sia stato un segno già il fatto che la maglietta è stata acquistata da mia moglie (Gabri), in quanto generalmente l’acquisto del mio abbigliamento per bici è “off limits” per lei, ma inaspettatamente ha acquistato una maglietta perfetta in tutto (misura, stoffa, dimensioni tasche posteriori e zip di apertura anteriore). Infine il tempo del percorso: Gabri insisteva per non meno di tre giorni, ma io desideravo in due. Desideravo in due giornate in quanto ero convinto che in tre giornate la sofferenza non sarebbe stata insopportabile. In due giornate significava anche che non vi era la certezza assoluta di essere in grado di percorrerli, perchè mai nella mia vita ho percorso distanze così lunghe in due giornate CONSECUTIVE. Il massimo della distanza percorsa in giornata è stata 238 chilometri, ma il giorno dopo c’era il riposo assoluto. In questo pellegrinaggio invece sono stati percorsi, nella prima giornata,286 chilometri e nella seconda giornata, 250 chilometri.
La maglietta della bici è una maglietta con il classico tessuto da bici bucherellato, bianca davanti e dietro e rossa ai lati. L’immagine stampata sulla maglia è una grande immagine della Madonna di Medjugorje con la scritta Trieste 09/08/09 hh 5:00 Medjugorje 10/08/09 . E’ stata disegnato schematicamente il percorso della costa croata-dalmata e delle 15 tappe-stazioni.

Quando Gabri ha portato il file e la maglietta in un negozio dove fanno le stampe sulle magliette, il titolare, le dice subito che, con quel tipo di maglia, vi è un alto rischio di insuccesso e che si potrebbe rovinare la maglia in quanto: il tessuto non è cotone e si può bruciare, il tessuto è bucherellato e quindi non adatto alla stampa di fotografie, la maglia ha una zip, la quale dà fastidio nel momento della pressa e si rischia di romperla.
Mia moglie gli risponde che la maglietta è stata acquistata a tale scopo e che quindi non ci sono soluzioni, la stampa va tentata anche nel rischio. Durante l’attesa Gabri ha pregato la Madonna con le “Ave Maria” affinché la stampa esca bene. Il titolare torna dopo circa 10 minuti e mostra la maglietta a mia moglie: tutto era perfetto! Lui stesso era sorpreso dell’esito perfetto della stampa, del colore e di come il colore aveva preso anche nei buchi. Gabri pensa che visto il soggetto della foto, la Madonna non poteva venire fuori brutta per un’impresa del genere.
Nella giornata precedente alla partenza ho preparato il borsello da bici con tutto il necessario, e poi l’ho collocato sul manubrio della bici. Sono riuscito a mettere tutto il necessario in uno spazio ridotto, facendo particolare cura a portare con me degli integratori importantissimi per lo sforzo fisico che mi attendeva. Tra le altre cose ho messo anche una bottiglietta di plastica con la forma della Madonna di Lourdes che ho acquistato l’anno scorso sempre a Lourdes: ho riempito la bottiglietta con l’acqua di Lourdes e volevo che tale acqua fosse anch’esso un “integratore” da aggiungere agli altri.
Nella settimana prima della partenza mi sono confessato, in quanto desideravo fare il percorso ed arrivare a Medjugorje già confessato (non si sa mai cosa poteva accadere…). Sabato sera, il giorno prima della partenza, sono andato a messa. Dopo la messa ho fatto benedire da Don Cristiano la maglietta con l’immagine della Madonna, ma visto che Don Cristiano mi vuole bene mi ha fatto una super benedizione per il viaggio e ha anche pregato per me. Nella sua chiesa “Regina Pacis” in Via Commerciale, si trova una copia della statua della Madonna di Medjugorje che si trova nella chiesa di Tihaljina, un paese a circa 35 chilometri da Medjugorje. La statua di Tihaljina rappresenta, quanto possibile, la bellezza della Madonna che appare ai veggenti e quindi la statua è indescrivibilmente bella. Anche se tale copia non è esattamente uguale a quella che si trova in Tihaljina, essa è veramente bella e viene direttamente da Medjugorje: davanti a questa statua ho fatto alcune “Ave Maria”. Poi sono andato davanti all’Altissimo ed ho fatto un Padre-Ave-Gloria per le intenzioni del Papa. Infine ho preso un Rosario che avevo a casa e l’ho indossato, perché quando si va a Medjugorje tutto si può dimenticare a casa, ma non il Rosario.

La partenza era prevista per il giorno 09/08/2009 alle ore 5:00. La mattina della partenza sono pronto per le ore 5:20. Prendo la bici a mano, scendo giù per il giardino a piedi, ma “sfortunatamente” si rompe l’aggancio del borsello da manubrio e quindi devo ritornare in casa e cercare velocemente una soluzione al problema.
E’ logico che ci rimango male, ma di fatto ho accettato questo contrattempo con serenità. Torno in casa e decido di prendere lo zaino e vado a prenderlo. Dentro lo zaino trovo un marsupio che non uso da anni e di cui non mi ricordavo più di possedere. “Fortunatamente” era proprio nello zaino che volevo preparare e quindi in velocità ho capito che la miglior soluzione era alleggerire il peso del borsello da manubrio e mettere le restanti cose nel marsupio. Il tutto è stato fatto e parto.
Nella prima ora mi rendo immediatamente conto che la rottura del borsello è stata di fatto una cosa positiva, in quanto avere un peso ridotto sul manubrio permetteva una guida della bicicletta più serena. Il marsupio invece, di fatto, non pesava, in quanto appoggiava lievemente sul sellino e quindi non si sentiva affatto il suo peso. Eccellente!!! Poi se avessi preso lo zaino sarei stato infastidito molto dal suo peso sulla schiena. Penso nuovamente: “Che fortuna!” Ancora penso al fatto se la rottura si fosse presentata dopo circa 20 chilometri dalla partenza? Penso ancora che il tutto va visto veramente come un vero colpo di “fortuna”. Poi però comincio a vedere le cose da un altro lato: il ritardo che è stato generato con la rottura del borsello da bici, ha determinato che la partenza avvenisse alle ore 5:41 (orario memorizzato nel computer da bici), ma tenendo conto che ci metto circa un minuto dalla porta di casa alla partenza effettiva in bici in cui schiaccio il tasto del computer per la partenza, significa che sono partito fuori dalla porta di casa mia ESATTAMENTE alle ore 5:40 ovvero l’orario, anche se serale, del’apparizione quotidiana della Madonna di Medjugorje. Un pensiero mi assale: “E se tale ritardo è stato già guidato dalla Madonna, che mi ha fatto partire esattamente 12 ore prima dell’apparizione quotidiana?”. Comincio a pensare positivamente che forse la Madonna sta vigilando su di me e torno a pensare al momento della rottura del borsello ed al pensiero dello zaino: non potevo mettermi addosso lo zaino in quanto con lo zaino coprivo interamente l’immagine della Madonna che avevo sulla maglietta e questo la Madonna non lo poteva desiderare (per essere più precisi: a casa ho capito che erano 13 ore di differenza tra le 5:40 del mio computer e l’orario delle apparizioni quotidiane, in quanto bisogna aggiungere anche un’ora dell’ora legale estiva).
Circa dopo 15 chilometri, nell’assoluto silenzio, mi viene da osservare il movimento dell’erba che danza al soffio del vento e mi vengono in mente le pagine del Vangelo posto sulla tomba del Papa Wojtila che scorrevano con il soffio del vento. Mi è venuto un groppo alla gola in quanto la sensazione che sentivo era che il Papa benediceva tale mia Via Crucis Trieste – Medjugorje.
Al 55° chilometro effettuo le preghiere del mattino e la lettura della 1^ Stazione della Via Crucis. Terminato lo stop, inizio con la seconda tappa.
Durante la seconda tappa mi gironzola un pensiero in testa: se fossi un uomo con una fede forte e vera sarei sicuramente partito senza gli integratori per lo sforzo fisico, ma solo con l’integratore dell’acqua di Lourdes. Allo stesso tempo mi rispondo che è meglio non scherzare con la salute, in quanto fare una tale distanza senza integratori, potrebbe mettere a rischio il giro stesso, in quanto in caso di crisi fisica per eccessivo sforzo prolungato determina un lungo stop per recuperare le forze e quindi sicuramente non sarei riuscito ad arrivare a Medjugorje in due giorni. Quindi mi dico: “Vediamo cosa succede quest’anno ed eventualmente forse un’altra volta partirò senza integratori”.
Circa a 5 chilometri dall’arrivo della seconda tappa passo davanti ad un bar e mi assale un desiderio di fermarmi per chiedere acqua. In prima battuta mi rispondo che non serve fermarmi ora, in quanto tra 5 chilometri arrivo alla tappa predeterminata e i 5 chilometri che mancano sono tutti in discesa e quindi non ha nessun senso fermarmi ora. Inoltre era vuota solo una borraccia, la seconda era addirittura piena. Ma la mia vocina interna mi dice ancora: “Fermati ora”. Quindi mi fermo e torno un po’ indietro per raggiungere il bar. Fuori dal bar c’era parecchia gente, in quanto era un bar in cima alla collina di Fiume con una bellissima vista sul golfo di Kraljevica. Prendo la borraccia vuota ed entro nel bar. Dentro il bar non c’è nessun cliente; vado verso il banco delle bibite e non vedo neanche il barman, ma dietro il banco del bar, in mezzo ai bicchieri e bottiglie, c’è ben visibile la foto della Madonna di Medjugorje (quella di Radio Maria, formato A4), che alla sua vista mi fa venire un brivido lungo la schiena ed una forte commozione di felicità.., era come se mi dicesse “Sono con te, serviti pure”. Dopo qualche secondo entra la signora del bar, alla quale dico che sto andando a Medjugorje e se mi può riempire la borraccia di acqua. La signora mi dice di pregare anche per lei e gentilmente mi riempie la bottiglietta di acqua fresca, ma non acqua di spina, ma acqua che normalmente si vende e non mi fa pagare nulla.
Esco ovviamente un po’ sconvolto, ma molto felice e capisco ora che la Madonna VERAMENTE vigila su di me. A questo punto dico: “Bene, è ora di prendere un integratore per lo sforzo fisico”. Apro il marsupio, cerco, cerco…, ma non trovo più il contenitore degli integratori, che il giorno prima ho preparato con tanta cura. Immediatamente ho capito una nuova cosa: solo mezz’ora prima avevo desiderato di partire senza gli integratori, ma non avevo sufficiente forza nel farlo effettivamente, e così, me li ha tolti la Madonna con il “problema” della rottura del borsello. Quando è stato svuotato per essere riparato, e poi tutte le cose sono state rimesse un po’ nel borsello e un po’ nel marsupio, gli integratori sono rimasti sul tavolo!. Ho accettato con gioia il fatto di non aver più gli integratori, in quanto ora sapevo che la Madonna vigilava su di me. Oltretutto il paese di questa tappa si chiama KRALJEVICA dove la parola è simile alla parola KRALJICA che significa REGINA e la Madonna di Medjugorje si chiama anche KRALJICA MIRA – REGINA DELLA PACE: una bella “coincidenza”. Da questa tappa in poi ho utilizzato solo l’integratore “spirituale” e bevevo un sorso dell’acqua di Lourdes con devozione, ossia effettuavo un piccolo sorso dopo ogni stazione della Via Crucis e facevo tre Ave Maria per “dar forza” all’acqua.. e di conseguenza aver forza io!.
Nel resto della giornata le tappe si sono susseguite negli orari previsti, con un ritmo di velocità previsto. Continuavo in ogni tappa a prendere un sorso dell’acqua di Lordes, leggere la lettura della stazione della Via Crucis e fare le preghiere previste dalla Via Crucis stessa. Le letture della Via Crucis mi parevano particolarmente azzeccate nella mia fatica, anche se nella prima giornata la sofferenza era per tutto il tempo sopportabile. Quello che rendeva maggiormente faticoso il tutto era il sole, in quanto era particolarmente forte e la strada era poco ombreggiata.
Avevo deciso che durante il percorso da Trieste a Medjugorje ad ogni vista di un simbolo cristiano, lo avrei salutato facendomi la croce ed una preghiera e pertanto se passavo accanto ad una chiesa o una cappella con Gesù, mi facevo la croce e pregavo il Padre Nostro, se passavo accanto ad una statuetta della Madonna, mi facevo la croce e pregavo l’Ave Maria, ed infine se passavo davanti ad un cimitero, mi facevo la croce e pregavo l’Eterno Riposo. Quindi un po’ pensavo alle mie cose, un po’ osservavo i bei panorami, un po’ pregavo. In momenti di cali di forza afferravo la croce del Rosario che indossavo e facevo un “Ave Maria”: dava sollievo immediato.
Verso le 17:00 mi fermo a Gospic nel ristorante in cui si sarebbe fermato il giorno dopo il pullman del pellegrinaggio con mia moglie e mia figlia. Nel ristorante ordino di far arrivare un bouquet di rose a mia moglie, per l’indomani. Poi riparto per l’ultima tappa.
E’ stata una bella sorpresa, che ha fatto commuovere Gabri e altre signore del pullman!

