Santuario Madonna di Gimigliano – Venarotta (Ascoli Piceno)

Nell’antica chiesa parrocchiale si conservava una statua della Madonna Addolorata. Nell’aprile del 1948, Anita Federici disse di aver visto la Madonna in una grotta vicino al luogo in cui Anita andava a raccogliere legna.

Immagine di proprietà della Diocesi di Ascoli Piceno – Immagine conservata nell’archivio fotografico diocesano

La piccola frazione di Gimigliano, formata da un piccolo gruppo di case arroccate su una collina, si trova a 7 Km. Da Ascoli.

Nell’antica chiesa parrocchiale si conservava una statua della Madonna Addolorata.

Nell’aprile del 1948, Anita Federici disse di aver visto la Madonna in una grotta vicino al luogo in cui Anita andava a raccogliere legna.

Venne costruita una chiesa che fu consacrata nel 1962.

Dal terremoto del ’72 la chiesa fu lasciata in stato di deplorevole abbandono.

Dopo 38 anni di silenzio e in seguito alla guarigione di Rosina Messi, nel 1986, il santuario si ripopola di fedeli e pellegrini.

Ringraziamo la diocesi di Ascoli Piceno per averci concesso l’utilizzo delle immagini utili a descrivere al meglio questo Santuario.

Santuario S. Maria delle Grazie e S.Giacomo della Marca – Monteprandone (Ascoli Piceno)

Il santo, morto all’età di 83 anni, il 28 novembre 1476, venne sepolto a Napoli nella chiesa di Santa Maria la Nova. A Montegranaro sono conservate alcune reliquie e vari oggetti appartenuti al santo durante le sue permanenze in questo convento.

Immagine di proprietà della Diocesi di Ascoli Piceno – Immagine conservata nell’archivio fotografico diocesano

Fu lo stesso Giacomo della Marca ad erigere un convento francescano nel suo paese natio, con permesso di Nicolò V con bolla datata 22 agosto 1449.

Il santo, morto all’età di 83 anni, il 28 novembre 1476, venne sepolto a Napoli nella chiesa di Santa Maria la Nova. A Montegranaro sono conservate alcune reliquie e vari oggetti appartenuti al santo durante le sue permanenze in questo convento.

Il complesso costruito da S. Giacomo sorgeva a sud dell’attuale chiesa ma venne demolito nel XVI secolo per poterne realizzare uno più capiente, che tuttora esiste. Da un passaggio a sinistra della chiesa, si accede al chiostro dove vi sono venticinque lunette decorate con scene e miracoli del santo, opere dell’ascolano

Emilio Tegli del 1848. L’edificio è ad aula unica con altari laterali ed è preceduto da un portico. Sopra l’altare è custodita la Madonna delle Grazie, terracotta policroma di arte toscana del XV secolo.

San Giacomo della Marca è considerato uno dei più illustri santi delle Marche e viene commemorato il 28 novembre.

Ringraziamo la diocesi di Ascoli Piceno per averci concesso l’utilizzo delle immagini utili a descrivere al meglio questo Santuario.

Santuario Madonna della Misericordia – Fermo (Ascoli Piceno)

La chiesa andò definitivamente distrutta nel 1532 e costruito al suo posto il Palazzo Apostolico. Venne ricostruita in prossimità della Porta di S.Marco, nella seconda metà del secolo XVI, sotto la stessa intitolazione

L’originaria chiesetta votiva dedicata alla Beata Vergine della Misericordia, fu costruita in sole ventiquattro ore, nella piazza S.Martino, il 31 ottobre 1399 per poter liberare la popolazione dal contagio della peste, attraverso l’intercessione di Maria.

La chiesa andò definitivamente distrutta nel 1532 e costruito al suo posto il Palazzo Apostolico. Venne ricostruita in prossimità della Porta di S.Marco, nella seconda metà del secolo XVI, sotto la stessa intitolazione.

Visto il crescente numero di fedeli, s’impose l’urgenza di un ampliamento che però non andò in porto e i lavori si interruppero per trentadue anni.

Dopo vari progetti i lavori ripartirono il 2 settembre 1739 e l’opera fu compiuta nel 1741. L’altare maggiore accolse l’immagine della Madonna della Misericordia.

Santuario di San Basso – Cupramarittima (Ascoli Piceno)

La prima chiesa che accolse S. Basso a Cupramarittima sorse in corrispondenza dell’attuale cripta, ancora visibile in contrada Civita. Verso la metà del XV secolo il corpo di S.Basso fu traslato nella chiesa di S.Margherita sotto un altare laterale dove vi rimase fino al 1783.

La prima chiesa che accolse S. Basso a Cupramarittima sorse in corrispondenza dell’attuale cripta, ancora visibile in contrada Civita. Verso la metà del XV secolo il corpo di S.Basso fu traslato nella chiesa di S.Margherita sotto un altare laterale dove vi rimase fino al 1783.

A seguito del restauro della chiesa, venne trasferito all’altare maggiore. Il 10 novembre 1876 a causa del terreno friabile del colle su cui sorgeva la chiesa venne chiusa.

Il Santo è raffigurato nell’atto di benedire i fedeli ed appare in trono sul mare in tempesta a protezione dei marinai in pericolo.

L’attuale edificio in cui si conserva il corpo di S.Basso fu costruito in zona Marina fuori dalle mura. Basso nacque a Nizza alla fine del II secolo ed eletto vescovo verso il 230.

Santuario Maria SS. Assunta – Campolungo (Ascoli Piceno)

Percorrendo la Salaria, poco prima di arrivare ad Ascoli, si scorge sulla destra un’imponente cupola settecentesca. È quella del Santuario di Maria SS. Assunta a Campolungo.

L’edificio aperto al culto nel 1777, è opera di Lazzaro Giosafatti. La facciata è fiancheggiata da due campaniletti .

Percorrendo la Salaria, poco prima di arrivare ad Ascoli, si scorge sulla destra un’imponente cupola settecentesca. È quella del Santuario di Maria SS. Assunta a Campolungo.

Pregevole l’altare maggiore, realizzato su disegno di Lazzaro, entro il quale stava l’immagine sacra protetta da una grata di ferro dorato, fabbricata dall’ascolano Francesco Tartufoli.

Il 15 agosto si celebra la festa della Madonna Assunta.

Per questa occasione i genitori accompagnano i propri figli a “segnà la mosca”, una benedizione che va ripetuta per tre anni consecutivi a protezione di certe malattie del sangue.

Santuario di Sant’ Emidio (Ascoli Piceno)

Di Sant’ Emidio patrono di Ascoli si ha notizia già dall’XI secolo, quando Leone IX , nel 1052 accenna alla cattedrale già intitolata sia alla Vergine che al vescovo martire Emidio.

Di Sant’ Emidio patrono di Ascoli si ha notizia già dall’XI secolo, quando Leone IX , nel 1052 accenna alla cattedrale già intitolata sia alla Vergine che al vescovo martire Emidio.

Le sue spoglie riposano nella cripta della cattedrale, costruita tra il 1045 e il 1069 alla quale si accede dalle scale della navata sinistra, trasformata nella parte centrale da Giuseppe Giosafatti nel 1704.

Essa è divisa in sette navatelle sostenute da 63 colonne di travertino. All’interno dell’edificio, il patrono è raffigurato ovunque.

Il gruppo marmoreo raffigura S. Emidio che battezza la vergine Polisia. La sua collocazione richiese la sopraelevazione del transetto e della pavimentazione delle tre navate della chiesa.

Le pareti della cripta sono ornate da mosaici realizzati dallo Studio del Mosaico del Vaticano.

Santuario Madonna dell’ Ascensione – Monte dell’ Ascensione (Ascoli Piceno)

Sulla vetta isolata del Monte dell’Ascensione o Polesio, ricoperta da una fitta macchia di carpini, un tempo si praticava un culto a qualche divinità protettrice dei campi.

Sulla vetta isolata del Monte dell’Ascensione o Polesio, ricoperta da una fitta macchia di carpini, un tempo si praticava un culto a qualche divinità protettrice dei campi.

Infatti, ancora oggi, vi si celebra una festa legata alla mietitura che ha certi aspetti pagani. L’origine della denominazione Monte dell’Ascensione è da collegare alla storia del frate laico, considerato eretico, Meco di Sacco (Domenico Savi). Comperò un terreno in quel luogo e vi edificò una chiesetta frequentata dai numerosissimi seguaci.

Condannato al rogo, lasciò la sua eredità agli agostiniani custodi del santuario dopo la sua morte, e costruttori dell’edificio quattrocentesco che sostituì il precedente crollato.

Anche oggi la statua lignea della beatissima Vergine è conservata nella chiesa di Polesio dedicata all’Assunta in una nicchia della parete sinistra.

Santuario del SS. Crocifisso dell’Icona (Ascoli Piceno)

La primitiva chiesa si chiamò anche S. Maria Ciccarella o S. Maria Nova e fu costruita su una precedente chiesa. L’edificio attuale si fa risalire al 1545-65 con modifiche anche radicali avvenute nella seconda metà del secolo XVIII.

Immagine di proprietà della Diocesi di Ascoli Piceno – Immagine conservata nell’archivio fotografico diocesano

La primitiva chiesa si chiamò anche S. Maria Ciccarella o S. Maria Nova e fu costruita su una precedente chiesa. L’edificio attuale si fa risalire al 1545-65 con modifiche anche radicali avvenute nella seconda metà del secolo XVIII.

Si devono a Lazzaro Giosafatti la ricostruzione della facciata, cupola e cappelle laterali. La pala d’altare raffigurante la Traslazione della S.Casa di Loreto e S.Nicola da Bari, olio su tela attribuito al veneziano Pietro Gaia.

Recentemente il dipinto è stato attribuito a Sebastiano Ghezzi. Il venerato Crocifisso è collocato in un altare barocco dei Giosafatti nella prima cappella di sinistra. La festa viene celebrata la prima domenica di luglio.

Quella che oggi è chiamata festa del SS. Crocifisso, era all’origine legata all’immagine della Madonna col Bambino della stessa chiesa e che le dette anche l’intitolazione originale.

Ringraziamo la diocesi di Ascoli Piceno per averci concesso l’utilizzo delle immagini utili a descrivere al meglio questo Santuario.

Santuario S. Serafino da Montegranaro (Ascoli Piceno)

Il santo naque a Montegranaro il 25 marzo 1540 entrò ancora giovane in una comunità di Cappuccini di S.Pietro a Tolentino dove morì 1l 12 ottobre 1604.

Immagine di proprietà della Diocesi di Ascoli Piceno – Immagine conservata nell’archivio fotografico diocesano

Del Convento con la chiesa di S.Maria in Solestà, risalente al VII secolo, rimangono oggi solo le fondamenta. Della primitiva struttura si può ancora vedere il campanile dell’XI secolo ed il chiostro quattrocentesco.

L’edificio passò prima ai Frati Minori Osservanti e quindi, nel 1569, ai Frati Cappuccini, ordine a cui appartiene il venerato S. Serafino.

Il santo naque a Montegranaro il 25 marzo 1540 entrò ancora giovane in una comunità di Cappuccini di S.Pietro a Tolentino dove morì 1l 12 ottobre 1604.

La sua beatificazione venne proclamata da Benedetto XIII il 18 luglio 1729 e la sua canonizzazione il 16 luglio 1767 da Clemente XIII.

San Serafino è ancora oggi compatrono della città e protettore dell’unità delle famiglie. La festa del santo ricorre il 12 ottobre.

Ringraziamo la diocesi di Ascoli Piceno per averci concesso l’utilizzo delle immagini utili a descrivere al meglio questo Santuario.

Santuario di San Bernardino da Siena – Castignano (Ascoli Piceno)

Non si conosce la data della erezione della parrocchia di Santa Maria della Pieve, ma esiste documento di archivio del 1599. Il 14 luglio 1963 il vescovo di Ascoli, mons. Marcello Morgante, affidò ai cappuccini di Offida la cura della parrocchia di Santa Maria della Pieve.

Conosciuto anche con il nome di “Santa Maria della Pieve”, il Santuario di San Bernardino da Siena è immerso nel verde nella frazione di Castiglioni ad un’altitudine di 420 m/slm.

Detta un tempo “ Castro Leone” apparteneva alla Diocesi di Ascoli. Nei pressi del santuario vi era una chiesa del XIV secolo, dedicata a San Francesco al Gallo, ora completamente distrutta.

Non si conosce la data della erezione della parrocchia di Santa Maria della Pieve, ma esiste documento di archivio del 1599. Il 14 luglio 1963 il vescovo di Ascoli, mons. Marcello Morgante, affidò ai cappuccini di Offida la cura della parrocchia di Santa Maria della Pieve.

Nel santuario si trova l’olio benedetto ritenuto benefico contro i dolori e contro i tumori della zona chiamata “male crescente”. La festa del santo viene celebrata il 20 maggio.

Santuario San Tommaso Becket Martire – Montedinove (Ascoli Piceno)

Edificarono nella prima metà del XVII secolo una piccola cappella. L’edificazione del nuovo edificio religioso ebbe inizio nel 1620 e terminò nel 1643 e fu dedicata ai Santi Tommaso e Francesco.

Alcuni confratelli inglesi, in fuga dalla violenza anticattolica di Enrico VIII, erano i custodi delle reliquie del santo donate ai monaci farfensi di S.Maria de Cellis.

Edificarono nella prima metà del XVII secolo una piccola cappella. L’edificazione del nuovo edificio religioso ebbe inizio nel 1620 e terminò nel 1643 e fu dedicata ai Santi Tommaso e Francesco.

La chiesa è ad aula unica con due altari ai lati: su quello di sinistra, dedicato al santo, vi è una statua lignea di S.Tommaso benedicente invocato dai fedeli soprattutto per le malattie delle ossa.

Le reliquie del santo sono custodite dietro l’altare maggiore in una piccola nicchia.

La prima domenica di giugno il santuario è visitato da numerosi pellegrini che si incontrano in occasione della festa solenne del santo, commemorata nella liturgia del 29 dicembre.

Santuario dell’ Adorazione – San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno)

Nel 1939 una comunità di religiosi “Sacramentini” si trasferisce a San Benedetto del Tronto, per promuovere il culto e l’adorazione dell’Eucarestia.

Nel 1939 una comunità di religiosi “Sacramentini” si trasferisce a San Benedetto del Tronto, per promuovere il culto e l’adorazione dell’Eucarestia.

Il 17 ottobre 1939 venne esposta per la prima volta l’Eucarestia, ad opera di Mons. Luigi Ferri il cui corpo è sepolto nel santuario.

La costruzione della chiesa avviene nel 1959. Il monumentale tabernacolo fu costruito nel 1949 su progetto di Carlo Massetti ed eseguito da Romeo Alfonsi.

Tutti i giorni l’ Eucarestia viene solennemente esposta ai fedeli. Nel santuario è anche presente la devozione alla Vergine Maria, invocata con il titolo di “Madonna del SS. Sacramento”, raffigurata in una statua con in braccio il Bambino che sorregge il calice e l’ostia, simboli dell’Eucarestia.

Santuario S. Vittoria Vergine e Martire – Santa Vittoria in Matenano (Ascoli Piceno)

Pianta a croce latina con una sola navata, con due altari per lato. La chiesa , dedicata all’Assunta, a S. Benedetto e a S. Vittoria, venne aperta al culto il 15 agosto 1793. Nella cripta sottostante il presbiterio, sono conservate le reliquie di Santa Vittoria vergine e martire.

La Collegiata di Santa Vittoria è situata nella parte alta del paese, in forme neoclassiche, costruita su disegno di Piero Augustoni ed edificata sulle fondamenta di un precedente edificio, tra il 1783 ed il 1793.

Pianta a croce latina con una sola navata, con due altari per lato. La chiesa , dedicata all’Assunta, a S. Benedetto e a S. Vittoria, venne aperta al culto il 15 agosto 1793. Nella cripta sottostante il presbiterio, sono conservate le reliquie di Santa Vittoria vergine e martire.

L’arca marmorea ha forma rettangolare decorata con scene della vita della santa. Nata a Roma verso il 230 e in seguito al rifiuto di sacrificare alla dea Diana, venne uccisa trafitta da una spada il 23 dicembre 253.

Santuario di S.Maria di Casalicchio – Montemonaco, Tofe (Ascoli Piceno)

Si racconta che in questa chiesa, S.Giacomo della Marca facesse riconciliare i contendenti ponendoli dinanzi alla statua della Madonna; essi dovevano toccarla con una mano e immergere l’altra nell’acqua contenuta in una vasca di pietra a destra dell’altare

La chiesa di S. Maria di Casalicchio si trova in località Tofe a pochi chilometri da Montemonaco. La struttura è gotica a due navate priva di abside.

In una nicchia del ‘500 nella parete di destra, c’è l’altare di S. Sebastiano con la statua lignea del santo martire, in onore del quale il 20 gennaio di ogni anno, vi è un pellegrinaggio a piedi che parte dal paese di Montemonaco e che raggiunge il santuario.

Al primo altare a sinistra vi era la statua lignea policroma della Madonna col Bambino detta “Madonna Imperatrice”, del XVI secolo, conservata oggi presso la curia di Montalto.

Si racconta che in questa chiesa, S.Giacomo della Marca facesse riconciliare i contendenti ponendoli dinanzi alla statua della Madonna; essi dovevano toccarla con una mano e immergere l’altra nell’acqua contenuta in una vasca di pietra a destra dell’altare.

Santuario di San Ruffino – Amandola (Ascoli Piceno)

L’interno della chiesa è a tre navate, presbiterio sopraelevato raggiungibile da una scala che parte dalla navata centrale. Il corpo di San Ruffino è conservato in un’urna dorata posta in fondo alla navata di sinistra.

L’originaria intitolazione della chiesa era quella di S.Vitale al quale poi si aggiunse quella di S.Ruffino. L’intero complesso comprendeva convento e chiesa che ospitò, fino al XV secolo, una piccola comunità di monaci.

L’interno della chiesa è a tre navate, presbiterio sopraelevato raggiungibile da una scala che parte dalla navata centrale. Il corpo di San Ruffino è conservato in un’urna dorata posta in fondo alla navata di sinistra.

A questo santo si rivolgono coloro che soffrono di ernia in quanto, la tradizione popolarenarra, che il santo, in un solo giorno, arò più di cento acri di terra, associando l’idea della fatica a quella dell’ernia.

Giunti dinanzi all’urna del santo è d’uso passare sotto l’arca in ginocchio, come dimostrano i numerosi solchi scavati nel marmo.

Eremo-Santuario San Leonardo al Volubrio – Montefortino (Ascoli Piceno)

La prima notizia dell’esistenza di una chiesa intitolata a S.Leonardo, risale al 1134. San Leonardo nacque a Limoges e durante il suo apostolato, chiese al re Clodoveo, di poter liberare tutti i prigionieri cui avesse fatto visita.

Sorge a 1128 mt tra i monti della Sibilla e Priora ed è raggiungibile solo a piedi dopo un’ora circa di cammino, in un sentiero tra faggi secolari.

La prima notizia dell’esistenza di una chiesa intitolata a S.Leonardo, risale al 1134. San Leonardo nacque a Limoges e durante il suo apostolato, chiese al re Clodoveo, di poter liberare tutti i prigionieri cui avesse fatto visita.

Il culto fu introdotto in Italia dai Normanni ed è invocato da tutti i prigionieri, essendo raffigurato in vesti monacali con catene o ceppi, e da sofferenti di disfunzioni tiroidee.

Per questo motivo i pellegrini che si recano al santuario, dopo aver pregato, bevono l’acqua della fonte di S. Leonardo, ricca di iodio.

Santuario del Beato Bernardo – Offida (Ascoli Piceno)

La costruzione si deve all’architetto Fra Angelo da Cassano d’Adda, in stile neoclassico a tre navate a croce latina e decorata da Michelangelo Bedini. Il Beato Bernardo nacque ad Offida il 7 novembre 1604 e a 22 anni entrò nell’ordine dei Cappuccini. Religioso esemplare, muore novantenne il 22 agosto 1694

Sorge sul luogo del primitivo convento dei Cappuccini. L’attuale complesso fu edificato dopo il 1896 e antecedentemente la comunità venerava il Beato Bernardo in una cappella della primitiva chiesa (1614).

La costruzione si deve all’architetto Fra Angelo da Cassano d’Adda, in stile neoclassico a tre navate a croce latina e decorata da Michelangelo Bedini. Il Beato Bernardo nacque ad Offida il 7 novembre 1604 e a 22 anni entrò nell’ordine dei Cappuccini. Religioso esemplare, muore novantenne il 22 agosto 1694.

I sacri resti mortali del Beato Bernardo sono conservati in una cappella della chiesa costruita da Luigi Ramponi.

La sua festa viene celebrata il 23 agosto di ogni anno con l’afflusso al santuario di numerosi fedeli.

Santuario del Beato Antonio – Amandola (Ascoli Piceno)

Una leggenda racconta che Antonio non era solito lavare le sue vesti e quando erano sporche, le stendeva direttamente. Subito scendeva la pioggia che le lavava, poi usciva il sole che le asciugava e un tiepido venticello le stirava.

Il Beato Antonio, il cui corpo è conservato nella chiesa di S. Agostino edificata nel XIV secolo, è nato ad Amandola il 17 gennaio 1355.

Nel 1400 viene nominato priore del convento di Amandola, completando qui la sua missione apostolica. Decise la ricostruzione del convento e i lavori si protrassero per lunghi anni, terminati solo dopo la morte del Beato nel 1468.

Una leggenda racconta che Antonio non era solito lavare le sue vesti e quando erano sporche, le stendeva direttamente. Subito scendeva la pioggia che le lavava, poi usciva il sole che le asciugava e un tiepido venticello le stirava.

Da qui le invocazioni popolari al Beato nelle inclemenze del tempo. Alcuni di questi prodigi sono affrescati nelle pareti del santuario.

Frà Antonio morì il 25 gennaio 1450.

Santuario Madonna delle Grazie – Montalto delle Marche (Ascoli Piceno)

Sorge in collina a 513 mt di altitudine nella frazione di Patrignone. Un tempo, all’incrocio di strade, vi era una piccola edicola eretta dai fedeli della zona scampati alla peste.

Sorge in collina a 513 mt di altitudine nella frazione di Patrignone. Un tempo, all’incrocio di strade, vi era una piccola edicola eretta dai fedeli della zona scampati alla peste.

L’entrata in uso del santuario fu tra il 1450 e il 1500. L’edificio attuale è a pianta ottagonale con antistante portico.

Le decorazioni interne sono del pittore Luigi Fontana, il portico fu invece realizzato nel 1892, come ricorda un mattone inciso che riporta tale data.

Oggetto del culto è l’affresco della seconda metà del XV secolo, che rappresenta la Madonna delle Grazie tra i SS. Sebastiano e Amico opera attribuita a fra Marino Angeli.