Dopo Gospic ho iniziato l’ultima tappa di 50 chilometri: ho mangiato l’ultimo dei miei quattro panini e l’ultima delle mie quattro banane della giornata. Già immaginavo una buona cena in qualche ristorante all’arrivo. Verso le 19:00 ero ormai in prossimità del traguardo della prima giornata. Negli ultimi chilometri il cielo si era coperto di nuvole e verso gli ultimi cinque chilometri scendeva una lieve pioggerellina: mi dicevo che questo potrebbe essere la benedizione dal cielo per aver raggiunto la prima meta. Per circa un chilometro guardavo solo il computer della bici per contare alla rovescia le ultime fatiche. Ad un certo punto alzo la testa e davanti a me mi trovo un arcobaleno fantastico. Non so se ho visto più di una volta nella mia vita un arcobaleno completo che forma l’intero arco: mi ricordo una sola volta, ma quello era molto grande e lungo. Questo era piccolo, molto grosso e particolarmente luminoso sul lato destro. Gracac, che è la mèta della prima giornata, si trova in vallata tra due piccole montagne e l’arcobaleno congiungeva le due montagne con il paese in mezzo. Quando faccio qualche bella gran fondo ciclistica, all’arrivo c’è quasi sempre un bell’arco di trionfo, ma non paragonabile con quanto vedevo io in quel momento. Peccato che quando Gabri mi aveva chiesto, se volevo la macchina fotografica, le ho risposto che sul percorso non avrò tempo per le fotografie e che non ci sono poi tante cose da fotografare: veramente peccato, anche perché la strada in certi passaggi è veramente panoramica e meritava una foto. Ora non posso fare altro che imprimere tale arcobaleno nei miei ricordi.
Poi è accaduta una cosa sconvolgente: non appena passo la tabella “Gracac” (meta della giornata) l’arcobaleno, nell’arco di circa 20-30 secondi, si dissolve e scompare del tutto in modo di farmi percepire proprio il senso dell’arrivo in quanto nelle gare ciclistiche, quando si oltrepassa il traguardo, l’arco di trionfo non si vede più. Dopo la scomparsa dell’arcobaleno è iniziata una pioggia fitta e ho pensato che dall’alto mi hanno voluto dire che sono, forse, un bravo cristiano (visto il regalo dell’arcobaleno), ma la mia anima ha bisogno ancora di tanti lavaggi. Mi fermo per vestirmi con l’indumento da pioggia e vado alla ricerca della pensione per passare la notte.
L’arcobaleno, nei giorni seguenti, mi ha dato anche un’altra sorpresa: nel pomeriggio della mia stessa giornata di partenza è partito da Trieste anche Don Cristiano, il sacerdote che ha benedetto il mio viaggio. Quando l’ho incontrato a Medjugorje e gli ho parlato dell’arcobaleno di Gracac, mi ha detto che anche lui in quel momento era in quella zona, ma sull’autostrada ed aveva visto l’arcobaleno, anche se non così come lo vedevo io. Lui vedeva solo il lato sinistro ed il lato destro e non tutto l’arco completo. Mi ha fatto comunque molto piacere che quando io ammiravo l’arcobaleno anche Don Cristiano stava guardando la stessa meraviglia.
Riepilogando questo arcobaleno ero particolarissimo:
– l’arcobaleno era intero e congiungeva due montagne con in mezzo il paese dell’arrivo
– le dimensioni dell’arcobaleno erano ridotte e quindi la fascia dei colori era più larga del solito
– il lato destro era luminosissimo e soprattutto nella luce gialla quasi volesse dire le parole del Credo
“… , siede alla destra del Padre …”
– è durato pochi minuti e poi è scomparso alla mia vista
– si è presentato e disciolto nel momento e luogo giusto affinchè poteva diventare per me il mio arco
di trionfo per il mio arrivo a Gracac
– Don Cristiano, che ha benedetto la maglietta e tutte le mie intenzioni, è passato proprio in quel
momento nelle vicinanze di Gracac e quindi insieme guardavamo lo stesso arcobaleno
– Per ultimo l’arcobaleno viene utilizzato nella Bibbia come simbolo di pace: la Madonna di
Medjugorje è la Regina della Pace: che bella “coincidenza”.
Quindi non posso fare altro che dire “Grazie Signore”.
Ho trovato la pensione, che avevo prenotato via internet: la pensione era gestita da due anziani e la pensione si presentava molto povera ovvero se dovessi collocarla nella scala da una a cinque stelle potrei dire zero stelle. Quello di cui avevo bisogno io era solo una doccia calda ed un letto: tutto il resto era insignificante. Verso le 20:30 esco per cercare un ristorante, in quanto era necessario riempire il “serbatoio”: durante la giornata erano state consumate quasi 9.000 calorie e quindi dovevo necessariamente mangiare. Disgraziatamente Gracac è un paese povero e di ristoranti non vi era neanche ombra. Dopo alcuni minuti di ricerca, con il buio sempre più fitto, torno nella pensione e vado direttamente a dormire senza mangiare.
SECONDO GIORNO: GRACAC – MEDJUGORJE
Il giorno dopo mi sveglio verso le 7:00 e comincio a prepararmi per la partenza, anche con le preghiere del mattino. Ho un lieve mal di testa, probabilmente per la fatica ed il sole del giorno precedente. Verso le 7:30 esco e la signora della pensione mi invita per un caffè. Accetto volentieri. Bevo un caffè con il latte di pecora di casa: buono. Parlo con la signora e tra i vari discorsi, mi dice che ha una gamba ammalata e mi mostra la gamba del dolore: dal ginocchio in giù il colore della pelle andava dal rosso al viola fino al nero: il tutto non era piacevole alla vista! Il fatto che la signora mi abbia mostrato la sua gamba, mi ha colpito molto, in quanto si sa che certe cose, soprattutto nelle persone anziane, vengono tenute riservate e nascoste. Tenuto conto che portavo a Medjugorje alcune preghiere di alcuni miei amici e parenti ho aggiunto alle preghiere anche la preghiera per la guarigione della signora: quando pensavo alle preghiere che portavo con tanta cura aggiungevo, con il pensiero, anche la guarigione della signora. Solo oggi, mentre scrivo, ho capito anche il perché la signora mi ha mostrato quella gamba: ad ogni stazione della Via Crucis si dice: “Santa Madre, deh! voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.”: questo effettivamente è successo ovvero ho messo nel mio cuore le “piaghe” della signora pensandola nella preghiera sia durante la giornata in bici che poi in Medjugorje.
Verso le 8:00 saluto la signora e parto con la bici. Non appena monto in bici e faccio la prima pedalata un cane nero di media taglia mi attacca abbaiando in modo non troppo simpatico: sgancio un piede da un pedale e cerco di dargli un calcio per allontanarlo: poi accelero nella velocità ed il cane mi lascia stare. Scherzosamente penso che il “cornuto” ha voluto fermare la mia corsa verso Medjugorje: chissà?
Dopo circa un chilometro arrivo ad un primo incrocio e senza consultare la cartina stradale giro a destra e inizio a pedalare. Tutto il paese Gracac era immerso in una nebbiolina da umidità e dava una visibilità limitata a circa 80 metri. Per la grande umidità, le lenti dei miei occhiali si sono appannate e quindi vedevo la strada, ma non riuscivo a leggere la cartina stradale. Dopo circa 3-4 chilometri (di salita), mi viene il dubbio, se effettivamente sto facendo la strada giusta. Mi fermo, pulisco gli occhiali, guardo la cartina ed effettivamente stavo andando completamente da un’altra parte. Sorrido in quanto penso al fatto di “aver smarrito la retta via”. Tale smarrimento mi è costato quasi 30 minuti di ritardo e quindi in fin dei conti sono partito da Gracac appena alle 8:30; l’aver ritrovato la retta via però mi ha dato la possibilità di vedere una bella pasticceria, dove ho potuto acquistare qualche dolce, in quanto ho saltato la cena e per colazione ho bevuto solo il caffè offerto dalla signora della pensione.
Fin da subito la tappa non inizia bene, in quanto il mal di testa si appesantisce già nei primi chilometri: insieme al mal di testa sento che ho dei problemi nella digestione. Arrivo a Knin dopo 54 chilometri e la prima tappa non era così piacevole come la prima tappa del giorno precedente. Il sole era già forte ed accecante in quanto le lenti scure degli occhiali da sole si sono rotte nello smontaggio della sera precedente e quindi potevo contare solo sulle lenti protettive semi scure, che normalmente si usano nelle giornate nuvolose. Probabilmente anche il fattore del sole accecante ha appesantito il mio mal di testa. Quando arrivo a Knin passo un ponte lungo circa 25 metri: sotto il ponte vedo un bel fiume. Ero molto accaldato e quindi giro immediatamente la bici e vado verso il fiume percorrendo un brevissimo tratto di sterrato. Mi spoglio di tutto, salvo i pantaloncini, prendo le ciabatte ed entro nel fiume. Il fiume aveva un’acqua eccezionalmente limpida. Il fondo del fiume era eccellente: argilla dura più qualche sassolino. La forza dell’acqua era meglio di un idromassaggio. L’altezza dell’acqua arrivava fino alle ginocchia. Tutto era perfetto. Mi bagno un po’, ma il desiderio in quel momento era di poter immergere totalmente nell’acqua i muscoli superiori della gamba. Penso: “Se mi metto inginocchiato, posso immergere tutta la gamba”. Mi inginocchio. In quel momento mi trovo in una posizione di preghiera e allora mi dico: “Beh, posso fare anche un Padre Nostro”. E’ stato il più bel Padre Nostro, che mi ha fatto anche sentire come la preghiera è anche sollievo. Oggi rido della situazione che si è creata involontariamente: io, vestito solo di pantaloncini, in mezzo ad un fiume, inginocchiato che prego il Padre Nostro con gioia: questo è un miracolo!

Faccio la lettura della stazione della Via Crucis e poi riparto per la tappa verso Hrvace di 57 chilometri. Questa era la tappa più dura, non per salite o altro, ma per il caldo accompagnato dal mal di testa e dalla cattiva digestione. Durante la tappa sapevo che stavo rischiando di prendermi un colpo di sole e quindi il malore che ne segue. Mi è già successo in una gran fondo ciclistica, e quindi sapevo cosa rischiavo: lo stop per malore. Ora però potevo “finalmente” dire di offrire la “sofferenza” e non solo la fatica: sono due cose molto differenti. Nel tragitto ho visto anche due farmacie, ma non ho voluto fermarmi, in quanto non volevo prendere alcun medicinale. Mi veniva da pensare che dopotutto anche Gesù nella sua reale Via Crucis avrà avuto un mal di testa terrificante e anche che il sole lo accecava e gli aumentava il dolore delle ferite aperte. Tutto sommato il mio dolore è nulla rispetto alla sofferenza di Gesù: quindi niente medicinali. Durante il tragitto mi tornano in mente le parole che ho detto a mia moglie il giorno precedente alla partenza:
“Fate una preghiera in pullman per me nel pomeriggio del lunedì, in quanto credo che ne avrò bisogno. Quando ci vediamo a Medjugorje io cercherò di dirti l’ora in cui avete pregato per qualche sensazione che sentirò.”
In quel momento mi dicevo che l’ora in cui pregheranno per me sarà quando mi passerà il mal di testa, se mi passerà. Durante questa tappa speravo di trovare una pompa di acqua fresca con la quale potermi bagnare. Arrivo a Hrvace e mi fermo in un posto brutto, davanti ad una fermata dell’autobus: lì trovavo una sufficiente ombra per la pausa lunga. Sono circa le 13:45 e perciò è estremamente tardi rispetto al programma di marcia. Secondo la tabellina di marcia alle 13:00 dovevo già ripartire per la successiva tappa e invece sono appena arrivato alle 13:45 e devo fare una sosta lunga. Durante la sosta cerco di costringermi a mangiare i due panini con il prosciutto cotto che avevo acquistato a Knin. Mangio a piccoli bocconi e mastico tutto molto bene al fine di aiutare poi il sistema digerente, che in quel momento era anch’esso in crisi. Scrivo un messaggio sms a mia moglie:
“Sono cotto dal sole… pregate per una nuvola” e lei mi risponde:
“Misurati le forze.. Vieni domani!“.
Ovviamente non accetto il suo consiglio: si va avanti.
Oltre al messaggio di cui sopra leggo anche un altro messaggio che mia moglie mi ha inviato in mattinata:
“… Abbiamo già pregato per te tutto il pullman…”
Il mal di testa non mi era passato e quindi, mi sono detto, che la preghiera non è arrivata, in quanto per me la preghiera doveva aiutarmi nel mio mal di testa, che era ancora presente.

Verso le 14:15 vado in un bar vicino per chiedere l’acqua per le borracce. Il bar aveva fuori anche un campetto da bocce: subito capisco che lì posso trovare anche una pompa d’acqua in quanto i campetti per il gioco delle bocce devono essere bagnati con l’acqua. Vedo la pompa d’acqua e quindi quando entro nel bar chiedo alla signora se gentilmente mi lascia usare la pompa dell’acqua per una doccia: mi risponde di sì. Esco felicissimo e ripenso al desiderio espresso un’ora prima di poter trovare una pompa d’acqua con cui bagnarmi: anche in questo va ringraziato il Signore.
In questa tappa ho letto la 12^ Stazione della Via Crucis dove Gesù muore sulla croce dopo tre ore di agonia. Dalla lettura mi sono rimaste molto bene in mente le parole che Gesù pronuncia prima di morire: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Io non pensavo affatto di essere abbandonato da Dio, in quanto questa avventura me la sono cercata da solo, però ero anch’io al culmine della sofferenza. Prima di partire stimo che mancano ancora 133 chilometri e per dare sollievo alla sofferenza mi propongo di voler “pagare” con la mia sofferenza di ogni chilometro una frustata ricevuta da Gesù sulla sua Via Crucis: in questo modo potevo “pagare” 133 frustate, se riuscivo a terminare la mia impresa ovvero la mia via crucis.
Alle 14:28 riparto. Comincio a pedalare e inaspettatamente mi sento bene e penso che potrebbe essere l’effetto della doccia fresca. Il mal di testa c’è ancora. Le nuvole non ci sono e quindi il sole doveva essere quello di circa un’ora prima. Passano i primi chilometri e non sento più il caldo rovente, ma mi dà più l’impressione di una bella giornata primaverile. Non mi sto ancora rendendo conto di quello che di fatto era già accaduto. Inizio a fare dei calcoli matematici per capire se riesco ad arrivare entro il calar del sole. Il mio computer da bici mi dice che circa alle 20:00 ci sarà il tramonto (man mano che scendevo da Trieste verso Medjugorje il tramonto della giornata si spostava dagli iniziali 20:30 di Trieste ai 20:00 di Medjugorje). Nei conteggi calcolavo quindi che mi rimanevano circa 5 ore e mezza per percorrere i 133 chilometri. (Finora avevo fatto una media in bici da 25,2 km/h e quindi a questa media si possono percorrere i 133 chilometri in 5 ore e 17 minuti). Capisco che sono al limite con il tempo massimo determinato dalla luce del sole. Tenendo conto che devo prevedere minimo 15 minuti di fermo bici per riempire le borracce ed altre necessità, arrivare entro la fine della giornata comincia essere un risultato ottimale solo se tutto va bene. Nella seconda tappa odierna però ho percorso la distanza a soli 23,9 km/h ed ero appena all’inizio della crisi, che poteva anche peggiorare. Per percorrere 133 km alla media di 23,9 km/h ci vogliono 5 ore e 34 minuti, e quindi l’arrivo potrebbe essere previsto circa per le 20:20. Per il tramonto completo ci vogliono circa 15 minuti e quindi tutto sommato, il tutto risultava ancora fattibile.
Dopo aver fatto tutti questi calcoli a mente, (anche se non con questa precisione descritta sopra), guardo il computer da bici e vedo che ho percorso già circa 20 chilometri e sento che non ho caldo, non sono stanco e che il mal di testa è praticamente scomparso. Non riesco a capire in quanto mai il mio fisico ha reagito in questo modo dopo una crisi in bici: servono ore per recuperare parzialmente le forze. Io mi aspettavo di andare alla velocità di prima ed invece sto alzando la media della velocità complessiva su tutto il giro: significa che sto aumentando l’andatura in modo vistoso. Il computer della bici lo usavo in una modalità particolare ovvero vedevo solo l’ora del tramonto e l’ora del giorno; tutti gli altri dati li consultavo solo ogni tanto. Pertanto cercavo di non guardare la velocità istantanea, ma andare a sensazione e quindi inaspettatamente ho capito che ho aumentato l’andatura del quasi 15% rispetto a quanto ho fatto finora. Aumentare la prestazione sportiva per il 15% al 400.esimo chilometro percorso dopo quasi 16 ore di bici, salvo la pausa notturna, credo che sia un fatto del tutto inspiegabile. Inoltre il sole non mi dà più fastidio. Non posso che ringraziare il Signore. La tappa più bella è diventata la tappa che doveva essere la più brutta: di maggiore crisi e di sole forte. Durante il percorso ascoltavo sempre la musica con un iPod: in quel momento stavo ascoltando Zucchero, che mi piace tanto, e cantavo con lui a voce alta mentre pedalavo con una buona velocità. Sempre in questa tappa, nel meditare la lettura della 12.stazione (morte di Gesù sulla croce) ho capito una grande cosa che la morte non è la fine, ma è la rinascita. Visto che tutto il percorso finora è stato segnato da tanti segni anche questo segno della rinascita delle mie forze, poteva avere questa interpretazione.
Ora in bici andavo come se avessi appena iniziato un giro a casa mia lungo 133 chilometri, dove si va a buon andatura, ma non alla massima andatura.