Santuario Madonna del Ferro – Fermo (Ascoli Piceno)

Conosciuto anche con il nome originario di Madonna Rifugio dei Peccatori, sorge in collina a 319 mt di altitudine, nella frazione di Molini di Tenna.

Conosciuto anche con il nome originario di Madonna Rifugio dei Peccatori, sorge in collina a 319 mt di altitudine, nella frazione di Molini di Tenna.

Oggetto del culto è il dipinto che raffigura la Madonna col Bambino sulle ginocchia che è stato modificato nel corso del XVIII secolo con l’aggiunta di S. Domenico e S. Francesco.

L’origine del santuario risale al 1214, data che si riferisce, secondo la tradizione, dell’arrivo di San Domenico a Fermo.

In quell’occasione si fermò davanti alla piccola edicola della Madonna del Ferro e qui fece la prima predica.

L’attuale edificio è stato costruito su progetto di Pietro Augustoni da Como.

La festa principale è alla seconda domenica di Pasqua.

PENSIONE FEDE MEDJUGORJE

Situata nel centro di Medjugorje, a 100 metri dalla chiesa di San Giacomo, la Pensione FEDE offre camere con connessione Wi-Fi inclusa nel prezzo ed è provvisto di servizi gratuiti quali il parcheggio privato e strutture per ospiti disabili.

Međugorje bb, Međugorje 88266, Bosnia Erzegovina
Telefono: +387 36 651-789
email: tomislav.cilic@tel.net.ba

Situata nel centro di Medjugorje, a 100 metri dalla chiesa di San Giacomo, la Pensione FEDE offre camere con connessione Wi-Fi inclusa nel prezzo ed è provvisto di servizi gratuiti quali il parcheggio privato e strutture per ospiti disabili.

Tutte le sistemazioni sono dotate di scrivania e bagno privato con asciugacapelli, e alcune sono attrezzate per disabili e persone anziane.

Il ristorante della struttura serve cucina croata e internazionale, all’interno del complesso sono presenti negozi di souvenir mentre nelle immediate vicinanze dell’hotel troverete diverse boutique, caffetterie e negozi di alimentari.

La Pansion FEDE mette a disposizione un servizio di trasferimento gratuito dalla stazione degli autobus di Medjugorje, ed è raggiungibile con il servizio navetta a pagamento.

La città di Mostar dista 25 chilometri e il mare Adriatico è raggiungibile in 40 minuti di auto.

Santuario Sant’ Antonio da Padova – Pollenza (Macerata)

La devozione per S.Antonio da Padova ha origini antiche, da quando nel 1496 è stato eletto protettore, difensore e compatrono del paese. I funzionari del Municipio di Pollenza diedero incarico a Lorenzo da S.Severino Marche, di dipingere una tavola con “ S.Antonio col popolo orante che invoca pietà per il flagello della peste”.

Sorge lungo la via principale di Pollenza il Santuario Sant’ Antonio da Padova direttamente annesso al convento. I benedettini donarono ai francescani, nel 1285, la chiesa con annesso convento un tempo dedicata alla Beata Vergine.

La devozione per S.Antonio da Padova ha origini antiche, da quando nel 1496 è stato eletto protettore, difensore e compatrono del paese. I funzionari del Municipio di Pollenza diedero incarico a Lorenzo da S.Severino Marche, di dipingere una tavola con “ S.Antonio col popolo orante che invoca pietà per il flagello della peste”.

L’opera fu ultimata il 28 dicembre 1496 e durante il tragitto per essere posta entro la chiesa, al suo passaggio i malati di peste guarivano. L’imponente facciata della chiesa è opera di Cesare Bazzani.

Santuario San Giuseppe – Pollenza (Macerata)

Annesso al monastero delle Clarisse dell’Ordine delle Sorelle Povere, il Santuario San Giuseppe fu costruito grazie al lascito che Giovanni Greco da Montemilione, donava alle Monache dell’Ordine di S.Chiara.

SORELLE POVERE DI SANTA CHIARA MONASTERO “SAN GIUSEPPPE” Via Roma 11 62010 POLLENZA (MC)
Tel.0733.549216 Fax 0733.549010 E-mail: monastero@clarissepollenza.it

Annesso al monastero delle Clarisse dell’Ordine delle Sorelle Povere, il Santuario San Giuseppe fu costruito grazie al lascito che Giovanni Greco da Montemilione, donava alle Monache dell’Ordine di S.Chiara.

Fu donata la casa di sua proprietà a condizione che fosse trasformata in monastero con annessa chiesa dedicata a S. Giuseppe. Nel 1562 monastero e chiesa furono ultimati. La chiesa, a navata unica con tre altari lignei intarsiati e dorati in stile barocco.

Il portale in pietra con decorazioni floreali è del XVI secolo. Svariate vicende accadute nei secoli seguenti, segnarono la vita del monastero con un parziale abbandono a seguito delle soppressioni napoleoniche.

Nel 1992 la chiesa fu eretta a Santuario di S. Giuseppe dal Vescovo di Macerata mons. Francesco Tarcisio Carboni.

Santuario Madonna della Spina – Fiuminata (Macerata)

Sul luogo esisteva già, fin dal 1333 un eremo. Verso i primi anni del ‘500 una bambina, muta dalla nascita, vide apparire la Madonna al di sopra un cespuglio e miracolosamente guarì.

Il Santuario Madonna della Spina orge in collina a 567 mt di altitudine nella frazione di Poggio Sorifa.

Sul luogo esisteva già, fin dal 1333 un eremo. Verso i primi anni del ‘500 una bambina, muta dalla nascita, vide apparire la Madonna al di sopra un cespuglio e miracolosamente guarì.

Sul luogo dell’apparizione fu eretta una cappella.

Il 19 settembre di ogni anno, la popolazione di Poggio si reca al santuario in pellegrinaggio con una processione che parte dal luogo del miracolo dell’apparizione.

L’edificio potrebbe essere stato realizzato a cavallo fra il sec. XVI e il XVII.

Santuario Maria SS. Della Misericordia – Sant’Angelo in Pontano (Macerata)

È un edificio semplice a navata unica. Oggetto del culto è l’affresco della fine del XV secolo raffigurante la Madonna della Misericordia con il manto aperto per accogliere i fedeli

È conosciuto anche con l’appellativo di “Madonna delle Pietre” e sorge in collina a 480 mt di altitudine nella frazione di Salti.

È un edificio semplice a navata unica. Oggetto del culto è l’affresco della fine del XV secolo raffigurante la Madonna della Misericordia con il manto aperto per accogliere i fedeli.

È del 1931 la preghiera su un santino alla Madonna della Misericordia che concede 100 giorni di indulgenza dopo ogni recitazione.

L’indulgenza venne concessa dall’arcivescovo di Fermo il 7 luglio 1931.

Attualmente il santuario è in disuso e non viene più officiata la S. Messa e da molti anni non si svolge più la tradizionale festa e processione.

Santuario Madonna della Maestà – Urbisaglia (Macerata)

La zona era un tempo infestata dall’epidemia della peste, e la popolazione invocava l’immagine della Madonna conservata dentro un’edicola, affinchè liberasse il popolo dalla peste che nel 1429 scomparve.

Sorge in collina ad un’altitudine di 310 mt ed è conosciuto anche con l’appellativo di “Santa Maria del Massaccio” nome che deriva dalle imponenti rovine della città romana di Urbs Salvia.

Nel X secolo la chiesa era conosciuta come “S.Maria Positam in Muris”.

La zona era un tempo infestata dall’epidemia della peste, e la popolazione invocava l’immagine della Madonna conservata dentro un’edicola, affinchè liberasse il popolo dalla peste che nel 1429 scomparve.

Nel 1437 venne costruita la chiesa che fu interamente affrescata e successivamente, nel XVI secolo, vennero apportate delle modifiche e rifacimenti al vano dell’altare.

Santuario Fontanelle di San Nicola – Sant’Angelo in Pontano (Macerata)

Secondo la tradizione popolare il santo fece sgorgare dell’acqua da una roccia che cessa di affluire se viene contaminata da un animale

A Sant’Angelo in Pontano, presso il Santuario Fontanelle di San Nicola, è venerata una grotta e una fonte che erano i luoghi di preghiera di San Nicola.

Secondo la tradizione popolare il santo fece sgorgare dell’acqua da una roccia che cessa di affluire se viene contaminata da un animale.

Sulle pareti della grotta sono visibili graffiti del XVI secolo.

Ancora oggi vi è un continuo afflusso di fedeli di S.Nicola che raggiungono la grotta per pregare e nella festa del santo viene celebrata una messa seguita da solenne processione.

Santuario Eremo Grotta dei Frati – Cessapalombo (Macerata)

Il luogo conosciuto come “Grotta dei Frati” è dedicato a S.Maria Maddalena la quale, come vuole la leggenda popolare, si ritirò in quest’eremo per trent’anni fino al giorno della sua morte.

Conosciuto anche con il nome di “S.Maria Maddalena De Specu”,l’eremo sorge in collina all’interno di un bosco ed è raggiungibile a piedi, partendo dalla frazione Villa di Montalto, in circa 30 minuti.

Negli anni ’70, a seguito di scavi archeologici, l’eremo è tornato alla luce divenendo meta di continui pellegrinaggi.

Il luogo conosciuto come “Grotta dei Frati” è dedicato a S.Maria Maddalena la quale, come vuole la leggenda popolare, si ritirò in quest’eremo per trent’anni fino al giorno della sua morte.

Il complesso comprende una grotta di 47 metri, una piccola cappella, una vasca per la raccolta delle acque e alcune costruzioni adibite ad abitazione.

Santuario Nostro Signore della Pietà – Mogliano (Macerata)

L’edificio attuale è a navata unica con due piccole navate laterali. Oggetto del culto e devozione popolare è un affresco raffigurante Cristo Redentore sofferente, opera della prima metà del ‘400.

Conosciuto anche con l’appellativo di “SS. Crocifisso” il Santuario Nostro Signore della Pietà sorge in collina presso il paese omonimo. Un tempo sul luogo del santuario vi era una piccola cappella e successivamente, nel 1641 fu eretta una chiesa.

L’edificio attuale è a navata unica con due piccole navate laterali. Oggetto del culto e devozione popolare è un affresco raffigurante Cristo Redentore sofferente, opera della prima metà del ‘400.

Il 9 gennaio 1809 si verificò un miracolo; una tela posta sul volto del Cristo fu vista spostarsi da sola scoprendo il volto nella sua totalità.

La festa del santuario si svolge ogni anno, alla festa dell’Ascensione, con una solenne processione con Eucarestia.

Santuario del SS. Crocifisso d’Ete – Mogliano (Macerata)

La tradizione narra della pastorella detta “Caprara” che rifugiatasi in quell’antica edicola per ripararsi dalla pioggia, udì una voce. L’attuale edificio è ad unica navata con copertura a botte con due cappelle laterali

Sorge su di una strada sterrata che da Mogliano conduce a Montegiorgio, sulle rive del fiume Ete. Risale al 1579 questo piccolo gioiello di architettura cinquecentesca, fatto costruire dall’arcivescovo di Fermo Domenico Pinelli.

Dove ora sorge il santuario, un tempo vi era un’antica immagine del Cristo Crocifisso, posto in un crocivia di strade. L’affresco rappresenta “l’Eterno Padre che sostiene il Figlio Crocifisso”.

La tradizione narra della pastorella detta “Caprara” che rifugiatasi in quell’antica edicola per ripararsi dalla pioggia, udì una voce. L’attuale edificio è ad unica navata con copertura a botte con due cappelle laterali.