Ho recuperato talmente tanto tempo che potevo permettermi una tappa in più a Tihaljina dove c’è la statua originale della Madonna di Medjugorje. Lì ho trovato anche il pullman con cui viaggiava mia moglie, che si erano fermati per la Messa. Ho fatto un cambio di acqua e volevo partire velocemente senza salutare, ma incontro Sergio, l’autista del pulman, che mi dice che stanno terminando la Messa e quindi decido di aspettarli. Da lì mancavano ancora circa 35 chilometri e quindi non volevo che la pausa per i saluti con tutti i pellegrini, determinasse poi un ritardo, visto che finora avevo pedalato molto bene, ma 35 chilometri sono sempre 35 chilometri! La Messa effettivamente è finita subito e ho potuto abbracciare mia moglie e mia figlia. Poi sono andato a ringraziare anche la Madonna in chiesa e fare le foto di rito.

MEDJUGORJE
Gli ultimi 35 chilometri li ho percorsi in un batter d’occhio e arrivo a Medjugorje alle 19:28 (pause incluse) e quindi velocissimo:
ho percorso i 133 chilometri, con strada non da pianura padana, in 4 ore e 45 minuti contro le previste 5 ore e mezza: chi va in bici solo per passione come me non può che dire che è un ottimo risultato già per uno che parte con chilometri zero e non per uno che parte dopo aver percorso già 400 chilometri.
Gli ultimi 133 km li ho fatti a 28,0 km/h di media, ma nell’ultima tappa di 42 km, simile per salite e discese a tutto il percorso, ho tenuto una media di 29,0 km/h!


A Medjugorje, con una grande gioia nel cuore, per l’impresa compiuta, ho letto l’ultima stazione e ho fatto le preghiere previste. Ho bevuto un po’ di acqua alla fonte della Chiesa e ovviamente ho ringraziato la Madonna di Medjugorje ed il Signore per tutto quanto ricevuto.
Rimonto in bici e scoppia una stanchezza improvvisa: la stanchezza improvvisa può succedere dopo una lunga corsa, ma ora la stanchezza non mi fa più paura ormai sono arrivato e mancano solo due chilometri alla pensione dove mi aspettano quelli del pullman e mi aspetta una bella doccia e la cena.
Pensando ora:
– che non ho cenato la sera precedente, giornata in cui ho percorso 286 chilometri e consumato quasi 9000 calorie
– che durante la giornata ho mangiato solo due krapfen, due panini medi con il prosciutto cotto e tre banane,
– che non ho preso integratori salvo i sali minerali
– che ho consumato nella seconda giornata circa 7400 calorie
diventa per il mio caso specifico un fatto poco spiegabile di esser riuscito a percorrere il 2° giorno 250 km senza andare in crisi di fame. I miei amici con cui pedalo sanno quanto io mangio durante i giri in bici e quindi per me appare inspiegabile questo fatto.
Nei due chilometri finali che portavano alla pensione sentivo dei dolori non tanto muscolari, in quanto non ho avuto mai attacchi di crampi, ma dolori da posizione in bici:
– mi faceva male la pianta del piede per la continua pressione sui pedali in quanto per percorrere 536 chilometri ho dovuto fare circa 100.000 pedalate,
– mi facevano male i palmi delle mani in quanto per percorrere 536 chilometri bisognava scaricare per 21 ore parte del mio peso sul manubrio e quindi vi è una continua pressione sul palmo delle mani
– mi batteva male il cuore, ovvero pur essendomi fermato non riusciva a scendere più di tanto nei battiti; questo normalmente non mi succede.
Se penso ora a questi tre dolori sono proprio i dolori simbolo della croce, sul palmo delle mani, sulla pianta dei piedi e sul costato.
Arrivato alla pensione di Medjugorje saluto tutti e ho scoperto che hanno pregato due volte per me: uno la mattina e uno al pomeriggio su iniziativa di un signore (Toni) che ha chiesto di recitare per me la Coroncina della Divina Misericordia alle 15:00. E quindi ho capito che la preghiera mi è veramente arrivata in quanto proprio verso le 15:00 mi è passato il mal di testa senza prendere medicinali: mistero della Fede!

Prima di partire per questo viaggio in bicicletta pensavo che sarebbe stato un giro in bicicletta lungo e duro in solitaria ma nella fede, ora invece dico che ho fatto una Via Crucis in anima e corpo e non più in solitaria, in quanto credo fermamente che la Madonna mi ha accompagnato (anche nella Via Crucis di Gesù, la Madonna era sempre vicina al suo Figlio!).

 

Ciclo pellegrinaggio Pesaro – Roma 2010

Vi hanno preso parte 12 ciclisti, di 6 società pesaresi. Si è svolta la 2° cicloturistica da PESARO a ROMA in tre tappe (20/22 giugno u.s.):
– 1° tappa, Pesaro – Nocera Umbra di 128 Km,
– 2° tappa, Nocera Umbra – Civita Castellana di 128 Km,
– 3° tappa, Civita Castellana – Roma di 66 Km.
(la prima manifestazione era stata effettuata nell’anno 2000, in occasione del Giubileo)

La manifestazione è stata organizzata dalla A.S. SCAVOLINI gruppo ciclismo (Sig.r Cingolani), con il patrocinio del UDACE di Pesaro, vi hanno partecipato in totale n°12 ciclisti: – (3 donne) MONTANARI, PERCETTI, SIMONCELLI, – (9 uomini) CINGOLANI, FRATTONI, GIOMMI, MAGI, MANOCCHI, MARCANTOGNINI, PERCETTI, PRATELLI e ROSSI, di 6 società sportive pesaresi ( DI.BI, BERLONI, A.S.Mondobici, OLIVIERO, SCAVOLINI, VETROFRIGO) .

Per tutti all’arrivo a Roma in Piazza a SAN PITRO c’è stata una grande emozione e la soddisfazione di essere riusciti “nell’impresa” nonostante la pioggia, ed i festeggiamenti degli accompagnatori (Sig.r Dal Ben e Trivisonno) e dei vari amici venuti da Pesaro.

La manifestazione si è conclusa con la partecipazione di tutto il gruppo (ciclisti, accompagnatori ed amici) all’Udienza Generale del Santo Padre Papa Benedetto XVI di mercoledì 23 giugno u.s. ( Al Santo Padre è stato consegnato un dono in ricordo della manifestazione e della città Pesaro ).

Con l’occasione si vuole sentitamente ringraziare tutti quelli che ci hanno aiutato nella organizzazione ed assisetnza della manifestazione ed in particolare: Sua Eccellenza il Vescovo di Pesaro PIERO COCCIA, Don FRANCO TAMBURNI, la Fondazione Opera del Sacro Cuore di Gesù di Urbino, il Sig. Walter SCAVOLINI, il Sig.r ESPOSTO Presidente gruppo ciclisti Scavolini, il Sig. MASSI Presidente UDACE Pesaro.
Fabio Cingolani

In Udienza del Santo Padre


Un gruppo di 22 amici del Sacro Cuore di Gesù ha avuto la gioia di partecipare all’Udienza Generale, di mercoledì 23 giugno scorso, con il Santo Padre Benedetto XVI.
A causa del tempo incerto l’Udienza si è svolta all’interno dell’Aula Paolo VI e in poco tempo si è riempita, purtroppo numerosi pellegrini hanno dovuto seguire la catechesi del Papa all’esterno. Mentre eravamo in attesa del Santo Padre ho osservato e mi sono reso conto che la Chiesa cattolica è una per la fede e la carità, ma è molteplice per le tante varietà di popoli e lingue che la compongono. Perciò, è impegno di ciascuno di noi perché la Chiesa si estenda sempre più nell’unità e nella pace.
Benedetto XVI ha voluto dedicare la catechesi su San Tommaso d’Aquino, il quale scrive: “Lo scopo principale della sacra dottrina è quello di far conoscere Dio, e non soltanto in se stesso, ma anche in quanto è principio e fine delle cose, e specialmente della creatura ragionevole. Nell’intento di esporre questa dottrina, noi tratteremo per primo Dio; per secondo del movimento della creatura verso Dio; e per terzo del Cristo, il quale, in quanto uomo, è per noi via per ascendere a Dio”. È un circolo: Dio in se stesso, che esce da se stesso e ci prende per mano, così che con Cristo ritorniamo a Dio, siamo uniti a Dio, e Dio sarà tutto in tutti.
Parlando dei Sacramenti, San Tommaso si sofferma in modo particolare sul Mistero dell’Eucaristia, per la quale ebbe una grandissima devozione.
“Cari fratelli e sorelle, alla scuola dei santi, innamoriamoci di questo Sacramento! (ha esortato Benedetto XVI) Partecipiamo alla Santa Messa con raccoglimento, per ottenerne i frutti spirituali, nutriamoci del Corpo e del Sangue del Signore, per essere incessantemente alimentati dalla Grazia divina! Intratteniamoci volentieri e frequentemente, a tu per tu, in compagnia del Santissimo Sacramento!”.
Il Pontefice ha sottolineato come nel suo “Opuscolo sul Simbolo degli Apostoli” il santo indichi che con la fede “l’anima si unisce a Dio, e si produce come un germoglio di vita eterna”, mentre “la vita riceve un orientamento sicuro, e noi superiamo agevolmente le tentazioni”.
Il Papa ha infine ricordato che Tommaso d’Aquino è stato un grande devoto della Madonna, che ha definito “Triclinium totius Trinitatis”: “triclinio, cioè luogo dove la Trinità trova il suo riposo, perché, a motivo dell’Incarnazione, in nessuna creatura, come in Lei, le tre divine Persone inabitano e provano delizia e gioia a vivere nella sua anima piena di Grazia”.
“Con la preghiera, che tradizionalmente viene attribuita a San Tommaso e che riflette gli elementi della sua profonda devozione mariana, anche noi diciamo: O beatissima e dolcissima Vergine Maria, Madre di Dio…, io affido al tuo cuore misericordioso tutta la mia vita… Ottienimi, o mia dolcissima Signora, carità vera, con la quale possa amare con tutto il cuore il tuo santissimo Figlio e te, dopo di lui, sopra tutte le cose, e il prossimo in Dio e per Dio”.
Fabio Cingolani e Francesco Fiori hanno consegnato per il Santo Padre un piatto di ceramica di Molaroni decorato con l’immagine del Sacro Cuore di Gesù e la maglietta con impressa nel petto il Sacro Cuore.
Antonio Dal Ben

Ciclo pellegrinaggio Pesaro – Roma 2010 from Viaggi Spirituali.

Ciclo pellegrinaggio Pesaro – San Giovanni Rotondo – 2011

150° Pesaro – San Giovanni Rotondo

anche stavolta impresa riuscita – 02/05 giugno 2011

Ciclismo amatori
Vi hanno preso parte 21 ciclisti, di varie Società Pesaresi con il patrocinio dell’ UDACE – Pesaro.

Si è svolta la 1° cicloturistica, un pellegrinaggio, da PESARO a San Giovanni Rotondo (FG) in 4 tappe per un totale di 460 km:
– 1° Pesaro – San Benedetto del Tronto di 160 Km,
– 2° San Benedetto del Tronto – Termoli di 160 Km,
– 3° Termoli – San Giovanni Rotondo di 90 Km,
– 4° San Giovanni Rotondo – Manfredonia di 50 Km.

La manifestazione è stata organizzata dalla A.S. SCAVOLINI gruppo ciclismo Sig.Cingolani, con la collaborazione del Sig. Marcantognini A.S. OLIVIERO, vi hanno partecipato:
– 7 donne, DONATI Cinzia, MARCHETTI Silvia, MONTANARI Luigina, PERCETTI Anna, SIMONCELLI Angela, TOCCACELI Marisa, TOMASSINI Stefania.
– 14 uomini, BINDA Sergio, CANAPETI Vinicio, CINGOLANI Fabio, FRATTONI Fabio, GABRIELLI Marco, GIOMMI Alberto, GREGORINI Dante, MAGI Massimo, MANOCCHI Elio, MATTIOLI Maurizio, MARCANTOGNINI Enzo, ORAZI Pierino, PEDINOTTI Giordano, TIZZI Franco.

 

Per tutti all’arrivo a San Giovanni Rotondo c’è stata una grande emozione e la soddisfazione di essere riusciti “nell’impresa” nonostante le varie difficoltà della strada, ed i festeggiamenti degli accompagnatori e degli amici venuti da Pesaro.

La manifestazione si è conclusa domenica 05 giungo 2011, con la partecipazione alla Santa Messa dell’Ascensione di Gesù in cielo, presso il Santuario di San Michele a MONTE Sant’ANGELO e con l’arrivo finale a Manfredonia (FG), dopo una bellissima ed emozionante discesa di 15 km.

Con l’occasione si vuole sentitamente ringraziare tutti quelli che ci hanno aiutato nella organizzazione della manifestazione ed in particolare: Don FRANCO TAMBURNI, Sig.ESPOSTO Giorgio (Presidente gruppo ciclisti SCAVOLINI), OLIVIERO abbigliamento, Sig. MASSI Naldo UDACE Pesaro, tutti gli amici ed Autorità che ci hanno salutato a Pesaro, gli accompagnati in moto (Massimo Trivisonno, Giorgia Belligotti, Simone Paoletti) e a tutte le Forze dell’Ordine che ci hanno scortato per vari tratti della S.S.16 Adriatica.

Fabio Cingolani

150° Pesaro – San GIOVANNI ROTONDO (02-05 GIUGNO 2011)

Come “al sol della calda primavera lampeggia l’armatura del sire vincitor” (FABRIZIO DE ANDRE’ – Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers), così hanno lampeggiato al sole salmastro del mare Adriatico le nostre biciclette dalle variegate cromature con le quali siamo Francescanamente partiti da PESARO, benedetti da Don Franco Tamburini, destinazione San Giovanni Rotondo (FG).
Dopo Fonte Avellana (2008), Assisi (2009) e Roma (2010), l’ormai collaudato gruppo di ciclisti ha scelto come meta dell’annuale ciclo-pellegrinaggio sportivo il centro della Puglia in provincia di Foggia, dove visse ed è sepolto Padre PIO da Pietrelcina, frate cappuccino che morì attorniato dai numerosi fedeli attirati dalla sua spiritualità e dalla fama dei miracoli che, ancora oggi, gli vengono attribuiti.
Dalla Riviera delle belle Colline marchigiane alla Spiaggia di Velluto, alla verde Riviera Picena e a quella delle Palme; poi in Abruzzo, raggiunto il pittoresco Porto Canale di Pescara, (abbiamo pedalato sull’ bellissimo Ponte del Mare). Giunti alla Riviera dei trabocchi, ( sorta di moli su palafitte che si allungano sul fondale delle spiagge ), fra Ortona e S. Vito Chietino, (tanto cari al romanziere, poeta e drammaturgo Gabriele d’Annunzio), abbiamo fatto tappa a Termoli, posta a balcone sul mare. Quindi la Puglia, la romana Apulia il cui nome deriva dagli Apuli, giunti dall’altra sponda dell’Adriatico.
Clima mediterraneo e cucina genuina cementano la convivialità e l’amicizia diventa un dono prezioso. Noi ciclisti-pellegrini ci divertiamo a pedalare e stiamo bene insieme, abbiamo a cuore i valori della fede e crediamo nello sport inteso come benessere fisico: la bicicletta induce all’eguaglianza, trasforma le strade e i paesi in spazi da scoprire con la cadenza regolare della pedalata.
Dopo San Giovanni Rotondo, abbiamo raggiunto Monte Sant’ Angelo, (il paese più elevato della Puglia), il cui borgo è raccolto intorno al Santuario di San Michele, uno dei più belli e antichi della cristianità, siamo arrivati velocemente a Manfredonia come “tappi di champagne” attraverso una bellissima e suggestiva discesa di km 15.
Da Foggia siamo tornati a Pesaro in treno, pensando a tutti quei ciclisti che, come noi, pedalano portando nel cuore il pensiero di Henry Desgrange, mitico “patron” del Tour de France:
“ NON CEDERE, O DIVINA BICICLETTA. SE TU CAPITOLASSI, NON SOLO UN PERIODO DELLO SPORT, UN CAPITOLO DEL COSTUME UMANO SARA’ FINITO, MA SI RESTRINGERA’ ANCOR PIU’ IL SUPERSTITTE DOMINIO DELLA ILLUSIONE, DOVE TROVANO RESPIRO I CUORI SEMPLICI”.
Sostenuti da SCAVOLINI Cucine e OLIVIERO Abbigliamento (che sentitamente ringraziamo), hanno partecipato alla Pesaro – San Giovanni Rotondo 2011: Binda Sergio, Canapeti Vinicio, Cingolani Fabio, Donati Cinzia, Fratoni Fabio, Gabrielli Marco, Giommi Alberto, Gregorini Dante, Magi Massimo, Manocchi Elio, Marcantognini Enzo, Mattioli Maurizio, Marchetti Silvia, Montanari Luigina, Orazi Pierino, Pedinotti Giordano, Percetti Anna, Simoncelli Angela, Tizzi Franco, Toccaceli Marisa e Tomassini Stefania.
Un sincero ringraziamento a tutti agli amici e Autorità, che ci hanno salutato alla partenza a Pesaro, agli accompagnatori (Massimo Trivisonno, Belligotti Giorgia, Simone Paoletti) e a tutte le Forze dell’Ordine (che ci hanno scortato per vari tratti della S.S.16 Adriatica).

Massimo Magi

Pellegrinaggio a ottobre da Palermo a Roma per la messa a Giovanni Paolo II

PELLEGRINAGGIO DAL 17 AL 22 OTTOBRE 2011 DALLA PROVINCIA DI PALERMO VERSO : PAOLA – CASCIA – ROMA PER LA SANTA MESSA A GIOVANNI PAOLO II

PELLEGRINAGGIO DAL 17 AL 22 OTTOBRE 2011 DALLA PROVINCIA DI PALERMO VERSO : PAOLA – CASCIA – ROMA PER LA SANTA MESSA A GIOVANNI PAOLO II

1° giorno 17 ottobre

Partenza dai punti di raduno ore 5.00
arrivo a Paola (CS) per pranzo in hotel. Pomeriggio visita del Santuario di San Francesco di Paola, cena e pernottamento.

2° giorno 18 ottobre

Colazione, santa Messa, pranzo in hotel. Pomeriggio libero per visita individuale a Paola. Cena e pernottamento in hotel

3° giorno 19 ottobre

Colazione, partenza per  Cascia (PG), pranzo libero. Visita alle cascate delle Marmore. Cena e pernottamento in hotel a Cascia

4° giorno 20 ottobre

Colazione e visita al Santuario di Santa Rita. Pranzo in hotel e pomeriggio libero per la visita individuale di Cascia. Cena e pernottamento in hotel.

5° giorno 21 ottobre

Colazione, visita di Roccaporena. Pranzo e partenza per Roma. Cena e pernottamento nei pressi di Roma.

6° giorno 22 ottobre

Colazione e partenza per piazza San Pietro. Santa Messa per  GIOVANNI PAOLO II.
Pranzo libero lungo il percorso per il rientro in sicilia.

IMPORTO € 365.00

IL VIAGGIO COMPRENDE TRATTAMENTO IN PENSIONE COME DA PROGRAMMA – ACQUA VINO AI PASTI – PULLMAN PER L’INTERA DURATA DEL VIAGGIO – PEDAGGIO TRAGHETTO MESSINA SAN GIOVANNI

IL VIAGGIO NON COPRENDE BEVANDE AI PASTI GUIDE TURISTICHE MANCE ED EXTRA DI OGNI GENERE – TUTTO QUANTO NON ESPRESSAMENTE ELENCATO ALLA VOCE COMPRENDE TRAGHETTI PER ESCURSIONI A MARE -FUNICOLARI A SANTUARI  – INGRESSO VILLE MUSEI GIARDINI ECC..

SUPPLEMENTO SINGOLA 100 EURO

ACCONTO EURO 125 ALL’ISCRIZIONE EURO 120 ENTRO IL 17/09/2011 EURO 120 ENTRO IL 8/10/2011

PER INFORMAZIONI NICOTRA DOMENICO CELL. 3280705711- 334270341

Pellegrinaggio Varsavia – Czestochowa a piedi

Il pellegrinaggio da Varsavia si svolge dal 5 al 14 di agosto tutti gli anni e sempre nella stessa data!!!

E’ un pellegrinaggio a piedi e copre una distanza di 300km divisi appunto in 10 tappe con una media di 33km al giorno.

A questo pellegrinaggio partecipano oltre 3000 persone e vengono divise in 15 gruppi circ

Il pellegrinaggio da Varsavia a Czestochowa si svolge dal 5 al 14 di agosto tutti gli anni e sempre nella stessa data!!!

E’ un pellegrinaggio a piedi e copre una distanza di 300km divisi appunto in 10 tappe con una media di 33km al giorno.

A questo pellegrinaggio partecipano oltre 3000 persone e vengono divise in 15 gruppi circa.

Ogni gruppo è seguito da più sacerdoti, questi sono fondamentali per il percorso spirituale e per l’organizzazione del gruppo in generale.

Ogni gruppo ha degli addetti alla sicurezza stradale in quanto il percorso non è unico e non copre soltanto vie di campagna o sentieri, per i tratti su strada asfaltata dunque quest’ultimi dirigono il traffico cittadino e definiscono il percorso da seguire.

E’ sempre presente inoltre un gruppo musicale che rallegra e alleggerisce la camminata che è comunque abbastanza faticosa.

E’ richiesto un minimo di preparazione fisica ma per qualsiasi problema è presente in ogni gruppo del personale medico con dei pullmini pronti a caricare pellegrini in difficoltà.

Sì dorme nelle proprie tende o nei fienili messi a disposizione degli abitanti del posto che offrono inoltre anche il pranzo.

Il bagaglio è trasportato dai camion.

Il costo dell’iscrizione è di circa 30 euro che può essere fatta il giorno stesso della partenza o nei giorni precedenti.

Per partecipare basta recarsi a Varsavia 1 o 2 giorni prima del pellegrinaggio, per il ritorno bisogna invece prenotare il volo da Cracovia/Katowice per il 15 di agosto in poi.

Se siete interessati vi prego di farmelo sapere, grazie

samira2685@hotmail.com

http://www.facebook.com/group.php?gid=118341464877367

Da Como a Fatima in bicicletta

Due biciclette equipaggiate con borse contenenti le cose strettamente necessarie e un desiderio comune: raggiungere quella località del Portogallo così famosa per le apparizioni mariane ai tre pastorelli Lucia, Jacinta e Francisco nel 1917.

Cari amici, pubblico in anteprima l’ultima avventura del nostro inviato speciale Sileno Lessi e del suo amico Franco Muratore. Da Como a Fatima in bicicletta !!

Che cos’è l’avventura umana alla luce della fede se non un cammino verso l’eternità?
Sono sempre più numerose le persone che, in viaggi organizzati, ma anche da sole o in piccoli gruppi vanno a dissetarsi a quelle sorgenti dove li attendono Gesù, Maria e i santi. Tutti i mezzi sono buoni per compiere un pellegrinaggio: a piedi, in treno, in auto, in pullman…noi in questa avventura abbiamo scelto la bicicletta.

Mi chiamo Sileno Lessi, parrocchia di San Fedele e, insieme a Franco Muratore, di San Rocco, siamo appena rientrati da Fatima, in Portogallo. Dopo aver pianificato il percorso e realizzato un’apposita “Credenziale del pellegrino” siamo stati ricevuti da Sua Eccellenza Monsignor Diego Coletti che ci ha impartito una speciale benedizione, consegnando anche una lettera di presentazione che, all’occorrenza, abbiamo utilizzato per ricevere accoglienza religiosa durante il tragitto, (e ci ha aperto tante porte…).

Due biciclette equipaggiate con borse contenenti le cose strettamente necessarie e un desiderio comune: raggiungere quella località del Portogallo così famosa per le apparizioni mariane ai tre pastorelli Lucia, Jacinta e Francisco nel 1917. Siamo partiti il 14 maggio e, in soli 10 giorni, abbiamo avuto il privilegio di sostare in preghiera davanti alla Grotta di Massabièlle, a Lourdes, dove la Vergine Immacolata è apparsa a Bernadette. Il nostro pellegrinaggio è ripreso alla volta della Galizia, in Spagna, dove riposa l’Apostolo San Giacomo nella Cattedrale di Santiago de Compostela. Non era la prima volta che visitavamo questo Santuario ma, abbracciare il busto in argento dell’Apostolo, riserva sempre una forte emozione.  La parte più impegnativa del tracciato era ormai alle spalle e, per raggiungere il Santuario di Fatima mancavano solo 4 giorni sui pedali.

Dopo circa 2.700 Km, e 21 giorni di bicicletta, siamo arrivati a Fatima e abbiamo avuto il piacere di condividere la nostra gioia e la preghiera insieme ad un gruppo di 16 parrocchiani, che si sono aggregati a mia moglie Rita. Abbiamo partecipato a numerose funzioni liturgiche tra le quali non possiamo dimenticare la “Via Crucis” sulla collina dell’apparizione dell’Angelo del Portogallo del 1916, che anticipava le apparizioni mariane.

La bella invocazione che abbiamo imparato recita così:

Mio Dio, io credo, adoro, spero e Ti amo.
Ti chiedo perdono per quelli che non credono,
non adorano, non sperano e non Ti amano.

Il Santuario di Fatima aspetta anche tutti voi.
Sileno Lessi

Sulle orme di Maria: Cammino di preghiera al “Beato Giovanni Paolo II” – 8 maggio 2011.

Sulle orme di Maria: Cammino di preghiera al “Beato Giovanni Paolo II” – 8 maggio 2011. Pellegrinaggio a piedi che si svolgerà il prossimo 8 maggio presso il Santuario della Madonna delle Grazie al Sasso di Pontassieve (Fi).

Pellegrinaggio a piedi che si svolgerà il prossimo 8 maggio presso il Santuario della Madonna delle Grazie al Sasso di Pontassieve (Fi).

Sulle orme di Maria: Cammino di preghiera al “Beato Giovanni Paolo II” – 8 maggio 2011.

La partecipazione è libera, tutti sono benvenuti e sopratutto … benedetti dalla Madonna!
Come nella prima edizione, il percorso si snoda su un anello di circa 5 km (1h e 40m’), ma per offrire maggior possibilità di partecipazione, quest’anno si svolgerà di mattina. Partiremo alle ore 9,00 in punto dal Santuario del Sasso, Loc. Santa Brigida – Pontassieve (Firenze). Consigliamo di arrivare alle 8,30 (8,45 max), così da avere il tempo per ritirare (gratuitamente) le medagliette della “Madonna Miracolosa” (già benedette), il pieghevolino del “Rosario al Beato Giovanni Paolo II” e prepararsi con la preghiera per il cammino.
Scenderemo a Lucole e poi toccheremo Santa Brigida, prima di affrontare gli ultimi 800 mt in forte salita sul sentiero che ci ricondurrà alla roccia dove la Madonna apparve, chiedendo che su quel sacro sasso fosse eretta una chiesa, eletta poi a Santuario.
(La custodia del Santuario e le celebrazioni sono affidate ai Padri della Comunità dei Figli di Dio, fondata da P. Don Divo Barsotti, una Comunità monastica di stretta osservanza mirabilmente guidata dal Signore in spirito di umiltà, fraternità e accoglienza).
Dovremo rispettare i tempi di percorrenza programmati e verificati nella prima edizione, per rientrare in tempo per la confessione (per chi lo desidera inizia alle ore 10,45) e la S. Messa delle 11,00, (ricordiamo quanto disposto: da un’ora prima della S. Comunione si può ingerire solo acqua, quindi dalle 10,30 in poi niente cibo, caffè, caramelle, ecc.), al termine della quale si può partecipare all’Ora Media (Ora Sesta), con i salmi cantati in compagnia degli amatissimi monaci del Sasso.
Tra la S. Messa e l’Ora Media ci sarà il tempo per una visita devozionale alla Madonna delle Grazie nell’Oratorio inferiore.

Programma della 2a domenica di maggio (8 maggio), ricorrenza della tradizionale “Festa del Dono” al Santuario delle Grazie al Sasso.
– Ore 8,45: Pellegrinaggio Mariano: Cammino di Preghiera per le Conversioni e le guarigioni spirituali e fisiche alla Madonna delle Grazie al Sasso; si effetua su un percorso ad anello con rientro alle ore 10,45.
– Ore 11,00: Messa solenne, nella quale i rappresentanti delle parrocchie storiche offrono il tradizionale “Dono” di ringraziamento alla Madonna durante l’Offertorio; al termine la processione con le S.S. reliquie.
– Ore 12,30: pranzo nei locali della “Casa del Pellegrino” su prenotazione (tel. 055. 8300013), oppure al sacco nei locali della “Casa del Pellegrino”, o in un ristorante-pizzeria posto nelle vicinanze.
– Ore 15,00: canti e musiche della tradizione orale contadina della Valle del Sasso.
– Ore 16,15: Rosario meditato.
– Ore 17,00: Messa vespertina.
– Ore 18,00: Vespri.

Attualmente, per libera iniziativa dei fedeli devoti alla Madonna delle Grazie al Sasso, si fanno 2 pellegrinaggi all’anno.
La custodia del Santuario e le celebrazioni sono affidate ai Padri della Comunità dei Figli di Dio, fondata da P. Don Divo Barsotti, una Comunità monastica di stretta osservanza mirabilmente guidata dal Signore in spirito di umiltà, fraternità e accoglienza.