È tradizione e credenza porre la mano sul marmo posteriore del saccello, dove è raffigurata la “Flagellazione”, per rilevare dalla trasudazione del marmo, l’arrivo di una pioggia provvidenziale per il raccolto.

La festa del Crocifisso si svolge ogni anno il 3 maggio.

Santuario Sant’Angelo in Prefoglio – Pieve Torina (Macerata)

Una lapide sulla facciata, reca la data del 1148, indicante la frequenza dell’eremo già in epoca precristiana. Conosciuto con diversi nomi, il più antico è quello di Sant’Angelo in Prefoglio mentre il nome “Eremo delle Colonne” è dovuto alla presenza di quattro colonne di marmo cipollino nel presbiterio con al centro un’ara pagana.

Sulla provinciale che da Pieve Torina conduce a Colfiorito, sorge l’eremo di Sant’Angelo in Prefoglio. Ricavato all’interno di una cavità naturale, si può accedere, attraverso uno stretto passaggio, ad una sorgente d’acqua miracolosa, benefica per i dolori reumatici e nervo sciatico.

Una lapide sulla facciata, reca la data del 1148, indicante la frequenza dell’eremo già in epoca precristiana. Conosciuto con diversi nomi, il più antico è quello di Sant’Angelo in Prefoglio mentre il nome “Eremo delle Colonne” è dovuto alla presenza di quattro colonne di marmo cipollino nel presbiterio con al centro un’ara pagana.

La denominazione “Eremo dei Santi” è legata ad una leggenda che narra la presenza dei Santi Pietro e Paolo in quel luogo. Il santuario è frequentato principalmente per scopi taumaturgici, come testimoniano i numerosi ex-voto e scritte alle pareti.

Ogni anno, il martedì di Pasqua, il santuario è meta di un pellegrinaggio.

Santuario di Santa Sperandia – Cingoli (Macerata)

A destra dell’altare si trova la cappella che conserva il corpo della santa, all’interno di una urna di vetro e marmo, costruita tra il 1633 e il 1639 da Annibale Ricca. Il dipinto sull’altare maggiore, opera di Pier Simone Fanelli, rappresenta il Miracolo delle Ciliegie.

Il santuario è sorto su un preesistente oratorio benedettino e conserva al suo interno le spoglie incorrotte di Santa Sperandia, compatrona di Cingoli. Nata a Gubbio in origine l’edificio era un oratorio privato ad uso delle monache che successivamente venne trasformato in luogo sacro dopo la morte della santa, poi in chiesa intitolata a S. Michele Arcangelo.

A destra dell’altare si trova la cappella che conserva il corpo della santa, all’interno di una urna di vetro e marmo, costruita tra il 1633 e il 1639 da Annibale Ricca. Il dipinto sull’altare maggiore, opera di Pier Simone Fanelli, rappresenta il Miracolo delle Ciliegie.

Una porta dietro l’altare conduce alla camera dove, secondo la tradizione, Santa Sperandia trascorse gli ultimi anni della sua vita e morì. Il luogo della sua sepoltura divenne meta di pellegrinaggi continui e luogo di grazie e miracoli.

È festeggiata la prima domenica di agosto.

Santuario S. Maria di Plestia – Serravalle di Chienti (Macerata)

Sorge nel bacino di Colfiorito all’interno della catena centrale degli Appennini. L’antica Plestia andò distrutta veso l’anno mille, non si sa bene come.

Sorge nel bacino di Colfiorito all’interno della catena centrale degli Appennini. L’antica Plestia andò distrutta veso l’anno mille, non si sa bene come.

Una leggenda con diverse varianti, vuole che S.Pietro e Gesù durante un loro viaggio, passassero per Plestia chiedendo ospitalità. Vennero accolti da una poverissima vecchia che li ospitò per la notte. Il mattino seguente ripartirono e giunti sul monte Trella, S.Pietro fu punto da un’ape e quando Gesù, battendo il piede per terra chiese “Pietro che fai?” la città di Plestia sprofondò tutta intera tranne la casa della povera vecchia, il luogo dove oggi sorge il Santuario di S.Maria di Plestia.

L’atttuale edificio, preceduto da un piccolo portico, si presenta spoglio di qualsiasi ornamento. Interessantissima la cripta, mirabile esempio di arte romanica dell’XI secolo.

La prima domenica di maggio i fedeli si recano in pellegrinaggio al santuario per chiedere grazie alla Madonna.

Santuario Santa Maria di Caspriano – Pieve Torina (Macerata)

L’affresco venerato è posto sull’altare ligneo in stile barocco, costruito nel 1619 e rappresenta la Madonna col Bambino ambedue aureolati. All’esterno la chiesa è affiancata da un’imponente costruzione detta “il palazzo” che un tempo ospitava una confraternita.

La chiesa di Santa Maria di Caspriano, costruita in pietra bianca, sorge nei pressi del paese di Pieve Torina, immersa nel verde. In origine, all’incrocio di tre strade, vi era una piccola edicola con l’immagine della Madonna molto venerata dai fedeli che successivamente fu inglobata nel tempio.

A pianta ottagonale, riporta, sull’architrave della sagrestia, la data del 1577 che dovrebbe indicarne il termine della costruzione dell’edificio religioso. L’affresco venerato è posto sull’altare ligneo in stile barocco, costruito nel 1619 e rappresenta la Madonna col Bambino ambedue aureolati. All’esterno la chiesa è affiancata da un’imponente costruzione detta “il palazzo” che un tempo ospitava una confraternita.

Due sono le feste che si celebrano al santuario di Santa Maria in Caspriano: la prima il Lunedì dell’Angelo e la seconda nella prima domenica di agosto.

Santuario S. Maria delle Macchie – Gagliole (Macerata)

Le Macchie nacquero come romitorio dei monaci Benedettini. Vicino al santuario sono state rinvenute tracce di piccole costruzioni del periodo. La chiesa è costituita da una parte principale e da una parte adibita a oratorio poi trasformato in seconda chiesa.

Le Macchie nacquero come romitorio dei monaci Benedettini. Vicino al santuario sono state rinvenute tracce di piccole costruzioni del periodo. La chiesa è costituita da una parte principale e da una parte adibita a oratorio poi trasformato in seconda chiesa.

Alla manutenzione dell’edificio, nei vari secoli, provvedevano i devoti e gli stessi monaci, con grande partecipazione. All’interno degli edifici sono presenti alcuni affreschi, il più antico dei quali, nella chiesa principale, rappresenta tre figure, due della Madonna col Bambino e una un Santo, opera attribuita a Diotallevi di Angeluccio.

Nell’abside dell’oratorio vi è il dipinto di Venanzio da Camerino e Pergentile da Matelica raffigurante l’Assunzione. Un tempo si celebravano le feste nel santuario il 25 marzo, il primo maggio e il 15 agosto.

Santuario S. Maria delle Grazie – Cingoli (Macerata)

L’attuale struttura risale alla seconda metà del XVI secolo, quando il Comune provvide ai fondi necessari per la costruzione del santuario che prese il titolo di Santa Maria delle Grazie. La facciata lineare, presenta tre finestre rettangolari e una porta anch’essa rettangolare con cornice in calcare bianco.

Situato in contrada San Flaviano, a circa 5 km dal centro storico di Cingoli, il Santuario S. Maria delle Grazie è menzionato nel 1184 quando viene ricordata l’esistenza di un edificio di culto, dove era venerata una immagine miracolosa della Vergine.

Gli storici narrano che a diverse persone in diverse occasioni, erano apparse delle luci intense che, dalla Santa Casa di Loreto, erano volate sulla chiesa di S.Flaviano, illuminandola. L’attuale struttura risale alla seconda metà del XVI secolo, quando il Comune provvide ai fondi necessari per la costruzione del santuario che prese il titolo di Santa Maria delle Grazie. La facciata lineare, presenta tre finestre rettangolari e una porta anch’essa rettangolare con cornice in calcare bianco.

L’interno è a tre navate con volta a crociera e all’altare maggiore è un dipinto della Madonna col Bambino e Santi Flaviano ed Emilio martire, opera del 1555. All’esterno piccolo campanile a vela.

Santuario S. Maria degli Angeli – Appignano (Macerata)

Dopo un secolo la tavola fu portata all’interno del convento perché soggetta all’umidità. Fu sostituita da un affresco dove il volto della Vergine, si disse, fu dipinto da angeli e da quel momento l’immagine venne venerata con il titolo di Madonna degli Angeli.

Il santuario sorge in collina in località Forano dove nel 1180 vi era un nucleo monastico dei Benedettini Cistercensi che fu ceduto tra il 1215 ed il 1219 ai frati di S.Francesco.

Il Santuario S.Maria degli Angeli è noto per un evento miracoloso, che accadde ad un frate di quella comunità. Il 2 febbraio 1289 a frate Corrado da Offida, apparve la Madonna con in braccio il Bambino. Sul luogo dell’apparizione fu costruita una celletta dedicata alla Madonna degli Angeli ed in seguito, nel 1443, fu inglobata in una più grande cappella dove fu posta una tavola dipinta con l’immagine della vergine.

Dopo un secolo la tavola fu portata all’interno del convento perché soggetta all’umidità. Fu sostituita da un affresco dove il volto della Vergine, si disse, fu dipinto da angeli e da quel momento l’immagine venne venerata con il titolo di Madonna degli Angeli.

Santuario di San Venanzio – Camerino (Macerata)

La pianta è a croce latina a tre navate con volta a tutto sesto con cupola emisferica all’incrocio delle navate. Il portale strombato è del ‘300. A Polidoro di Stefano è attribuito il portale tra la seconda e la terza sagrestia. Nell’abside è conservato un grande Crocifisso per la processione del Venerdì Santo.

Risale al medioevo il Santuario di San Venanzio sebbene il periodo esatto sia incerto o indecifrabile. Recenti scavi confermano l’esistenza di una necropoli romana a giustificazione della sepoltura ed erezione di un tempio al martire.

Nel 1558 furono rinvenute le reliquie del Santo, poste entro una cassetta d’argento. Il progetto di ricostruzione dell’edificio avvenne nel 1836 su progetto dell’arch. Luigi Poletti che vi lavorò fino al 1868.

La pianta è a croce latina a tre navate con volta a tutto sesto con cupola emisferica all’incrocio delle navate. Il portale strombato è del ‘300. A Polidoro di Stefano è attribuito il portale tra la seconda e la terza sagrestia. Nell’abside è conservato un grande Crocifisso per la processione del Venerdì Santo.

Nelle cantorie due monumentali organi settecenteschi con 638 canne uno, 477 l’altro.

Santuario di San Marone – Civitanova Marche (Macerata)

Del 1062 è un documento in cui compare la chiesa di S.Marone. Nei secoli XVI e XVII la chiesa subì svariati rimaneggiamenti e nel 1890 fu eseguito un restauro, ad opera dell’arch. Giuseppe Sacconi, delle mura perimetrali, della copertura e della facciata.

Questo santuario custodisce il corpo del primo apostolo del Piceno, patrono di Civitanova.

Nel 1741 mons. Alessandro Borgia, arcivescovo di Fermo, fece eseguire la ricognizione delle reliquie e furono trovate le ossa di S.Marone in una cavità di un grande masso.

La più antica attestazione relativa all’esistenza di una chiesa risale al 14 settembre 887.

Del 1062 è un documento in cui compare la chiesa di S.Marone. Nei secoli XVI e XVII la chiesa subì svariati rimaneggiamenti e nel 1890 fu eseguito un restauro, ad opera dell’arch. Giuseppe Sacconi, delle mura perimetrali, della copertura e della facciata.