Per tutte le informazioni andare sul sito
http://orantidistrada.blogspot.com/p/pellegrinaggi_23.html

Franco Losi

Pellegrino in bicicletta: Viaggio verso i santuari francesi – Parigi – Parigi Km. 30 – 12 parte

In 30 Km. di passeggiata ho potuto vedere i luoghi simbolo della capitale francese come, l’Arco di Trionfo, Place de la Concorde, il museo del Louvre, la chiesa della Madelene, la tour Eiffel, la Basilica di Notre Dame, la Chiesa del Sacro Cuore ed altro ancora

Oggi ho approfittato del bel tempo che sembrava potesse essere duraturo, per fare un po’ il turista in bicicletta a Parigi. Ho seguito il percorso dei bus rossi che accompagnano i visitatori della città nei luoghi più rappresentativi e famosi. Mi sono rilassato pedalando in libertà, in una città occupata da migliaia di visitatori.

In 30 Km. di passeggiata ho potuto vedere i luoghi simbolo della capitale francese come, l’Arco di Trionfo, Place de la Concorde, il museo del Louvre, la chiesa della Madelene, la tour Eiffel, la Basilica di Notre Dame, la Chiesa del Sacro Cuore ed altro ancora. Sono riuscito a vedere molti monumenti famosi e anche a forare la ruota anteriore; alla faccia dei nuovi copertoni anti – foratura.
Ed ora tocca a te!!, io torno a Como in auto e con la mia famiglia felice al completo. La Francia cristiana ti aspetta.
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Pellegrino in bicicletta: Viaggio verso i santuari francesi – Parigi – (Parigi Rue du Bac) Km. 29 – 11 parte

La statua della Madonna rappresentata al centro dell’abside, è in piedi su un globo (mondo), le sue mani emanano raggi, simbolo delle Grazie che la Vergine Immacolata elargisce su tutti coloro che gliele chiedono.

Oggi giornata dedicata al riposo e alla meditazione.
Vorrei scrivere innanzi tutto di queste apparizioni che, come dice Padre Livio, direttore di Radio Maria, segnano l’inizio delle apparizioni mariane dei tempi moderni.
Siamo nel 1830, quindi sono già trascorsi 180 anni fino ad oggi. Ma vediamo perché sono cosìimportanti questi avvenimenti. Suor Caterina Labourè nasce in un paesino della Borgogna il 2 maggio 1806 e ben presto manifesta il suo desiderio di entrare in convento, malgrado il diniego del padre. La sua caparbietà e la sua fede, la portano a frequentare il noviziato nell’ordine delle “Figlie della Carità”, fondato da San Vincenzo de Paoli e Santa Luisa de Marillac. Pochi giorni dopo il suo ingresso nel convento, al numero 140 di Rue du Bac, ebbe delle visioni nelle quali le venne mostrato il futuro della Francia. Poco tempo dopo, il 6 giugno sempre 1830, Gesù le apparve durante la Santa Messa. In questo periodo, prima di professare i voti perpetui, le venne concessa la grazia di vedere il Signore ognivolta che entrava nella Cappella, e questo per nove mesi consecutivi. Nella notte tra il 18 e il 19 luglio del 1830, e nei mesi successivi, la Madonna le apparve per affidarle la missione di far conoscere al mondo intero la “Medaglia Miracolosa”. Caterina, obbedendo al suo direttore spirituale, mantenne il segreto per tutto il resto della sua vita circa le apparizioni e le rivelazioni che le erano state fatte. Si dedicò poi, ininterrottamente per 46 anni, al servizio dei poveri in un ospizio di Parigi. Morì il 31 dicembre 1876 e fu beatificata da Pio XI nel 1933. infine, Pio XII la elevò, nel 1947 alla santità. L’approvazione episcopale sulla veridicità delle apparizioni giunse molto presto, già nel 1836. Dopo la sua morte, il suo corpo venne sepolto nella cripta del convento in Rue du Bac e, nel 1933,quando fu riesumato, venne ritrovato intatto. Le sue spoglie ora sono esposte nella stessa cappella dove Santa Caterina ricevette le apparizioni della Madonna, vicino al reliquiario nel quale è custodito il cuore di San Vincenzo de Paoli. Questa in sintesi la vita di questa Santa. Il contenuto delle rivelazioni personali riguardano fatti e circostanze legate alla comunità dove viveva Santa Caterina e, più in generale, ad avvenimenti riguardanti la nazione francese e ad alcuni esponenti di spicco del clero di allora. Ma le apparizioni più importanti riguardano il mondo intero, con il compito affidatole di far coniare una medaglia con queste caratteristiche: Su un lato della medaglia: l’immagine di Maria con i raggi e la scritta: “O Maria concepita senza peccato originale prega per noi che a te ricorriamo”. Sull’altro lato: una Croce, la M di Maria e due cuori: quello di Gesù coronato di spine e quello dellaMadonna trafitto da una spada. Tutto intorno le dodici stelle che rappresentano l’impegno apostolico. Caterina, obbedendo all’invito della Madonna di far coniare una medaglia con quelle caratteristiche, ne parlò ai suoi superiori, ma questi inizialmente non la presero sul serio. Nel mese di dicembre dell’anno successivo, nel corso di una nuova apparizione, Caterina ricevette ancora l’invito dalla Madonna di far coniare la medaglia, cosa che avvenne due anni più tardi.I primi 1500 esemplari furono coniati il 30 giugno 1832 e i prodigi ottenuti furono così numerosiche la Medaglia fu detta: “Miracolosa”. Tra gli eventi miracolosi legati a questo oggetto di devozione c’è la conversione dell’avvocato e banchiere ebreo di nome Alfonso Ratisbonne (1812 – 1884). Questi, molto ostile al cristianesimo, mentre si trovava a Roma per motivi di salute, ricevette una apparizione della Vergine Maria, proprio come viene raffigurata nella Medaglia Miracolosa. Il suo stupore fu grande e iniziò per lui un percorso di conversione che lo portò ad abbracciare la fede cattolica e a ricevere l’ordinazione sacerdotale nel 1847. Niente è impossibile alla volontà del Signore!! Ma ecco perché, a mio parere sono così importanti le apparizioni a Rue du Bac. L’8 dicembre 1854 Pio IX definisce il “Dogma dell’Immacolata Concezione” (data poi ricorrente per la cristianità).
Quattro anni più tardi, a Lourdes, una giovane pastorella chiamata Bernadette riceve la visita di “Una Bella Signora” che si fa conoscere con il nome: “Io sono L’Immacolata Concezione”. In vista della Sua Maternità Divina, la Vergine Maria ha dunque ricevuto il privilegio di essere stata concepita Immacolata, senza peccato originale. Preservata dal peccato dei nostri progenitori, il suo corpo non poteva conoscere la corruzione della tomba. Attraverso poi il “Dogma dell’Assunzione di Maria in Cielo”, Papa Pio XII, nel 1950, stabiliva che Dio aveva elevato la Madonna in corpo e in anima alla gloria celeste (questa ricorrenza è
sempre il 15 agosto di ogni anno). Come quello di Maria, anche il nostro corpo è chiamato a condividere la gloria eterna, ma non al termine della nostra esistenza, ma a partire dalla Resurrezione finale. Ecco spiegata, a mio parere, l’importanza delle apparizioni di Rue du Bac e la centralità della figura di Maria nella storia Cristiana.
La statua della Madonna rappresentata al centro dell’abside, è in piedi su un globo (mondo), le sue mani emanano raggi, simbolo delle Grazie che la Vergine Immacolata elargisce su tutti coloro che gliele chiedono. Sotto i Suoi piedi un serpente viene schiacciato ; la vittoria del bene sul male del mondo. Appena è terminata la Santa Messa, tutti i fedeli presenti, compreso chi vi scrive, si avvicina alla balaustra dell’altare e si inginocchia per vedere più da vicino le urne che contengono tanta santità. Da sinistra scorgo la cassa dove è visibile il corpo di Santa Luisa de Marillac, coofondatrice dell’ordine vincenziano. Al centro, in alto la statua della Madonna che invita alla preghiera e sembra ripetere incessantemente che, per ricevere grazie dal Signore, bisogna chiederle. A destra, in basso è visibile l’urna con il corpo incorrotto di Santa Caterina, dominato dalla statua bianca di San Vincenzo de Paoli. In un reliquiario c’è anche il suo cuore. Fa ancora mostra di sé la sedia utilizzata dalla Vergine mentre parla con la suora. Questo è il messaggio che ci viene proposto qui in questo convento di Parigi.
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Pellegrino in bicicletta: Viaggio verso i santuari francesi – Montargis – Parigi (Rue du Bac, 140) Km. 125 – 10 parte

Trovare Rue du Bac, una via piccola, a senso unico, nel centro della capitale francese, non è cosa facile !! Questa era una preoccupazione che già alla partenza di questa mattina mi teneva in apprensione

Trovare Rue du Bac, una via piccola, a senso unico, nel centro della capitale francese, non è cosa facile !! Questa era una preoccupazione che già alla partenza di questa mattina mi teneva in apprensione. Invece, sono giunto a destinazione senza chiedere indicazioni a nessuno e senza sbagliare strada. Tutto merito di Luc, un giovane  in ferie che, come me ha la passione per la due ruote.

Quando ancora pedalavo nella “banlieu” (periferia) parigina, l’ho visto in lontananza e, raggiuntolo lo ho superato. Lui aveva una pedalata un po’ goffa, ma incisiva. Non appena si è visto superare mi ha affiancato chiedendomi dove fossi diretto con quelle borse. “Vado a Rue du Bac”, alla Cappella della Medaglia Miracolosa” ho risposto. Per farla breve, mi ha portato, guidandomi, davanti al portone del convento dove per tanti giorni ho desiderato arrivare. Era esperto della strade e insieme abbiamo percorso circa 15 chilometri. Anche il mio compagno di viaggio si recava spesso in preghiera alla cappella del convento.

Prima di giungere in Rue du Bac siamo passati per Place d’Italie, dove più di 15 anni orsono ho soggiornato con la famiglia insieme a Silvia e Germano. Oggi era l’ultima tappa e, sulla carta, si presentava facile, mentre un vento contrario fastidioso e, la stanchezza accumulata in questi giorni, l’hanno resa impegnativa. Ma, si sa !! tutte le cose belle bisogna un po’ sudarle !! Durante questa giornata ho attraversato, come al solito, cittadine belle e pulite; una di queste mi ha colpito per il suo ordine e per i tanti fiori lungo le strade: Nemours. Sono passato anche da Fontainebleau, dove fa bella mostra di sé il grande castello rinascimentale, dimora dei sovrani di Francia da Francesco I a Napoleone III.

Grande ed intricata si presenta anche la sua foresta, sicuramente teatro di movimentate battute di caccia. Non avevo molto tempo da dedicare al castello, ancora alcune decine di chilometri mi separavano da Parigi. Quando mi sono trovato nei pressi dell’aeroporto parigino di Orly, il resto è stata come una cavalcata trionfale, grazie anche alla “guida” che mi stava davanti (Luc) che mi illustrava da buon “Cicerone” i quartieri e i monumenti che incontravamo lungo il percorso.

Ho pensato ance alla gioia dei corridori del Tour de France che, quando vedono in lontananza laTour Eiffel, si emozionano perché si rendono conto di essere arrivati. Questa gioia non la vivonosolo i primi della classifica, ma tutti gli atleti che arrivano fino a Parigi. Ebbene sono arrivato!! La gioia è grande anche per me!! Dopo aver salutato il compagno di viaggio degli ultimi chilometri, che mi ha scortato fino alla meta,mi sono rivolto all’accoglienza del luogo, dove una suora molto gentile mi ha segnalato un piccolo albergo vicino a Rue du Bac; proprio dove mi trovo adesso.

Anche la bici è al sicuro, perché me la sono portata in camera (su consiglio del titolare della struttura che è di origine corse).Dopo una doccia ristoratrice mi sono recato subito alla Cappella dove ho potuto assistere alla S.Messa, celebrata da un sacerdote di colore che ha letto e commentato il Vangelo del Miracolo delle nozze di Canaa. Nella sua omelia ha ribadito un concetto presente anche nelle apparizioni a Santa Caterina Labourè: le Grazie bisogna chiederle, così come la Madonna nel Vangelo, ha chiesto l’intervento di Gesù quando il vino per la festa era finito. Maria, infatti, nella Cappella è rappresentata in piedi su un globo; dalle sue mani si irradiano i raggi luminosi, simbolo delle grazie che Maria spande su tutti coloro che si rivolgono a Lei con fiducia. Durante la giornata di domani potrò approfondire anche il significato della “Medaglia Miracolosa”,ma ora sono stanco e, i quasi 1200 Km. percorsi in questi 9 giorni si fanno sentire.“..Venite ai piedi di quest’altare, le Grazie saranno sparse su tutti”. Questo è il messaggio che ci arriva da Rue du Bac.

Bonne nuit.

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Pellegrino in bicicletta: Viaggio verso i santuari francesi – Nevers – Montargis Km. 145 – 9 parte

Oggi avevo previsto la sosta nella città di Montargis, ed infatti, sono arrivato proprio in questa cittadina. Fuori piove a dirotto e il pensiero corre già a domani e al desiderio di giungere alla meta: Rue du Bac a Parigi.

Dopo una rapida visita alla Cappella dove riposa la santa di Lourdes e una colazione veloce, un rapido saluto ai due amici che ho conosciuto ieri e con i quali mi sono attardato a parlare di attualità cristiana e pronti per la partenza in direzione Parigi.
Oggi avevo previsto la sosta nella città di Montargis, ed infatti, sono arrivato proprio in questa cittadina. Fuori piove a dirotto e il pensiero corre già a domani e al desiderio di giungere alla meta: Rue du Bac a Parigi.
Mi auguro che almeno domani non ci sia una pioggia così intensa !!

Questa mattina alla partenza un cielo minaccioso mi ha accompagnato per molte ore. Verso le 15:00 un altro bel temporale mi aspettava e mi imponeva di fermarmi nei pressi di uno dei tanti castelli della Loira aperto ai turisti.

Il percorso odierno si snodava lungo il corso di questo lungo fiume o, in alternativa, costeggiava un suo canale parallelo. Quasi sempre la strada era pianeggiante e non ho avuto problemi con la bicicletta, tanto da ritenere preferibile portarla dal mio meccanico di fiducia di Como per le riparazione al cambio.
Giusto il tempo di arrivare a Montargis, sede di tappa anche al recente “Tour de France”, e un nuovo acquazzone, con una violenza impressionante, si è scatenato in zona. Fortunatamente ero già al sicuro nella camera dell’albergo più caro che abbia incontrato in Francia.
Ho avuto giusto il tempo di cercare una sistemazione più economica, ma un piccolo hotel era chiuso per ferie, mentre un altro non aveva camere disponibili; non ho avuto altra scelta che accettare quello meno economico.
Non sono per niente stanco e, anche il solito fastidio dovuto alla sella sembra come sparito. Si vede che ormai sono quasi alla meta!! Quando ti accorgi che il traguardo è vicino non senti più la fatica, desideri solo raggiungere l’obiettivo finale.