L’arch. Tito Azzolini provvide al portale, rosone, presbiterio e campanile. Il 18 agosto si celebra la festa di S.Marone.

Santuario di San Liberato – San Ginesio (Macerata)

L’eremo prese il nome dal 1421 di Santuario di S.Liberato. Nel 1697 crebbe il fervore popolare verso il Santo, quando una sua immagine, dipinta nel 1498, fu vista sudare. Nel 1703 venne effettuata una ricognizione dei sacri resti e anche in quell’occasione fu vista sudare l’immagine del Santo dipinta sul muro del sepolcro, emanando fragranza.

Già prima del 1230 esisteva un romitorio costruito vicino a sorgenti d’acqua, chiamato “Eremo di Monte S.Maria” che ospitava frati francescani.

La storia del Santuario di S.Liberato ha inizio verso il 1260 quando vennero trasferiti nella chiesa i corpi di due santi frati, Umile e Pacifico, dall’eremo di Soffiano (a circa tre chilometri dal santuario), insieme al corpo di San Liberato. Questi visse a Soffiano in una cavità rocciosa con un’esistenza di preghiere e mortificazioni. Ammalatosi gravemente e non potendo inghiottire nulla, morì senza sofferenze grazie a “un dolce medicinale” che gli venne offerto dalla Vergine. Era il 6 settembre 1258.

L’eremo prese il nome dal 1421 di Santuario di S.Liberato. Nel 1697 crebbe il fervore popolare verso il Santo, quando una sua immagine, dipinta nel 1498, fu vista sudare. Nel 1703 venne effettuata una ricognizione dei sacri resti e anche in quell’occasione fu vista sudare l’immagine del Santo dipinta sul muro del sepolcro, emanando fragranza.

Tali fenomeni si rinnovarono anche negli anni successivi. La devozione verso S. Liberato non cessò neppure quando il convento rimase chiuso dal 1901 al 1923 per la carenza di religiosi. La festa si celebra il 6 settembre.

Santuario di San Girio – Potenza Picena (Macerata)

Il santuario venne successivamente ricostruito nel 1326 e definitivamente demolito nel 1560 per ordine della Curia Vescovile di Fermo. Il nuovo edificio fu ricostruito distante dal luogo originario. Iscritto alla Confraternita dei Penitenti fondata da S.Francesco in Francia, Gerard (S.Girio) visse per lungo tempo in una caverna assieme al fratello Effrendo, vivendo di elemosina.

Sorge non distante dal centro di Potenza Picena il Santuario di San Girio, protettore della città e dei malati di epilessia. L’originario edificio venne edificato nel XIII secolo sul luogo della sepoltura del Santo.

Il santuario venne successivamente ricostruito nel 1326 e definitivamente demolito nel 1560 per ordine della Curia Vescovile di Fermo. Il nuovo edificio fu ricostruito distante dal luogo originario. Iscritto alla Confraternita dei Penitenti fondata da S.Francesco in Francia, Gerard (S.Girio) visse per lungo tempo in una caverna assieme al fratello Effrendo, vivendo di elemosina.

Alla sua morte nel 1298, le campane della Pieve di Monte Santo, suonarono miracolosamente da sole per dare notizia ai cittadini della sua morte. Nel 1935 don Enrico Acciarri rinnovò il santuario con la ricostruzione del campanile e della facciata.

L’interno fu diviso da una a tre navate. I successivi scavi del 1951 portarono alla luce una cripta posta sotto l’altare con le reliquie di San Girio. La festa è il 25 maggio.

Santuario San Francesco – Pievebovigliana, Pontelatrave (Macerata)

La tradizione vuole che durante i lavori di costruzione, S. Francesco abbia tramutato l’acqua, contenuta in un pozzo (ancora visibile), in vino. Il 6 dicembre 1802 nella chiesa di Pontelatrave, vi sostò la Madonna di Loreto di ritorno da Parigi dopo il furto napoleonico.

È situato sulla strada che da Tolentino porta a Foligno e l’origine del convento risale al 1215 quando il Santo ebbe in dono dal conte Baschi del castello di Giove, un appezzamento di terra per costruirvi un convento.

La tradizione vuole che durante i lavori di costruzione, S. Francesco abbia tramutato l’acqua, contenuta in un pozzo (ancora visibile), in vino. Il 6 dicembre 1802 nella chiesa di Pontelatrave, vi sostò la Madonna di Loreto di ritorno da Parigi dopo il furto napoleonico.

La chiesa attuale, degli ultimi decenni del ‘300, è a navata unica con tetto a capriate lignee, con sei altari ai lati. L’abside è totalmente affrescata con dipinti attribuiti a Cola di Pietro.

Lo stesso S.Francesco fece dono alla chiesa di un Crocifisso di S. Damiano di Assisi che è testimonianza di viva devozione presso la popolazione di Pontelatrave.

Santuario Madonna in Valpovera – Camerino (Macerata)

In origine la chiesa era del monastero olivetano di S.Caterina di Fabriano. Su due fianchi dell’edificio fu costruita successivamente una parte adibita ad abitazione. Le popolazioni ai piedi del Monte Primo, sebbene ridotte di numero, continuano a frequentare il santuario dove viene celebrata, a date fisse, la festa annuale estiva quando tornano gli emigrati.

Sorge a 700 mt/slm sulla strada Arnano-Seppio con facciata a capanna e soffitto a capriate lignee, il Santuario Madonna in Valpovera.

Titolare del santuario è il gruppo ligneo quattrocentesco della Madonna col Bambino custodita nel paese di Calcina, recentemente restaurato.

In origine la chiesa era del monastero olivetano di S.Caterina di Fabriano. Su due fianchi dell’edificio fu costruita successivamente una parte adibita ad abitazione. Le popolazioni ai piedi del Monte Primo, sebbene ridotte di numero, continuano a frequentare il santuario dove viene celebrata, a date fisse, la festa annuale estiva quando tornano gli emigrati.

La statua della Madonna, per l’occasione, viene riportata nella sua originaria sede.

Santuario Madonna della Pace – Pollenza (Macerata)

La chiesa fu costruita con pianta a croce greca a partire dal 1612 e la costruzione si protrasse fino al 1644 a causa della scarsità di fondi. Il 3 aprile 1644, il tempio venne benedetto.

Sorse per volere di Antonio Malvelli in documento testamentario il Santuario Madonna della Pace. Venne in essa collocata l’immagine già esistente nella chiesa di S.Maria a piè di Terra, dipinta ad affresco sul muro.

La chiesa fu costruita con pianta a croce greca a partire dal 1612 e la costruzione si protrasse fino al 1644 a causa della scarsità di fondi. Il 3 aprile 1644, il tempio venne benedetto.

Al mantenimento della chiesa, nel 1938, provvedevano direttamente i fedeli.

Ogni tre anni si svolge la festa solenne della Madonna della Pace.

Nel mese di maggio si celebra una festa religiosa che oggi è poco sentita dalla popolazione di Pollenza.

Santuario Madonna della Maestà – Urbisaglia (Macerata)

Tra le rovine dell’antica Urbs Salvia, complesso archeologico più spettacolare delle Marche, tra i ruderi in muratura dei quali è difficile stabilire l’originaria funzione, sorge la chiesa di Santa Maria del Massaccio, conosciuto anche con il nome di Santuario Madonna della Maestà.

Tra le rovine dell’antica Urbs Salvia, complesso archeologico più spettacolare delle Marche, tra i ruderi in muratura dei quali è difficile stabilire l’originaria funzione, sorge la chiesa di Santa Maria del Massaccio, conosciuto anche con il nome di Santuario Madonna della Maestà.

Su di una parete qualcuno fece dipingere un’immagine della Madonna. Nel 1429, un certo Giacomo Baefacto, ricevette dalla madonna l’invito a costruire una cappella per ottenere la liberazione dalla peste che infieriva in quelle zone.

Elena Tomacelli fece costruire la chiesa del Massaccio verso il 1435-1440. L’affresco della chiesa, rappresenta la Madonna e i SS. Rocco e Sebastiano, opera di Gasparini da Parma del 1437.

Alla parete destra dell’edificio, si trova una Pietà attribuita a Stefano Folchetti. Urbisaglia, ancora oggi, il 15 agosto di ogni anno, celebra la Madonna della Maestà con la tradizionale “festa dei cocomeri”.

Santuario Madonna del Soccorso – Porto Recanati (Macerata)

Un pescatore, tirando in secca le sue reti, vi trovò una cassa chiusa contenente una tela rimasta miracolosamente integra dal contatto con l’acqua. Vi era rappresentata la Vergine col Bambino.

Detta anche Madonna del Mare, trae le proprie origini dalle leggende che i pescatori riportavano nelle loro case, raccontandole alla famiglia riunita accanto al fuoco.

Un pescatore, tirando in secca le sue reti, vi trovò una cassa chiusa contenente una tela rimasta miracolosamente integra dal contatto con l’acqua. Vi era rappresentata la Vergine col Bambino. Improvvisamente una violenta tempesta scaraventò il figlio del pescatore in acqua il quale, si precipitò accanto alla tela inginocchiandosi e pregando la Madonna di placare le acque e salvare il suo unico figlio. La pace tornò immediata e con lei il figlio illeso.

Il pescatore approdando a Porto Recanati, donò la tela dove oggi è custodita nella chiesa di San Giovanni Battista, costruita nel 1796.

A metà luglio il popolo del mare si ritrova sulla spiaggia attorno alla Madonna del Soccorso.

Santuario Madonna del Piano – Serravalle in Chienti (Macerata)

La costruzione terminò nel XVI secolo. L’immagine di maggior pregio è il Presepe dipinto di Paolo Bontulli. Le ricorrenze sono il Lunedì dell’Angelo con tre processioni, il primo maggio e la festa di Pentecoste della durata di tre giorni, dalla domenica al martedì.

Si trova nell’altopiano di Colfiorito sulla strada che da Plestia conduce a San Martino. In origine il santuario Madonna del Piano, era una piccola edicola posta, come era d’abitudine in quel tempo, all’incrocio di strade.

Paolo Bontulli di Percanestro è l’autore del dipinto della Vergine nell’edicola (1507) e degli affreschi nel santuario del 1517-1523. La chiesa fu edificata dalla popolazione del luogo ed è ad aula unica con al centro un arco divisorio che riporta la seguente scritta:” Beatam me dicentomnesgentes”.

La costruzione terminò nel XVI secolo. L’immagine di maggior pregio è il Presepe dipinto di Paolo Bontulli. Le ricorrenze sono il Lunedì dell’Angelo con tre processioni, il primo maggio e la festa di Pentecoste della durata di tre giorni, dalla domenica al martedì.

Santuario Madonna del Buon Cuore – Mogliano (Macerata)

Opera del 1600, rappresenta la Vergine con un manto color rosso corallo che mostra il suo cuore fiammeggiante con la sinistra, mentre la destra regge il Bambino. Di grande valore, tutto l’arredo della chiesa che resta un luogo di devozione popolare attorno alla Madonna del Buon Cuore.

Il santuario si trova sulla strada provinciale che da Macerata conduce a Mogliano, ai piedi delle mura di un antico castello, sotto il Convento di S.Colomba.

La tradizione fa risalire il santuario alla seconda metà del 1500 anche se è incerta la data in cui ebbe inizio la venerazione per la Madonna del Buon Cuore.

Forse furono i Padri Minori Osservanti ad edificare il santuario, di sicuro edificarono il loro convento, nella cui chiesa, dedicata a S.Colomba è conservata attualmente l’immagine della Vergine.