Domani, se il tempo me lo consente, raggiungerò Rue du Bac nel primo pomeriggio e così avrò anche il tempo necessario per fare una prima visita ai luoghi di Santa Caterina Labourè.
Anche oggi, nel silenzio che spesso mi ha fatto compagnia, ho ripassato i numerosi canti della “Corale di San Fedele”, nella quale canto come tenore. Proprio di lunedì, come oggi, ma alla sera, si tengono le prove di canto, ma io oggi ho già cantato.

Cantare e pedalare in libertà, circondato dalla natura è un piacere che mi riempie di gioia. Quando si avvicina un’auto mi interrompo, riprendendo subito dopo il suo passaggio.
E’ curioso osservare come, attraversando i numerosi villaggi non si veda anima viva. Non ci sono rumori, e quando scorgi una persona fuori dalle mura domestiche, è intenta a qualche lavoro domestico, oppure è in giardino.
Molte sono anche le abitazioni in vendita o, a volte, anche da affittare. Comunque sia, credo proprio che un queste località la gente viva bene, le poche persone che ho visto appaiono più tranquilli di noi ed apprezzano la vita semplice e genuina.
Beh !! c’è anche da considerare che molti francesi sono ancora in ferie e solo tra qualche giorno rientrano alle loro abitazioni.
Ho sentito la “mia Rita” e, come di consueto, mi ha riferito di tutte le novità di casa e del lavoro. Sono proprio fortunato ad avere una moglie così !!
Tra pochi giorni ci troveremo tutti insieme a Parigi, per trascorrere quattro giorni nella “Ville Lumière”. Sara, Nunzia, Albi, Rita ed io quando siamo insieme è per tutti una vera gioia. Come sono fortunato !!
Buona notte e… speriamo nel sole per domani.

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Pellegrino in bicicletta: Viaggio verso i santuari francesi – Paray le Monial – Nevers Km. 125 – 8 parte

Ma Nevers è importante soprattutto come luogo di pellegrinaggio, grazie alla custodia del corpo incorrotto della veggente di Lourdes: Bernadette Soubirous.

Un bel sole alla partenza è la gioia di riprendere la strada, sapendo che la meta si avvicina. Pedalando si può pensare, guardare intorno, cantare e pregare. Oggi mi sono ritrovato spesso a cantare grazie anche alla bellezza della natura e alla quasi assenza di traffico veicolare. Il tracciato che fin’ora ho percorso non si è mai presentato monotono, al contrario ho potuto ammirare spesso paesaggi e luoghi bellissimi e suggestivi. Dopo pochi chilometri ho avuto un guasto alla bici. Il filo d’acciaio del cambio si è spezzato e ho dovuto pedalare per circa 100 chilometri senza poter cambiare la velocità di rapporto. Potevo utilizzare solo il deragliatore e cambiare solo la corona davanti, mentre il pacco dietro era sempre fisso sul rapporto più duro.
Tutto sommato non è stato poi così difficile, anche se in un primo momento pensavo di dovermi fermare. Domani, che è lunedì, cercherò lungo il percorso un meccanico per biciclette che mi possa sostituire il filo.
Nel pomeriggio il cielo si è fatto sempre più minaccioso e, quasi all’arrivo di tappa, ho preso una bella lavata; un bel temporale estivo che si è preannunciato, prima con lampi e tuoni, e poi una bella pioggia battente per circa 30 minuti.
Non mi sono fermato, perché come spesso accade, avevo previsto che sarebbe durata poco la pioggia, ed infatti, all’ingresso della bella città di Nevers, è ritornato a splendere prepotentemente il sole, ed in pochi minuti la pioggia è rimasta solo un ricordo.
Ho trovato subito accoglienza presso l’ “Espace Bernadette” dove, dietro il pagamento di una cifra contenuta, posso trascorrere la notte, cenare abbondantemente dopo aver fatto una bella doccia calda. Naturalmente nel prezzo è compresa anche una bella colazione alle 7:45. Questo spazio per i pellegrini dove sono stato accolto, è aperto tutto l’anno per consentire a chi lo desidera di raccogliersi in preghiera, riflettere e riposarsi.

La città di Nevers è un po’ al centro geometrico della Francia,e sorge nei pressi del fiume “Loira”. La sua posizione geografica la colloca a metà strada tra Parigi e Lione, ideale punto di sosta per chi percorre questa arteria così importante.
Ma Nevers è importante soprattutto come luogo di pellegrinaggio, grazie alla custodia del corpo incorrotto della veggente di Lourdes: Bernadette Soubirous. La pastorella che, dopo le apparizioni della Santa Vergine nel 1858, visse ed operò proprio qui a Nevers presso il Convento della “Suore della Carità”, svolgendo la sua opera come sacrestana ed infermiera, fino alla sua prematura scomparsa avvenuta nel 1879.
La veggente di Lourdes entrò come suora nella congregazione del 1886, all’età di 22 anni, proprio nel luogo dal quale sto scrivendo questi appunti. Visse ed operò qui tra dolori e sofferenze, con attacchi di asma e tubercolosi, dedicando tutto il
suo amore ai bisognosi. Dopo la sua morte fu sepolta nella chiesa del convento, ma nell’ottica di una sua beatificazione
(che avvenne poi nel 1929), nel 1909 il suo corpo fu riesumato per tre volte, nel 1909, nel 1919 e nel 1925. Inspiegabilmente in tutte e tre le circostanze la salma si presentò incorrotta ad ogni esumazione e l’emozione del popolo fu così forte che il suo corpo venne esposto per ricevere la visita e le preghiere di migliaia di pellegrini che accorrevano per vedere Bernadette, come se fosse
solo addormentata. Ancora oggi è possibile vedere il suo corpo incorrotto, protetto da una leggera patina di cera solo sulle mani e sul viso.

Nel 1933 è stata canonizzata da Pio XI e da allora la sua devozione è aumentata notevolmente, considerando che i pellegrini oltre a Nevers, visitano anche e soprattutto Lourdes.

Domani tappa tranquilla… Rue du Bac si avvicina.

Buona notte.

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Pellegrino in bicicletta: Viaggio verso i santuari francesi – Ars (San Jean Marie Vianney) – Paray le Monial Km. 80 – 7 parte

In conseguenza di queste apparizioni di Cristo, Papa Pio IX promuove nel 1856 la festa del Sacro Cuore per tutta la Chiesa, provocando un grande afflusso di pellegrini versa la città di Paray le Monial.

C’è un collegamento che lega il grande prete San Jean – Marie Vianney (non di statura) di Ars e la grande (anche qui non di statura) Santa Maria Margherita Alacoque?
Si!! Oltre ad avere entrambi il nome e la devozione speciale per Maria, li accomuna l’amore per Gesù.
Anche la storia di questa santa inizia dai primi anni dell’infanzia, quando manifesta la volontà di consacrarsi al Signore.

Le vicende personali la portano ad entrare in convento proprio qui, a Paray le Monial, nel giugno del 1671, dove dopo solo un anno prende i voti perpetui.
Dal 1673 e per due anni, Gesù le appare nel Monastero dell’Ordine della Visitazione, svelandole “..il cuore che ha tanto amato gli uomini”.
Gesù le lascia anche una serie di “Promesse” per i devoti al suo Sacro Cuore, concedendo speciali grazie a tutti coloro che propagheranno la devozione verso il Suo Cuore.
Margherita rivela al suo padre spirituale questi messaggi; il nome del sacerdote è Claude La Colombière, superiore dei Gesuiti, che autentifica l’esperienza mistica della giovane religiosa.


In conseguenza di queste apparizioni di Cristo, Papa Pio IX promuove nel 1856 la festa del Sacro Cuore per tutta la Chiesa, provocando un grande afflusso di pellegrini versa la città di Paray le Monial.

Da quando nel 1986 anche Giovanni Paolo II ha fatto visita ai luoghi dell’apparizione, i pellegrinaggi hanno conosciuto ancora più sviluppo.
I luoghi da visitare, oltre alla Basilica, sono: il Convento, la Cappella del Monastero della Visitazione dove sono avvenute le apparizioni e la Cappella dove riposa il direttore spirituale della Santa, proclamato anch’egli santo.
La Basilica, eretta intorno all’anno 1000 da un abate cluniacense, sull’esempio di quella più importante di Cluny è molto bella ed imponente.
L’esterno è anzi più bello dell’interno che si presenta spoglio. I fedeli che si recano per la preghiera non sono distratti ad osservare altre cose, perché le mura interne sono pulite ed essenziali, proprie dell’architettura romanica.

Ma è la piccola e raccolta Cappella del Convento che mi ha attratto e dove ho sostato a lungo. Ho seguito la recita dei vespri pomeridiani, cantati dalle poche suore rimaste in una buia stanza laterale e l’esposizione del Santissimo Sacramento in un Ostensorio particolare, diverso da quelli che siamo soliti vedere. Era a forma di croce, di colore oro e, al suo interno, un cuore conteneva l’Ostia Santa.
In una cappella di destra riposa la Santa, visibile dentro ad una teca di vetro.

La città di Paray le Monial è molto bella ed ordinata, le strade perfette e il traffico per niente caotico. L’unico inconveniente è stato quello di non trovare posto nelle strutture di accoglienza per i pellegrini, a causa di un raduno di giovani con le famiglie della Comunità dell’Emanuele, che organizza sessioni internazionali di preghiera e riflessione. La loro presenza, seppure numerosa
(1.500 persone) è discreta e silenziosa.

Oggi giornata molto calda, ripagata da un percorso molto bello. Ho attraversato per molti chilometri le colline dove si produce il vino Beaujolet. Anche se ho allungato di circa venti chilometri la tappa, a causa di una indicazione errata, sono contento di aver aver fatto la conoscenza di altre figure di grande santità.
Prima del sonno le preghiere della sera, con una invocazione particolare all’Angelo Custode di
Alberto, che proprio oggi compie 33 anni. Auguri !!

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Pellegrino in bicicletta: Viaggio verso i santuari francesi – Bougoin – Jallieu – Ars (San Jean Marie Vianney) Km. 80 – 6 parte

Il villaggio del Santo Curato è piccolo e tutto ruota attorno alla Basilica e ai locali nei quali ha operato il prete. La primitiva chiesetta è stata ampliata con la costruzione di un grande edificio religioso, capace di ospitare i numerosi pellegrini che ogni anno visitano questi luoghi.

Dopo una notte di riposo profondo, il suono delle due sveglie (cellulare e orologio) mi riporta alla realtà. Una nuova giornata di bicicletta mi aspetta e oggi..piove a dirotto. Spostando la tenda mi è apparso un cielo nero e imbronciato e le prospettive non lasciavano presagire niente di buono per la giornata.
Senza farmi troppo intimorire dal maltempo e, curioso di mettere alla prova la impermeabilità delle mie nuove sacche della bici, ho preparato il bagaglio, avendo cura di proteggere con involucri di plastica i vestiti per il tempo libero. La strada oggi si presentava prevalentemente pianeggiante e questo mi ha consentito di “riposare” un po’.

Il mio programma prevedeva la visita approfondita della cittadina del Santo Curato d’Ars e quindi i chilometri di oggi sono pochi.

La storia di San Giovanni Maria Vianney inizia nel 1859, ma il suo esempio di sacerdozio è rimasto, ed anzi si è accresciuto negli anni, tanto da essere stato nominato, da Papa Pio XI, patrono di tutti i preti del mondo. Da poche settimane, inoltre, proprio il 19 giugno di quest’anno, si è concluso l’anno sacerdotale, fortemente voluto da Sua Santità Papa Benedetto XVI, per ricordare e riscoprire le virtù di questo umile sacerdote che è diventato un esempio per tutto il clero.

Mi trovo in una bella struttura religiosa proprio a due passi dalla Basilica. Questa casa di accoglienza si chiama: La Provvidence, maison d’accueil, Centre Spirituel, Ars sur Formans. Per € 28 posso dormire in una bella cameretta, cenare con altri pellegrini al refettorio e prendere la petit – dejeuner domani mattina.

Il villaggio del Santo Curato è piccolo e tutto ruota attorno alla Basilica e ai locali nei quali ha operato il prete. La primitiva chiesetta è stata ampliata con la costruzione di un grande edificio religioso, capace di ospitare i numerosi pellegrini che ogni anno visitano questi luoghi.

Nell’omelia tenuta da S.E. il vescovo Antioco Piseddu, della Diocesi di Lanusei (Sardegna), concelebrata da nove sacerdoti italiani, è stata ricordata la figura del Santo: un prete che ha dedicato tutta la sua vita nella ricerca dell’amore di Cristo. Amare il Signore e ricevere il Suo amore lo portava a dedicarsi anima e corpo all’apostolato e alla cura spirituale dei suoi parrocchiani, dimenticandosi a volte perfino di mangiare, perché doveva sempre confessare. Questo ardore e dedizione totale verso il sacramento della riconciliazione, mi ha fatto ricordare un altro grande santo che passava giornate nel confessionale: San Pio da Pietrelcina.

Intorno alla Basilica c’è la casa del Santo e la Cappella del Sacro Cuore, dove è custodito il grande cuore del prete. Il suo corpo, invece, riposa adagiato dentro una teca di cristallo e bronzo all’interno della “sua” chiesa ed appare così come ci viene proposto.

Nel grande libro a disposizione dei pellegrini ho scritto i nomi del parroco e del vicario della mia parrocchia, affinchè l’esempio del Santo Curato possa aiutarli nel difficile impegno di pastori della nostra comunità. A Don Carlo consegnerò, al mio rientro a Como, una immaginetta del Santo curato con la sua immagine e la sua bella preghiera.

Adesso, mentre scrivo, sta tramontando il sole che non c’era stamani e che ho desiderato poter rivedere in fretta.

Per domani ho in programma la visita ad un altro importante luogo della fede: Paray le Monial e le apparizioni a Santa Margherita Maria Alacoque, vissuta negli anni 1647 – 1690. Ma questa figura la descriverò domani.

Prima di chiudere vorrei ricordare un amico che ho conosciuto durante l’ultimo pellegrinaggio a Medjugorje: Miro. E’ stato lui che mi ha fatto conoscere e meditare sulla figura del Santo e mi ha insegnato una bella preghiera che recita così:

Atto d’amore del Santo Curato d’Ars
Io ti amo, o mio Dio;
mio solo desiderio è di amarti fino all’ultimo respiro della vita.
Io ti amo, o Dio infinitamente amabile,
e preferisco morire amandoti
che vivere un solo istante senza amarti.
Io ti amo, o mio Dio,
e temo l’inferno solamente perché non ci sarà mai
la dolce consolazione di amarti.
O mio Dio,
se la mia lingua non può dire ad ogni istante che ti amo,
voglio almeno che il mio cuore te lo ripeta ad ogni respiro.
Ah! Fammi la grazia di soffrire amandoti,
di amarti soffrendo
e di spirare un giorno amandoti e sentendo che ti amo.
Più mi avvicino alla fine
Più ti scongiuro di accrescere il mio amore,
e di renderlo più perfetto.
Amen.