Opera del 1600, rappresenta la Vergine con un manto color rosso corallo che mostra il suo cuore fiammeggiante con la sinistra, mentre la destra regge il Bambino. Di grande valore, tutto l’arredo della chiesa che resta un luogo di devozione popolare attorno alla Madonna del Buon Cuore.

Santuario SS. Crocifisso in S.Filippo – Matelica (Macerata)

All’altare maggiore il venerato Crocifisso ligneo del XV secolo che dà il nome al Santuario, che proveniva dall’Oratorio di S.Giovanni, situato a poca distanza dal santuario.

La chiesa di S.Filippo, dall’imponente facciata in mattoni, venne iniziata nel 1655 e fu terminata nel 1660 grazie alla generosità di Ottaviano Grassetti di Matelica.

L’interno a navata unica con sei cappelle laterali, venne decorata nel XVIII secolo.

All’altare maggiore il venerato Crocifisso ligneo del XV secolo che dà il nome al Santuario, che proveniva dall’Oratorio di S.Giovanni, situato a poca distanza dal santuario.

Nella domenica di Pentecoste ed in quella della SS. Trinità, si celebrano i festeggiamenti, con grande afflusso di gente anche dai paesi vicini a Matelica.

Santuario B.V. Maria Addolorata – Appignano (Macerata)

Nel 1749 il Consiglio Comunale di Appignano, deliberò la costruzione di una nuova edicola in sostituzione di una già esistente e pericolante. Al suo interno venne collocata un’immagine della Beata Vergine Addolorata.

Nel 1749 il Consiglio Comunale di Appignano, deliberò la costruzione di una nuova edicola in sostituzione di una già esistente e pericolante. Al suo interno venne collocata un’immagine della Beata Vergine Addolorata.

Nel 1800 avvenne un fatto prodigioso: una donna intenta in preghiera nell’edicola, vide il volto della Vergine versare lacrime di pianto. In seguito al fervore religioso sorto dopo il miracolo, venne costruita nel 1831 una chiesa più degna alla Sacra Immagine. Il 29 luglio 1841 il vescovo di Osimo card. Giovanni Soglia in visita pastorale, pose la prima pietra della nuova chiesa che fu terminata nel 1859.

L’immagine venerata viene posta nella chiesa da don Francesco Santoni, il 8 aprile 1850. La festa è celebrata la seconda domenica di settembre.

Santuario Beata Vergine di Valcora – Fiuminata (Macerata)

Vuole la leggenda che un pellegrino, passando per quei luoghi, vide l’immagine dipinta su muro ancora fresco e si inginocchiò a pregare. La Madonna gli parlò, invitandolo a recarsi dal priore del castello di Fiuminata, chiedendo di edificare un santuario in mio nome.

Sorge nell’alta valle del Potenza, nei pressi del paese di Fiuminata, dove un tempo vi era un’edicola dedicata alla Madonna.

Vuole la leggenda che un pellegrino, passando per quei luoghi, vide l’immagine dipinta su muro ancora fresco e si inginocchiò a pregare. La Madonna gli parlò, invitandolo a recarsi dal priore del castello di Fiuminata, chiedendo di edificare un santuario in mio nome.

Si hanno notizie della chiesa nel 1406 e nel 1435 mentre nel 1582, in occasione di una visita pastorale, è citata come S.Eraclio di Radiano. La costruzione è semplice ed è stata ampliata nel 1728.

L’abside è decorata ad affresco con l’immagine della Madonna di Loreto ed una Crocifissione. La Madonna di Loreto,racchiusa entro baldacchino, risale al 1370-1380.

Santuario S.Michele Arcangelo – Rastia di Colferraio (Macerata)

Si ipotizza che possa risalire al 1199 e che sia stato un monaco il fondatore della chiesa. Si ignora anche l’origine del santuario e del Crocifisso oggetto di devozione, ritenuto miracoloso in seguito ad una leggenda.

Il Santuario di San Michele Arcangelo, sorge in aperta campagna e le sue antiche origini risultano incerte.

Si ipotizza che possa risalire al 1199 e che sia stato un monaco il fondatore della chiesa. Si ignora anche l’origine del santuario e del Crocifisso oggetto di devozione, ritenuto miracoloso in seguito ad una leggenda.

Un monaco che proveniva da San Severino Marche, trasportando un Crocifisso verso una meta sconosciuta, dopo aver passato la notte a Rastia, volle proseguire il suo cammino ma non riuscì a sollevare il Crocifisso da terra. È conservato in una cappellina sopra l’altare maggiore nella quale si accede da entrata indipendente.

La cappella ha una volta a botte decorata ad affresco, recentemente restaurata. Nel mese di maggio, la sacra immagine viene esposta ai fedeli per quindici giorni per l’adorazione.

Santuario S.Maria della Misericordia – San Ginesio (Macerata)

Sull’antico portale in stile romanico compare un bassorilievo con la figura di S.Ginesio martire con a fianco una maschera, forse a rappresentare la professione di attore o mimo.

La Collegiata di S. Ginesio è di epoca romanica con aggiunte e rifacimenti nel corso dei secoli successivi. Fu realizzata su disegno di Enrico Alemanno e terminata nel 1421.

La facciata decorata in cotto, è uno splendido esempio di gotico fiorito. Sull’antico portale in stile romanico compare un bassorilievo con la figura di S.Ginesio martire con a fianco una maschera, forse a rappresentare la professione di attore o mimo. L’interno a tre navate divise da colonne e pilastri e nell’abside, a sinistra, la tela della Madonna della Misericordia di Pietro Alemanno firmata e datata 1485.

Sotto l’altare, l’arca contenente le reliquie di S.Ginesio provenienti da Roma e qui poste per volere di Clemente VIII.

Santuario Madonna della Misericordia – Petriolo (Macerata)

Nel 1496 il Capitolo della Basilica di S.Giovanni in Laterano, autorizza la Confraternita di S.Maria della Misericordia alla costruzione di una chiesa intitolata a S.Maria della Misericordia.

Nel 1496 il Capitolo della Basilica di S.Giovanni in Laterano, autorizza la Confraternita di S.Maria della Misericordia alla costruzione di una chiesa intitolata a S.Maria della Misericordia.

Nel 1496 fu costruita a tre navate con copertura a capanna, grande isola per l’altare maggiore affiancato da una coppia di altari per lato. In una grande nicchia nel presbiterio si conserva la venerata statua policroma in legno di pioppo, della Vergine che adora il Bambino.

Proveniente dalla città dell’Aquila trasportata da un carro trainato da buoi, giunta davanti alla chiesa il carro si fermò, e gli animali non vollero più ripartire. Si pensò ad un fatto miracoloso e pertanto la statua della Vergine, da quel giorno, fu sistemata nella chiesa della Madonna della Misericordia.

Rappresenta la Madonna in Trono a mani giunte col Bambino sulle ginocchia.

Santuario S.Maria di Pielapiaggia – Camerino (Macerata)

La chiesa e l’hospitale sono stati restaurati di recente trasformando in residenza estiva l’hospitale. La facciata della chiesa è in pietra bianca lucentissima con tre portali architravati in stile moresco con incisa la data di costruzione dell’edificio:1464.

Il santuario è legato all’omonimo ospedale medievale e alla Romita di Statte. Venanzio di Giovanni di Borgo S.Venanzio è il fondatore della chiesa e dell’hospitale di Pielapiaggia.

La chiesa e l’hospitale sono stati restaurati di recente trasformando in residenza estiva l’hospitale. La facciata della chiesa è in pietra bianca lucentissima con tre portali architravati in stile moresco con incisa la data di costruzione dell’edificio:1464.

Tutte le suppellettili interne sono state traslate al museo diocesano di Camerino, compresa la tomba di Margherita, madre del rettore Venanzio che visse nell’hospitale fino alla sua morte nel 1468.

La statua lignea della Madonna è custodita per ragioni di sicurezza nella chiesa di Capolapiaggia.

Santuario di San Cataldo – Esanatoglia (Macerata)

La leggenda racconta di un miracolo compiuto dal santo quando riuscì a fermare la caduta di un grosso masso sulla strada che conduce al santurario, lasciando impressa su di esso l’impronta della propria mano.

Il culto per San Cataldo, santo di origine irlandese , Vescovo di Taranto, si diffuse a Esanatoglia verso l’anno 1000 e qui fu sepolto dopo la sua morte di ritorno dalla Terra Santa.

Nel 1616 fu proclamato compatrono del paese. Arroccato sul Monte Corsegno, l’eremo di San Cataldo domina la Valle di San Pietro. Fu edificato sulle macerie di una antica torre a protezione del castello di Esanatoglia.

La leggenda racconta di un miracolo compiuto dal santo quando riuscì a fermare la caduta di un grosso masso sulla strada che conduce al santurario, lasciando impressa su di esso l’impronta della propria mano.

Per raggiungere il santuario, dal paese di Esanatoglia si imbocca una strada oltre il cimitero, che sale al convento dei Cappuccini e all’eremo. La festa di San Cataldo è celebrata il 9-10 maggio con una solenne processione.

Santuario Santa Maria delle Indulgenze – Sant’Elia Fiumerapido (Frosinone)

Il Santuario, meglio conosciuto con il nome di Casalucense si trova a Ovest dell’abitato di Sant’Elia, al sommo di una collinetta sulle pendici del monte

Santuario Santa Maria delle Indulgenze – Sant’Elia Fiumerapido (Frosinone)

Il Santuario, meglio conosciuto con il nome di Casalucense si trova a Ovest dell’abitato di Sant’Elia, al sommo di una collinetta sulle pendici del monte Leggi tutto “Santuario Santa Maria delle Indulgenze – Sant’Elia Fiumerapido (Frosinone)”

Santuario Madonna delle Rose – Piglio (Frosinone)

A Piglio, piccolo abitato collinare posto nel Nord Ciociaria, nel centro storico, sorge il Santuario della Madonna delle Rose. Sulla sua fondazione vi è una ricca

Santuario Madonna delle Rose – Piglio (Frosinone)

A Piglio, piccolo abitato collinare posto nel Nord Ciociaria, nel centro storico, sorge il Santuario della Madonna delle Rose. Sulla sua fondazione vi è una ricca Leggi tutto “Santuario Madonna delle Rose – Piglio (Frosinone)”

Un nuovo sguardo su Roma e l’Italia seguendo i passi di San Camillo de Lellis

Su Roma e l’Italia si estende una fitta rete di luoghi “camilliani”, in cui le tracce di San Camillo de Lellis sono tutt’ora profonde e ben visibili. Seguire le orme di San Camillo nella città eterna e lungo tutto il Bel Paese significa percorrere un itinerario speciale, alla scoperta di aspetti inediti e curiosi di importantissimi luoghi e località d’arte e, contemporaneamente, intraprendere un cammino di crescita spirituale e riflessione profonde.

iCamilliani è l’applicazione creata per ripercorrere le tappe fondamentali della vita di San Camillo de Lellis, nell’ambito delle celebrazioni del IV Centenario della sua morte, avvenuta il 14 luglio del 1614.