E con questa bella preghiera posso addormentarmi felice di aver incontrato sulla via un prete santo.

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Pellegrino in bicicletta: Viaggio verso i santuari francesi – Santuario di Notre Dame de La Salette – Bourgoin – Jallieu Km. 150 – 5 parte

Scrivo questo breve resoconto della giornata da Bourgoin – Jallieu, a circa 40 Km. Da Lione. Domani ci sarà una tappa più breve, per consentirmi una visita ai luoghi legati alla vita e alla figura del Santo Curato d’Ars, patrono dei sacerdoti.

Che strano!! La piantina del Pc di Google Maps diceva che la tappa odierna misurava K. 136, mentre in realtà, alla fine il computerino diceva che erano più di 150. Sarà perché sono uscito per andare al ristorante…ma!! Questo strumento non mi sembra completamente affidabile.
Di buona lena questa mattina ho preparato il bagaglio e, come le altre volte, mi sono stupito della praticità e della facilità con la quale posso rimontare le borse che contengono il bagaglio. Ho fatto un vero affare ad acquistarle… in tutti i sensi!!

La discesa che dal Santuario, posto a circa 1800 mt. Di altezza, mi riporta a Corps, la cittadina di origine dei due pastorelli, è stata velocissima. 15 Km. Di picchiata, tra curve pericolose e panorama mozzafiato. La natura è veramente un grande dono di Dio!! E l’uomo, a volte, cerca di dominarla, se non distruggerla.

Il percorso di oggi, sempre vallonato, mi ha fatto transitare per Grenoble. Una bella e grande città, moderna e tutta circondata da stupende montagne. Le Alpi francesi sono rinomate per i numerosi impianti invernali, ma anche in piena estate sono capaci di attirare ed ospitare numerosi appassionati della montagna.

Lasciata la bella città di Grenoble, una ripida discesa mi porta a Vizille, una cittadina spesso attraversata dal Tour de France. Sono numerose, infatti, le scritte inneggianti ai vari protagonisti della “Grande Boucle”. Le scritte sull’asfalto sono quasi tutte per i corridori di casa, anche se poi la maglia gialla a Parigi l’ha vestita uno spagnolo: Contador.

Scrivo questo breve resoconto della giornata da Bourgoin – Jallieu, a circa 40 Km. Da Lione. Domani ci sarà una tappa più breve, per consentirmi una visita ai luoghi legati alla vita e alla figura del Santo Curato d’Ars, patrono dei sacerdoti.

Fisicamente mi sento bene, anche se persiste un fastidioso dolore al soprasella. In fondo è comprensibile perché rimanere tante ore in bicicletta sarebbe strano il contrario.

Io mi sono attrezzato e, come mi ha insegnato l’amico Franco (con lui sono stato a Czestochowa), uso abbondanti dosi di crema Nivea.

Ho già fatto il bucato, anche quello di ieri, e sono pronto per le preghiere della sera.

Ha!! La signorina dell’accoglienza qui dove mi trovo, non era a conoscenza delle apparizioni mariane al Santuario de “La Salette”; così mi sono permesso di regalarle una “brochure” del famoso luogo delle apparizioni. Speriamo le possa servire !!

Una preghiera anche a tutte le persone, e sono tante, che spesso mi rendo conto di dimenticare qualcuno, che porto nel mio cuore e che sento vicine in questo pellegrinaggio.

Bonne nuit.

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Pellegrino in bicicletta: Viaggio verso i santuari francesi – Briancon – Santuario “Notre Dame de La Salette” Km. 140– 4 parte

Madonna de La Salette
“…Avvicinatevi, figli miei, non abbiate paura”.
E’ il 19 settembre del 1846, nel cuore delle brulle prealpi francesi, due pastorelli: Melania e Massimino, ricevono la visita da una “Bella Signora” in pianto.

Madonna de La Salette
“…Avvicinatevi, figli miei, non abbiate paura”.
E’ il 19 settembre del 1846, nel cuore delle brulle prealpi francesi, due pastorelli: Melania e Massimino, ricevono la visita da una “Bella Signora” in pianto.
La Vergine implorava il suo popolo di “scegliere per la vita”. Il suo richiamo e le sue lacrime hanno emozionato tante persone che, da 164 anni, non smettono di salire sulla montagna per mettersi in cammino sulle tracce di Suo Figlio.
”…fatelo conoscere a tutto il Mio popolo”.
La stanchezza accumulata nella giornata scorsa, dovuta soprattutto allo scollinamento sul Monginevro, oggi si è fatta sentire.
Già dai primi chilometri della tappa le gambe stentavano a girare come al solito. Sono partito alle 7:15 dalla bella cittadella fortificata di Briancon e il termometro segnava solo + 7°.
I primi chilometri, in discesa, li ho percorsi bello coperto perché il sole stentava a riscaldare la valle. Poi, in tarda mattinata, tutto è ritornato normale.
Oggi c’era da superare il Col Bayard (mt. 1246), ma si faceva sempre più minaccioso lo spauracchio dell’erta finale (fino ai 1800), dove è stato costruito il Santuario di Notre Dame de La Salette.
Ebbene, grazie ad un salto di catena, e al tempo che si faceva sempre più minaccioso, dopo alcuni chilometri di salita finale, ho avuto la fortuna di ricevere un passaggio. Ho caricato la bici, che aveva la catena incastrata e non ne voleva sapere di girare, su di un camper di signori francesi che, in compagnia del loro cagnolino, si recavano anche loro a visitare il famoso santuario mariano.
E’ stato un intervento “provvidenziale” perché ero molto stanco e anche in ritardo, perché avevo prenotato già da molte settimane una camera proprio qui all’albergo dei pellegrini del santuario, e non volevo arrivare in ritardo.
La discesa domani la farò tutta su due ruote, dopo aver sistemato la catena che a volte fa i capricci.
Il luogo dove sorge il Santuario è bellissimo. Sul piazzale antistante ci sono le statue bronzee che ritraggono i protagonisti dell’apparizione: la Vergine, con i costumi dell’epoca e i due pastorelli: Massimino e Melania folgorati dall’Apparizione. Veramente c’è anche il loro cagnolino, ma sembra completamente disinteressato all’evento prodigioso.
Ho avuto anche la possibilità di partecipare alla Santa Messa in italiano e ho conosciuto un sacerdote che accompagnava un gruppo di pellegrini provenienti da Siena in autobus.
Dopo la cena, servita a self – service, alle 20:30 una bella funzione liturgica, in diverse lingue, ha chiuso la serata con l’immancabile processione come a Lourdes, con i “flambeaux”.
Ho vissuto momenti molto suggestivi e carichi di emozione, durante le orazioni in ricordo anche delle molte intenzioni di preghiera che avevo nel mio cuore.
I molti pellegrini ora riposano nella grande struttura di accoglienza adiacente il Santuario. Anch’io mi affretto ad imitarli.
Buona notte a tutti, in particolare ai miei familiari.
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Pellegrino in bicicletta: Viaggio verso i santuari francesi – Basilica di Superga (TO) – Briancon (F) Km. 124 – 3 parte

Il villaggio di Briancon si sviluppa già a partire dal XIII sec. grazie anche all’ istallazione dei Papi ad Avignone nel secolo successivo e diviene crocevia economico, politico e strategico soprattutto per la sua posizione geografica.

Era una tappa che temevo molto, a causa della difficile ed impegnativa ascesa al Passo del Monginevro (1840 mt), e così è stata.
Gli ultimi 6 chilometri che da Cesana Torinese salgono verso Clavière, dov’è posta la dogana italiana, sono stati veramente impegnativi. Alcune volte mi sono fermato e sono sceso dalla bici, perché le forze si esaurivano. E poi, quei 15 Kg. Di bagaglio li ho sentiti ancora più pesanti.

Ora però sono qui, nella bella cittadina francese di Briancon, ricca di colori e di musica. Dal 16 al 20 agosto si svolge, infatti, il “Festival delle arti della strada” e la cittadella fortificata brulica di gente festante.

Il villaggio di Briancon si sviluppa già a partire dal XIII sec. grazie anche all’ istallazione dei Papi ad Avignone nel secolo successivo e diviene crocevia economico, politico e strategico soprattutto per la sua posizione geografica.

Nel Medioevo, la presenza dei Valdesi costringe la Chiesa Cattolica ad adottare una politica di repressione ed evangelizzazione. Vengono fondati un convento di “Francescani” e uno di suore “Orsoline” che si fanno carico dell’educazione delle ragazze.

Solo dopo la costruzione delle mura della cittadella viene edificata una bella chiesa collegiata, intitolata a San Nicola. Questo rimane ai giorni nostri il principale luogo di culto degli abitanti di questa bella cittadina alpina.

Ora la località vive di turismo legato anche alle attività sportive invernali ed estive.
Da ricordare, infine, che la città è iscritta nella lista del “Patrimonio mondiale dell’Unesco”.

Anche per domani il menù (in bicicletta) si presenta impegnativo. L’arrivo è previsto alla sommità del monte dove sorge il grande Santuario mariano di “Notre Dame de La Salette”, a metri 1800.
In questo luogo ho riservato, presso l’accoglienza pellegrini, una camera per la notte, perciò passo subito al riposo perché sono molte le energie spese oggi che devo recuperare.
Bonne nuit !!

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Pellegrino in bicicletta: Viaggio verso i santuari francesi – Como – Basilica di Superga (TO) Km. 184 – 2 parte

La Basilica di Superga è stata voluta da Vittorio Emanuele II, a compimento di un voto ed è dedicata alla natività della Vergine Maria. L’edificio venne eretto dal Juvarra tra il 1717 e il 1731.

Dopo i ripetuti scrosci di ieri, 15 agosto, festa della Madonna Assunta in cielo, oggi sono partito con il sole.
I primi chilometri, per la verità, erano in ombra e con una temperatura un po’ freddina (14°), ma ben presto, con l’arrivo del sole, ho avuto la fortuna di pedalare con una temperatura ideale.
Era la prima tappa di questo pellegrinaggio in bicicletta che mi terrà impegnato per una decina di giorni e che prevede la visita finale al Convento di Rue du Bac a Parigi. Visiterò la cappella delle suore dove Santa Caterina Labouré ricevette una serie di apparizioni mariane, e non solo.
Da quel luogo, e grazie a queste apparizioni è iniziato il culto e la diffusione della “Medaglia Miracolosa”.
Anch’io, come migliaia di fedeli, la porto da molto tempo al collo e credo fermamente nelle potenzialità e nei benefici che ricadono su tutti coloro che la portano con devozione e si adoperano per la sua diffusione.
Naturalmente lungo il percorso visiterò altri luoghi legati alla fede.
Il primo di questi, dal quale inizio anche la stesura di questo diario di viaggio è la sede della mia prima tappa; mi trovo, infatti, nel convento della Comunità dei Frati “Servi di Maria”, O.S.M.
Nella foresteria di questo bel complesso, adiacente alla Basilica di Superga, c’è un centro che offre ospitalità ai numerosi pellegrini che desiderano trascorrere momenti di silenzio e di meditazione.

Oltre all’aspetto spirituale non si può che rimanere affascinati da questo luogo dello spirito, realizzato su progetto del grande architetto siciliano Filippo Juvarra. Architetto che collaborò anche alla realizzazione della cupola della Cattedrale del Duomo di Como.

Alla sommità del colle (670 mt.), si gode una bella vista che spazia sulla pianura torinese. Naturalmente si distinguono tutti gli edifici più famosi del capoluogo piemontese, come la Mole Antonelliana, il Duomo e il corso del fiume Po.

La Basilica di Superga è stata voluta da Vittorio Emanuele II, a compimento di un voto ed è dedicata alla natività della Vergine Maria. L’edificio venne eretto dal Juvarra tra il 1717 e il 1731.

L’interno è caratterizzato dalla grande cupola che lo sovrasta ed è a pianta circolare. Alla destra dell’altare maggiore si accede alla Sagrestia e, alla sinistra, si può ammirare la “Cappella delle Grazie” o “Del Voto”, con una bella statua della Madonna.

Uscendo dal luogo sacro, sulla destra, si accede ai sotterranei, dove sono collocate le tombe dei Re della dinastia “Savoia” sepolti dal 1731 in poi.

All’esterno, dietro la chiesa, una lapide ricorda il punto esatto dove si schiantò, nel 1949, un aereo in fase di atterraggio. Le 31 persone a bordo, tra cui tutti i componenti della squadra calcistica del Torino Calcio, perirono nell’incidente.

La giornata sui pedali è stata lunga ed impegnativa e, gli ultimi chilometri con la salita al Santuario, mi hanno messo a dura prova.

Quando però, sono giunto sul piazzale della Basilica la gioia è stata grande.

Alle ore 19:00 ho avuto la possibilità di partecipare alla preghiera comunitaria e alla Santa Messa. Nella piccola cappella del convento quattro sacerdoti e un fratello (laico), hanno concelebrato la liturgia eucaristica. Tutti e cinque si sono comunicati, mentre per me è scattata la preghiera che solitamente recito mentre l’assemblea si accosta alla Santa Comunione.

Il rettore del convento, Padre Benedetto Marengo, mi ha lasciato le chiavi del locale dove mi trovo per la notte e mi ha invitato per la colazione di domani mattina; Refettorio al III piano.

Naturalmente ci sarò !!

Ora è giunto il momento delle preghiere della sera, del pensiero ai miei cari che solo stamattina ho salutato e un ringraziamento a Chi, dall’alto, ha vegliato e mi ha guidato in questo primo giorno.

Domani, forse, arriverò a Briancon. Già Francia, forse !! Buona notte.

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Pellegrino in bicicletta: Viaggio verso i santuari francesi – 1 parte

La meta di questo ciclopellegrinaggio in terra di Francia è posta a Parigi, in Rue du Bac al n. 140. Una piccola via a senso unico nel cuore della capitale francese che nasconde una cappella dove sono avvenute apparizioni speciali, il luogo dove è iniziata la diffusione di questa immagine prodigiosa della Vergine.

Cari amici,
è con grande piacere che vi annuncio la pubblicazione a puntate della nuova grande avventura di Sileno Lessi, il nostro inviato speciale a due ruote. Pur non conoscendolo personalmente, Sileno è una persona speciale non rimarrete indifferenti ai suoi viaggi!

Buona lettura

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In bici fino a Parigi
16 – 27 agosto 2010

Pellegrinaggio in bicicletta fino alla Cappella della Medaglia Miracolosa di Parigi, passando dal Santuario di Superga a Torino, la Basilica della Salette, il villaggio del Santo Curato d’Ars, la Basilica del Sacro Cuore di Paray le Monial e Nevers, dove riposa Santa Bernadette.
Ecco le tappe e la mia bici – (Wilier Triestina) :

INTRODUZIONE

La Francia è, da secoli, una terra benedetta. Basta varcare il confine che subito ti si presentano numerose e straordinarie possibilità di attingere a fonti di Grazia: Notre Dame de La Salette, dove è apparsa la Madonna, la Parrocchia del Santo Curato d’Ars, patrono universale dei sacerdoti, Paray le Monial, dove il messaggio d’amore del Sacro Cuore si diffonde da secoli in tutto il mondo e Nevers, dove il corpo incorrotto di Santa Bernadette e la sua umiltà avvalorano e completano le apparizioni di Lourdes.