Disponibile gratuitamente per iPhone e iPad, Android e BlackBerry, iCamilliani è una guida puntuale e approfondita a tutti i punti di Roma che hanno fatto da scenario alla rivoluzione dell’assistenza sanitaria operata da San Camillo. Dall’Ospedale San Giacomo all’Ospedale Santo Spirito in Saxia, da Ponte Sant’Angelo alle terme di Diocleziano, attraverso iCamilliani è possibile visitare i luoghi che costituiscono le tappe fondamentali della nascita e dello sviluppo dell’Ordine dei Ministri degli Infermi, compresi suggestivi siti della “Roma sparita”, come il porto di Ripetta, e opere d’arte di inestimabile valore, come la Chiesa di Santa Maria Maddalena in Campo Marzio, capolavoro del barocco-rococò romano, sede della Casa Generalizia dei Camilliani, nonché luogo di sepoltura dello stesso San Camillo de Lellis.

iCamilliani è uno strumento indispensabile se si vuole conoscere aspetti meno noti o totalmente inediti di Roma, principale teatro della eccezionale esistenza dell’uomo e Santo, che da soldato di ventura e giocatore d’azzardo cambiò la sua vita dedicandola interamente all’assistenza dei malati. Viaggiatore infaticabile, San Camillo si recava spesso personalmente nelle città in cui l’Ordine dei Ministri degli Infermi costruiva una nuova casa o prendeva in gestione ospizi e ospedali. Grazie alla versione per iPhone e iPad è possibile percorrere un itinerario lungo tutti questi luoghi, passando per località come Milano, Palermo, Loreto e San Giovanni Rotondo, punti chiave della vita del “Gigante della Carità”, in cui le tracce del suo passaggio sono tutt’ora profonde e ben visibili.

Ricca anche di numerosi Extra, come il Calendario camilliano, con tutte le ricorrenze legate alla vita e alle celebrazioni del IV Centenario della morte di San Camillo de Lellis, o l’itinerario del pellegrinaggio a piedi da Bucchianico, città natale del Santo, a Roma, iCamilliani è l’App perfetta per un viaggio spirituale e culturale unico nel suo genere, che sia fonte di un arricchimento personale a tutto tondo.

Giorgio Trasarti
Ufficio Comunicazione per il IV Centenario
www.camillodelellis.org

Santuario Madonna della Valle – Piglio (Frosinone)

La chiesetta di San Rocco o della Madonna della Valle è situata poco fuori Piglio, presso la vecchia stazione ferroviaria della linea Roma-Fiuggi oggi

Santuario Madonna della Valle – Piglio (Frosinone)

La chiesetta di San Rocco o della Madonna della Valle è situata poco fuori Piglio, presso la vecchia stazione ferroviaria della linea Roma-Fiuggi oggi Leggi tutto “Santuario Madonna della Valle – Piglio (Frosinone)”

Santuario dell’Adorazione – Jesi (Ancona)

Nel 1755 si provvide ad un rinnovamento dell’edificio con l’aggiunta dell’abside e ampliamento di tutta la superficie. In stile rinascimentale con facciata in cotto, venne abbellito l’interno con tele di Domenico Valeri (Nascita della Vergine sull’altare maggiore).

Si trova in piazza della Repubblica a Jesi ed era conosciuto con il nome di “Chiesa dell’Orazione e della Morte” perché officiata dalla Confraternita dei Poveri e della Morte.

La chiesa venne costruita nel 1585 in stile barocco e fu elevata a Collegiata nel 1744.

Nel 1755 si provvide ad un rinnovamento dell’edificio con l’aggiunta dell’abside e ampliamento di tutta la superficie. In stile rinascimentale con facciata in cotto, venne abbellito l’interno con tele di Domenico Valeri (Nascita della Vergine sull’altare maggiore).

La chiesa è sempre stata centro del culto del Cristo Morto e della Vergine Addolorata, oggi è devozione per la perpetua esposizione dell’Eucaristia.

Santuario della Scala Santa – Fabriano (Ancona)

Fin dal 1450 si ha testimonianza della venerazione per la reliquia identificata con la scala del Pretorio di Pilato che Cristo salì e ridiscese durante il suo processo.

Fin dal 1450 si ha testimonianza della venerazione per la reliquia identificata con la scala del Pretorio di Pilato che Cristo salì e ridiscese durante il suo processo.

Il sito in cui essa si trova, è uno dei luoghi più sacri della cristianità e cioè della Cappella Sancta Santorum nel Palazzo dei Papi.

Si crede sia stata portata a Roma da Elena madre di Costantino. È usanza che anche oggi i pellegrini salgano i gradini in ginocchio, usanza che risale dal lontano 1450.

Dopo essere stata per qualche tempo nella chiesa di S.Bartolomeo, il vescovo Zanolini nel 1913 decretò di allocarla definitivamente nella chiesa di S.Onofrio dove attualmente si trova.

Santuario San Bartolo della Castagna – Serra S.Quirico (Ancona)

La vita del santuario si protrasse fino al 1527 quando venne abbandonato fino al 1741. Da quell’anno l’edificio svolse solamente funzione di eremo e nello stessso anno, a seguito di un vilento terremoto, fu distrutto.

Il monastero fondato dal Santo sorse nel 1290 e venne solennemente consacrato il 3 giugno 1291.

La vita del santuario si protrasse fino al 1527 quando venne abbandonato fino al 1741. Da quell’anno l’edificio svolse solamente funzione di eremo e nello stessso anno, a seguito di un vilento terremoto, fu distrutto.

Fu ricostruito per interessamento di don Alessandro Rosa e dedicato a San Bartolomeo.

Il primitivo edificio era in forme gotiche con tre navate divise da colonne in pietra squadrate. Sull’altare maggiore era posta una tela raffigurante San Bartolomeo Apostolo, la Madonna e San Silvestro.

Santuario S.Maria delle Stelle – Serra S.Quirico (Ancona)

L’edificio venne eretto dai Monaci Ospitalieri su di un preesistente sito pre cristiano, dedicato alla divinità pagana Cibele, dell’anno 900-1000.

Il Santuario S. Maria delle Stelle, orge in collina nella località omonima, a 500 mt/slm.

L’edificio venne eretto dai Monaci Ospitalieri su di un preesistente sito pre cristiano, dedicato alla divinità pagana Cibele, dell’anno 900-1000.

Edificio semplice in stile romanico a pianta basilicale con transetto, fu distrutto da un violento terremoto del 1741, ma venne ricostruito in breve tempo.

Gli altari laterali sono formati dalle antiche pietre degli altari pagani che venivano usate per i sacrifici.

Numerosi reperti dell’epoca furono ritrovati durante gli scavi per la costruzione della strada che da Serra conduce a Mengo.

Santuario Madonna della Venza – Cerreto d’Esi (Ancona)

Sorta come piccola edicola venne in seguito trasformata in chiesa. un ignoto devoto vi fece dipingere su di una parete l’immagine della Madonna della Quercia di Viterbo.

La chiesa di proprietà privata, ebbe origini all’inizio del XVII secolo.

È situata nella contrada della Venza da cui appunto trae il nome.

Sorta come piccola edicola venne in seguito trasformata in chiesa. un ignoto devoto vi fece dipingere su di una parete l’immagine della Madonna della Quercia di Viterbo.

Tra le rovine della chiesetta spuntò una vite che produceva dell’uva che produceva effetti straordinari se mangiata.

Infatti gli storici locali tramandano vicende di persone guarite da incurabili malattie.

In seguito alla crescente devozione verso la Sacra Immagine, la chiesa subì ampliamenti e ristrutturazioni nel 1823 e nel 1890 si provvide alle decorazioni interne, eseguite dal pittore locale Antonio Bonci.

Santuario Madonna della Valle – Sassoferrato (Ancona)

Si conosce l’esistenza di una piccola chiesa con campanile dove i fedeli lasciavano numerosi ex-voto davanti all’immagine che rovinatasi col tempo, venne sostituita da un nuovo dipinto, nel 1895, raffigurante la Madonna della Misericordia a mani giunte in atto di preghiera.

Le prime notizie della chiesa si hanno nel 1588 quando, sul muro di un castello era venerata una Madonna dipinta.

Si conosce l’esistenza di una piccola chiesa con campanile dove i fedeli lasciavano numerosi ex-voto davanti all’immagine che rovinatasi col tempo, venne sostituita da un nuovo dipinto, nel 1895, raffigurante la Madonna della Misericordia a mani giunte in atto di preghiera.

Si racconta che nel 1842 furono visti muovere gli occhi dell’immagine della Madonna.

Si registrano anche numerosi guarigioni miracolose attribuite alla Madonna della Misericordia.

Abitualmente chiuso, il santuario viene aperto in occasione dei festeggiamenti dell’8 settembre e 4 agosto, festa di S.Gaetano.

Santuario del Beato Giovanni Righi – Cupramontana (Ancona)

Si disse che quando morì, le campane del convento suonarono da sole e che il suo corpo dentro l’urna emanasse un soave profumo. La reliquia del saio del Beato, produsse numerosi miracoli se appoggiata sulle parti malate dei fedeli.

Il santuario si trova nel convento di S. Giovanni della Romita del quale si parla già dal lontano 1125.

Conosciuto anche con il nome di Romitella delle Mandriole, è ubicato trai boschi delle colline di Cupramontana.

Il Beato Giovanni Righi, che apparteneva all’Ordine dei Minori, nacque a Fabriano nel 1469 da nobile famiglia tedesca, condusse vita monastica ritirandosi spesso in una grotta ancora visibile presso il santuario.

Si disse che quando morì, le campane del convento suonarono da sole e che il suo corpo dentro l’urna emanasse un soave profumo. La reliquia del saio del Beato, produsse numerosi miracoli se appoggiata sulle parti malate dei fedeli.

Il riconoscimento del culto del Beato Giovanni Righi è avvenuto il 1 dicembre 1903, confermato dal Pontefice Pio X. L’antico edificio fu sostituito dall’attuale che risale al 1782 costruito su disegno di don Apollonio Tucchi da Urbino.

I lavori della costruzione si protrassero per 11 anni. Dopo svariate vicissitudini, l’edificio venne restaurato nel 1874 nelle forme attuali.

Santuario del Beato Angelo – Cupramontana (Ancona)

L’abbazia viene ricordata per la prima volta nel 1180 e la tradizione vuole che sia stata fondata da S.Romualdo. Nel XIII secolo il monastero raggiunse notevole importanza tanto da dover essere ingrandito nel 1300.

Conosciuto anche con il nome di S.Maria in Serris, appellativo che le era dato fino all’inizio del ‘500, il Santuario del Beato Angelo sorge in collina e dista un paio di km da Cupramontana.

L’abbazia viene ricordata per la prima volta nel 1180 e la tradizione vuole che sia stata fondata da S.Romualdo. Nel XIII secolo il monastero raggiunse notevole importanza tanto da dover essere ingrandito nel 1300.

Nel 1492 mutò il nome in Abbazia di S.Angelo in onore del monaco Angelo Urbani, morto nel 1429.

Il culto al Santo venne approvato nel 1842 dal papa Gregorio XVI che stabilì la festa in onore del Beato il giorno 8 maggio. L’edificio conserva l’aspetto romanico-gotico in blocchi di pietra squadrati con l’interno semplicemente intonacato.

Santuario Cuore Immacolato di Maria – Serra San Quirico (Ancona)

I lavori per la sua costruzione iniziarono nel 1943 per opera dell’arch. Leopoldo Rota di Roma, e terminarono nel 1956 anno della sua inaugurazione. Costruito con le pietre prelevate dalle montagne circostanti, l’edificio ha una facciata lineare e squadrata con rosone centrale e campanile retrostante.

Il Santuario Cuore Immacolato di Maria sorge poco distante dalla stazione ferroviaria di Sera San Quirico.

I lavori per la sua costruzione iniziarono nel 1943 per opera dell’arch. Leopoldo Rota di Roma, e terminarono nel 1956 anno della sua inaugurazione. Costruito con le pietre prelevate dalle montagne circostanti, l’edificio ha una facciata lineare e squadrata con rosone centrale e campanile retrostante.