La meta di questo ciclopellegrinaggio in terra di Francia è posta a Parigi, in Rue du Bac al n. 140. Una piccola via a senso unico nel cuore della capitale francese che nasconde una cappella dove sono avvenute apparizioni speciali, il luogo dove è iniziata la diffusione di questa immagine prodigiosa della Vergine.

Questo è l’ambizioso programma che ho preparato e che desidero di cuore portare a compimento. Dedico questo diario di viaggio al mio parroco, Mons. Carlo Calori, che in tutti questi anni mi ha aiutato a capire e ad alimentare il fervore e la preghiera verso la Vergine Maria.

Pellegrinaggio alla Sacra Sindone partendo da Milano

L’Associazione Amici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Associazione Opera della Regalità di N.S.G.C. – Milano, propongono dal 17 maggio (cena) al 19 maggio (pranzo) un pellegrinaggio alla Santa Sindone

PELLEGRINAGGIO
IN OCCASIONE DELL’OSTENSIONE 2010
DELLA SANTA SINDONE

L’Associazione Amici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Associazione Opera della Regalità di N.S.G.C. – Milano, propongono dal 17 maggio (cena) al 19 maggio (pranzo) un pellegrinaggio alla Santa Sindone, con il seguente programma:

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Sileno Lessi pellegrino in bicicletta

Sono circa quaranta milioni coloro che ogni anno in Italia scelgono come meta un santuario, un monastero, una chiesa storica.

Sono circa quaranta milioni coloro che ogni anno in Italia scelgono come meta un santuario, un monastero, una chiesa storica.

Nel nostro Paese la Basilica di San Pietro e il Santuario di Padre Pio condividono il primato: sette milioni di pellegrini. Segue la Basilica di San Francesco ad Assisi con cinque milioni e mezzo di presenze, quindi il Santuario di Loreto con quattro milioni e mezzo e subito dopo la Basilica di Sant’ Antonio a Padova.

Accanto al pellegrino tradizionale cresce il turista che si reca nei luoghi sacri soprattutto per motivi culturali, per amore della storia, dell’arte, dell’architettura.

Il Italia non mancano certo le occasioni per una visita di stampo religioso: 30 mila chiese storiche, 1700 santuari, 400 monasteri e altrettante abbazie.

L’ uomo moderno viaggia come l’antico. Con modalità e possibilità diverse, anche con stimoli diversi, ma entrambi all’origine del cammino hanno la mèta: la ricerca del senso della vita. Nonostante la secolarizzazione la sete di sacro è nell’uomo moderno uno dei principali motivi per mettersi in cammino.
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Viaggio per la penisola con “Italia fuorirotta”

REDAZIONE – Prendendo spunto dal libro “Italia fuorirotta” scritto da Emilio Rigatti e pubblicato da Ediciclo, nel quale si traccia un percorso insolito, affrontato in bicicletta, che da Venezia arriva fin dalle parti di Reggio Calabria, abbiamo pensato di ricalcare un percorso analogo…

REDAZIONE – Prendendo spunto dal libro “Italia fuorirotta” scritto da Emilio Rigatti e pubblicato da Ediciclo, nel quale si traccia un percorso insolito, affrontato in bicicletta, che da Venezia arriva fin dalle parti di Reggio Calabria, abbiamo pensato di ricalcare un percorso analogo, da affrontare in auto oppure in moto (i più avventurosi possono comunque percorrerlo in bicicletta) visitando le bellezze culturali e religiose (cattedrali, oratori, abbazie, monasteri, eccetera) dei posti indicati nel suddetto testo.
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Da Saint Jean a Santiago de Compostela: le tappe

SANTIAGO DE COMPOSTELA – Dopo tutte le spiegazioni e le raccomandazioni necessarie per intraprendere un cammino avventuroso e impegnativo, è davvero ora di partire, e niente è più utile, prima di mettersi in viaggio, di una sorta di mappa del percorso…

Il corredo del pellegrino
SANTIAGO DE COMPOSTELA – Dopo tutte le spiegazioni e le raccomandazioni necessarie per intraprendere un cammino avventuroso e impegnativo, è davvero ora di partire, e niente è più utile, prima di mettersi in viaggio, di una sorta di mappa del percorso con la descrizione sintetica delle tappe da affrontare per completare i 775 chilometri che da Saint Jean Pied de Port conducono a Finisterre.
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Verso Santiago, con bastone e conchiglia

SANTIAGO DE COMPOSTELA – Prima di partire per un viaggio avventuroso è bene assicurarsi di avere in mente tutte le informazioni necessarie.

SANTIAGO DE COMPOSTELA – Prima di partire per un viaggio avventuroso è bene assicurarsi di avere in mente tutte le informazioni necessarie. E la lingua parlata nei territori attraversati non è un fattore secondario. Lungo gli 800 chilometri del Cammino si è in territorio spagnolo, quindi la lingua ufficiale è appunto lo spagnolo, con la presenza di lingue autonome in Navarra (basco) ed in Galizia (gagliego). Ma va detto che il Cammino ha una sua lingua, un misto di spagnolo, francese, inglese, tedesco, portoghese e italiano, ovvero le lingue principali parlate in Europa, e quindi dai pellegrini che percorrono il Cammino.
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Cammino di Santiago, come gustarsi un percorso spirituale

SANTIAGO DE COMPOSTELA – L’intero percorso del pellegrinaggio verso Santiago de Compostela, affrontato lungo il cosiddetto “Cammino francese”, misura 775 chilometri suddivisi in trenta tappe…

SANTIAGO DE COMPOSTELA – L’intero percorso del pellegrinaggio verso Santiago de Compostela, affrontato lungo il cosiddetto “Cammino francese”, misura 775 chilometri suddivisi in trenta tappe, con l’aggiunta di altre tre tappe per raggiungere l’estremo lembo di terra iberica a Finisterre. Come viene giustamente indicato nella “Guida al cammino di Santiago de Compostela” dell’Editrice Berti, il Cammino è bello ed ha un significato profondo se gustato per più giorni, e non solo con un “toccata e fuga” di pochi chilometri che non consente di vivere appieno un’esperienza al di fuori della normalità.
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Tra Fabriano e Assisi lungo il “Cammino del Poverello”

FABRIANO (Ancona) – Riportiamo il racconto di un’esperienza svoltasi qualche anno fa in occasione del Giubileo del 2000, che ha visto impegnato un gruppetto di marchigiani intenti a ripercorrere le vie che solitamente Francesco d’Assisi solcava per predicare tra l’Umbria e le Marche.

Veduta di Fabriano
FABRIANO (Ancona) – Riportiamo il racconto di un’esperienza svoltasi qualche anno fa in occasione del Giubileo del 2000, che ha visto impegnato un gruppetto di marchigiani intenti a ripercorrere le vie che solitamente Francesco d’Assisi solcava per predicare tra l’Umbria e le Marche. Si tratta di una sorta di pellegrinaggio in mezzo alla natura nelle pieghe appenniniche tra Fabriano e Assisi, con il monte Subasio e fare da sfondo e il conforto spirituale dei monaci silvestrini (un ramo dei benedettini) di Fabriano.
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Verso Santiago percorrendo il “Cammino francese”

SANTIAGO DE COMPOSTELA – Dopo la breve panoramica storica sulla nascita e lo sviluppo del culto a San Giacomo Maggiore, con il conseguente prolificare di pellegrini che, da ogni parte d’Europa, si mettevano in cammino verso Santiago…

Pellegrini in cammino verso Santiago
SANTIAGO DE COMPOSTELA – Dopo la breve panoramica storica sulla nascita e lo sviluppo del culto a San Giacomo Maggiore, con il conseguente prolificare di pellegrini che, da ogni parte d’Europa, si mettevano in cammino verso Santiago, passiamo a qualche cenno sulle caratteristiche storiche e culturali del percorso, che ricordiamo nella sua interezza misura quasi 800 chilometri. Ricorriamo come al solito alla “Guida al cammino di Santiago de Compostela” edita dall’Editrice Berti e redatta da Alfonso Curatolo e Miriam Giovanzana.
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Cammino di Santiago, briciole di storia

SANTIAGO DE COMPOSTELA – Prima di incamminarci alla volta di Santiago de Compostela, è bene tracciare alcune linee storiche per motivarci nel cammino e capire qualche orme andremo a calpestare.

La mappa del Cammino di Santiago de Compostela
SANTIAGO DE COMPOSTELA – Prima di incamminarci alla volta di Santiago de Compostela, è bene tracciare alcune linee storiche per motivarci nel cammino e capire qualche orme andremo a calpestare. Per avere un punto di riferimento storico valido ci appoggiamo alla “Guida al cammino di Santiago de Compostela” edita dall’Editrice Berti e redatta da Alfonso Curatolo e Miriam Giovanzana.
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Un’avventura millenaria: il Cammino di Santiago de Compostela

SANTIAGO DE COMPOSTELA – Non poteva mancare dal carnet di Viaggispirituali.it un dossier completo sul Cammino di Santiago de Compostela…

La cattedrale di San Giacomo a Santiago de Compostela
SANTIAGO DE COMPOSTELA – Non poteva mancare dal carnet di Viaggispirituali.it un dossier completo sul Cammino di Santiago de Compostela, che ripercorre i sentieri battuti dai pellegrini di tutto il mondo e di tutte le epoche che, per sciogliere un voto o per espletare una penitenza, si mettevano sulle tracce della tomba di san Giacomo Apostolo, le cui reliquie sono conservate nella cattedrale di Santiago de Compostela, all’estrema propaggine occidentale della penisola iberica, ai confini dell’Europa, con all’orizzonte soltanto l’enorme distesa d’acqua dell’Oceano Atlantico e, idealmente, l’America.
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Bici e fede, Pesaro – Assisi

Sabato e Domenica 13/14 giugno u.s., ha avuto luogo la prima cicloturistica amatoriale di mediofondo di due giorni da PESARO a ASSISI in due tappe:

– 1° tappa, PESARO – Eremo di Fonte Avellana di 88 Km,

– 2° tappa, Eremo di Fonte Avellana – ASSISI di 94 KM

un appuntamento: sportivo, naturalistico, gastronomico e religioso.

Leggi tutto “Bici e fede, Pesaro – Assisi”

Terra dei Fioretti, itinerario pesarese

PESARO – Girare la Terra dei Fioretti significa immergersi nella storia del territorio marchigiano. Viene dunque naturale cominciare questo affascinante itinerario procedendo in senso geografico, da nord a sud. Partendo da Pesaro, incontriamo la chiesa di San Giovanni Battista in via Passeri officiata dai Frati Minori e impreziosita dal titolo di “tempio monumentale”. Si tratta di un edificio del Cinquecento situato ai margini del centro storico della città adriatica.

chiesa di San Giovanni Battista

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Terra dei Fioretti, itinerario ascolano

ASCOLI PICENO – Alla scoperta delle terre ascolane, sulle tracce di san Francesco e dei primi frati, che visitarono le Marche nel Duecento. Un itinerario insolito per turisti che vogliono unire il piacere di un week-end di relax al gusto di nutrire la propria anima di qualche “gemma” spirituale. Cartina alla mano, la partenza è fissata da Grottammare, cittadina “attaccata” a San Benedetto del Tronto, luogo turistico caratterizzato dalla tranquillità della Riviera delle Palme. Qui troviamo l’Oasi di Santa Maria dei Monti, appena in collina, dove è presente, oltre alla chiesa e al convento, anche un albergo posto a poca distanza dal mare.

Oasi di Santa Maria dei Monti, Grottammare

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Via Francigena: il tratto italiano

Il segmento italiano, quello conclusivo, della Via Francigena misura all’incirca un migliaio di chilometri. Dopo aver scalato il Gran San Bernardo, i due pellegrini si sono buttati in discesa “planando” su Aosta.

Tratto italiano della via Francigena

“Trenta chilometri e ci fermiamo nella chiesa di Sant’Orso – raccontano -, famoso luogo di culto del capoluogo della Valle d’Aosta.

 Dopo aver mangiato spesso riso, brodo, verdure e poco altro, ci concediamo una pizza.

Il giorno dopo colazione all’italiano: cappuccino e cornetto davanti all’Arco di Augusto di Aosta, e facciamo rotta verso Ivrea, passando per il fantastico castello di Fenis. Passiamo anche per Saint-Vincent: a Ivrea trovare da dormire non è facile, visto che costa tutto tantissimo. Alla fine, troviamo un oratorio. Leggi tutto “Via Francigena: il tratto italiano”

La giornata tipo pedalando sulla Via Francigena.

Diario di viaggio, parte 3/4
Segue da: Via Francigena: diario di un pellegrinaggio.

in bicicletta sulla via Francigena

Il racconto del pellegrinaggio sulla Via Francigena intrapreso da Francesco Barletta e Raffaele Antonino vuole essere anche una sorta di vademecum per i prossimo “aspiranti” pellegrini. Abbiamo quindi ritenuto utile e doveroso illustrare lo svolgimento anche “pratico” di una giornata tipo.

Leggi tutto “La giornata tipo pedalando sulla Via Francigena.”

Sulle orme della Via Francigena

Diario di viaggio, parte 2/4
Segue da: Via Francigena: diario di un pellegrinaggio.

Diamo quindi la parola ai pellegrini, che ci racconteranno, giorno per giorno, le emozioni provate pedalando su strade e sentieri tracciati mille anni prima.
“Arrivati all’aeroporto di Londra – racconta Francesco Barletta, 24enne pesarese – ci siamo dovuti districare, in bici, tra le strade londinesi. Non è stata facile. Ci siamo trovati a girare in bici per Londra, chiedendo indicazioni in inglese. In un giorno siamo arrivati, abbiamo fatto 40 chilometri, abbiamo preso il treno e, giunti a Canterbury, abbiamo trascorso la prima notte in tenda. Era l’8 ottobre 2008. Il giorno seguente abbiamo cominciato il tragitto vero e proprio. Prima tappa: Dover. Ci si è posto il problema di fare la doccia, dopo aver percorso 40 chilometri. Siamo riusciti a contrattare, con l’aiuto di un signore napoletano, il pernottamento nella hall di un albergo (più doccia calda) al modico prezzo di cinque pound”.
Leggi tutto “Sulle orme della Via Francigena”

Via Francigena: diario di un pellegrinaggio

Diario di viaggio, parte 1/4

PESARO – Un pellegrinaggio ai limiti dell’umano, condito da privazioni e un mix di gusto per l’avventura e, al tempo stesso, l’ascesi spirituale. Due giovani studenti pesaresi hanno inforcato le proprie bici, debitamente attrezzate, dirigendosi in aereo a Canterbury, borgo storico a circa 100 chilometri da Londra. Da lì sono partiti con un solo obiettivo: arrivare a Roma, ripercorrendo l’antichissimo itinerario della Via Francigena. Chi volesse sapere subito i contenuti di questo viaggio, può cliccare il link www.viafrancigena.com o www.associazioneviafrancigena.com.
Leggi tutto “Via Francigena: diario di un pellegrinaggio”

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