Oggetto del culto è la statua lignea del Cuore Immacolato di Maria opera di Luigi Santifaller di Ortisei che, benedetta a Loreto, fu portata al santuario di Serra S. Quirico il 19 agosto 1956.

Il santuario fu consacrato da mons. Giuseppe d’Avack il 18 agosto 1957.

Santuario Madonna della Speranza – Senigallia (Ancona)

La leggenda narra che un quadro della Madonna conservato nella casa dei nobili Baldassini di Senigallia, fece un prodigio su un componente della famiglia, che pregando davanti alla Sacra Immagine, guarì da un male incurabile.

La leggenda narra che un quadro della Madonna conservato nella casa dei nobili Baldassini di Senigallia, fece un prodigio su un componente della famiglia, che pregando davanti alla Sacra Immagine, guarì da un male incurabile.

Il vescovo di Senigallia, Marco Vigerio II della Rovere, saputo dell’inspiegabile evento, fece portare il quadro nella Cattedrale nel 1530. L’opera datata 1568 è del pittore Ercole Ramazzani.

Il titolo di Nostra Signora della Speranza, fu conferito dal vescovo di Senigallia Pietro III Ridolfi il 2 febbraio 1598, che la elesse Patrona della città.

Nella cappella della Madonna della Speranza fu battezzato il futuro papa Pio IX. Ha forma ellittica con volta sorretta da otto colonne in marmo e sull’altare maggiore è posta l’immagine della Vergine.

La Cattedrale dedicata a S.Pietro Principe degli Apostoli, risale al XVIII secolo; i lavori per la costruzione furono diretti da Paolo Posi.

Santuario Madonna delle Grazie – Sassoferrato (Ancona)

Nel 1739 avvenne un fatto prodigioso, quando suor Chiara Maria si accorse che l’olio contenuto nella lampada posto davanti alla Sacra Immagine della Madonna con Bambino, appeso in una loggia interna del monastero, non si era consumato affatto.

Il Santuario è annesso al convento di S.Chiara, fondato dalla Contessa Agnese di Genga.

Nel 1739 avvenne un fatto prodigioso, quando suor Chiara Maria si accorse che l’olio contenuto nella lampada posto davanti alla Sacra Immagine della Madonna con Bambino, appeso in una loggia interna del monastero, non si era consumato affatto.

Inoltre le apparve la Vergine che le chiese la costruzione di una cappella nella quale il popolo potesse andare a pregarla.

Nacque così il santuario che fu inaugurato il 28 giugno 1752 dove, sull’altare maggiore, è collocata la Sacra Immagine della Madonna delle Grazie.

Santuario Madonna del Soccorso – Poggio S.Marcello (Ancona)

Verso il XV secolo una grave pestilenza colpì la popolazione di Jesi, i cui abitanti si rivolsero alla Vergine per ottenere la grazia di essere risparmiati da tale grave calamità. L’immagine venerata rappresentava la Madonna che con un lungo velo copriva il popolo dei fedeli. L’opera ad affresco è stata attribuita al pittore Maestro Arcangelo.

Si ha notizia già nel 1514 di una chiesetta costruita da una confraternita sotto il titolo di S.Maria del Soccorso, il cui culto risale dal 1300 diffuso dall’ordine Eremitano di S.Agostino.

Verso il XV secolo una grave pestilenza colpì la popolazione di Jesi, i cui abitanti si rivolsero alla Vergine per ottenere la grazia di essere risparmiati da tale grave calamità. L’immagine venerata rappresentava la Madonna che con un lungo velo copriva il popolo dei fedeli. L’opera ad affresco è stata attribuita al pittore Maestro Arcangelo.

Nel 1652 la chiesetta venne demolita e ricostruito un più grande edificio, entro il quale fu collocata una statua lignea della Madonna in sostituzione dell’antico affresco non più esistente, opera del 1608.

L’attuale santuario è stato inaugurato nel 1894 con la facciata spostata rispetto alla precedente posizione. La festa patronale ricorre ogni anno alla seconda domenica di maggio.

Santuario Santa Maria Apparve – Ostra (Ancona)

La Vergine le apparve chiedendo che in quel luogo fosse edificata una chiesa e la dedicasse alla Madre di Dio. Mentre si svolgeva una processione nel luogo dell’apparizione, al di sopra dell’edicola si formò una nera nube (che simboleggiava la peste)che pian piano svanì.

Da una fonte della fine del XVII secolo, si evince che nell’agosto del 1527, un pastore si recò a pregare una Madonna affrescata sul muro di una edicola.

La Vergine le apparve chiedendo che in quel luogo fosse edificata una chiesa e la dedicasse alla Madre di Dio. Mentre si svolgeva una processione nel luogo dell’apparizione, al di sopra dell’edicola si formò una nera nube (che simboleggiava la peste)che pian piano svanì.

Il morbo della peste, che nel 1527 infieriva in tutto il territorio italiano, miracolosamente cessò e in segno di gratitudine e ringraziamento dalla liberazione del contagio, l’immagine di Maria venne detta “Santa Maria Apparve”.

Nel 1529 venne costruito il santuario lasciando al suo interno l’antico muro affrescato con la santa figura. Successivamente nel 1860, il popolo si impegnò nella costruzione di un nuovo edificio che fu aperto al culto il 2 luglio dello stesso anno.

Santuario Nostra Signora del Sacro Cuore – Osimo (Ancona)

La devozione per Nostra Signora del Sacro Cuore si sviluppa verso la fine del secolo scorso nella chiesa parrocchiale della SS. Trinità. Verso il 1870, per merito di don Sante Gregoretti, si provvide ad un totale restauro dell’edificio con la ricostruzione della facciata in stile classico su disegno dell’arch. Costantino Costantini

Il Santuario conosciuto anche con il nome di chiesa del SS. Sacramento, si affaccia sulla piazza del Comune.

La devozione per Nostra Signora del Sacro Cuore si sviluppa verso la fine del secolo scorso nella chiesa parrocchiale della SS. Trinità. Verso il 1870, per merito di don Sante Gregoretti, si provvide ad un totale restauro dell’edificio con la ricostruzione della facciata in stile classico su disegno dell’arch. Costantino Costantini.

L’interno dell’edificio religioso è ad aula unica ed è affrescato con dipinti dell’artista Luigi Mancini.

Sull’altare maggiore la tela raffigurante la SS. Trinità, frutto della committenza del card. Gallo, opera del pittore Enea Campi da Bologna.

Dal dopoguerra la chiesa è destinata all’esposizione del SS. Sacramento, perdendo quel carattere di santuario alla Nostra Signora del Sacro Cuore.

Santuario San Giuseppe da Copertino – Osimo (Ancona)

L’interno è ad aula unica con otto cappelle laterali e grande cupola in corrispondenza del transetto. Degne di ammirazione alcune opere presenti all’interno dell’edificio, come la tela posta in una cappella a sinistra raffigurante la Madonna in Trono con Santi, opera di Antonio Solario.

Conosciuto anche con il nome di Chiesa di S.Francesco perché tale intitolazione era data alla chiesa dalle sue origini fino al XVIII secolo.

L’antico edificio è sorto nel 1234 in forme romaniche, è stata modificata verso la metà del ‘700. Il santuario è dedicato al Santo che ha trascorso nel convento gli ultimi anni della sua vita prima della morte avvenuta nel 1663.

S. Giuseppe da Copertino fu proclamato santo dal papa Clemente XIII il 16 luglio 1767. I lavori della nuova chiesa, vennero diretti dall’arch. Alessandro Rossi e il tempio fu consacrato il 27 maggio 1781.

L’interno è ad aula unica con otto cappelle laterali e grande cupola in corrispondenza del transetto. Degne di ammirazione alcune opere presenti all’interno dell’edificio, come la tela posta in una cappella a sinistra raffigurante la Madonna in Trono con Santi, opera di Antonio Solario.

Nel 1933 la chiesa fu arricchita di nuove decorazioni del pittore Gaetano Bocchetti. La festa del Santuario è celebrata tutti gli anni il 18 di settembre.

Santuario Madonna dei Lumi – Montemarciano, Alberici (Ancona)

La prima cappella sorse attorno all’immagine, per interessamento di Giacomo Piccolomini, nipote di papa Pio II, che anch’esso in compagnia della consorte Cristofora Colonna, sostò davanti alla venerata immagine.

In epoca antecedente al 1460, vi era, appesa ad una quercia, un’immagine della Madonna col Bambino che compiva numerose grazie ai fedeli che la veneravano.

La prima cappella sorse attorno all’immagine, per interessamento di Giacomo Piccolomini, nipote di papa Pio II, che anch’esso in compagnia della consorte Cristofora Colonna, sostò davanti alla venerata immagine.

Dal 1593 e per tre anni successivi, in alcune ore della notte avvenne il miracolo dei Lumi quando, la cappella, si illuminava da intensa luce. Tra il 1596 e il 1606 la cappella venne ampliata con l’aggiunta di alcuni edifici.

Nel 1933 la chiesa fu restaurata a spese del comune, come riporta un’iscrizione sul muro della facciata.

La festa della Madonna dei Lumi si celebra l’8 settembre e la folla dei devoti è sempre numerosa.

Santuario San Silvestro Abate – Fabriano (Ancona)

Nel 1228 fu invitato da due religiosi alla guida di una piccola comunità con il titolo di priore. In seguito fondò a Montefano un monastero ottenendo, nel 1248, il riconoscimento canonico da papa Innocenzo III

Ubicato a 890 metri/slm l’origine del santuario risale al 1231.

Silvestro Guzzolini da Osimo si ritirò nell’eremo di Grottafucile presso Fabriano, praticando dura penitenza cibandosi solo di erbe crude.

Nel 1228 fu invitato da due religiosi alla guida di una piccola comunità con il titolo di priore. In seguito fondò a Montefano un monastero ottenendo, nel 1248, il riconoscimento canonico da papa Innocenzo III.

Il santuario è ad aula unica decorato con stucchi del XVIII secolo.

Il santuario di S.Silvestro è rinomato anche per le numerose attività che svolgono i monaci, dal restauro dei manoscritti, alla cura del ricco archivio storico.

La festa del santo si svolge ogni anno a Montefano il 26 novembre con grande afflusso di pellegrini.

Santuario Madonna del Cerro – Sassoferrato (Ancona)

Eretta in collina nel territorio di Rotondo di Cabernardi, la chiesa della Madonna del Cerro è menzionata già nel lontano 1139. Nel vecchio edificio era venerata un’antica immagine della Madonna del Soccorso, opera di ignoto del ‘300.

Eretta in collina nel territorio di Rotondo di Cabernardi, la chiesa della Madonna del Cerro è menzionata già nel lontano 1139. Nel vecchio edificio era venerata un’antica immagine della Madonna del Soccorso, opera di ignoto del ‘300.

Raffigura la Madonna in piedi che tiene nella destra uno scettro e sopra il capo reca una ghirlanda di rose sorretta da angeli. Ai piedi una mamma col figlioletto in preghiera.

La leggenda narra che un tale Angelo Bessi mentre pregava, udì la voce della Madonna che lo pregava di costruire una chiesa in suo onore.

Con i contributi di alcuni fedeli venne edificato il santuario che durante la sua costruzione, si presentò con gravità la mancanza di acqua.

Miracolosamente da uno scoglio scaturì una sorgente copiosa che tutt’ora è fonte perenne di acqua anche in periodi di siccità.

Santuario Madonna dell’Acquarella – Fabriano (Ancona)

A partire dal ‘600 riprese vigore l’interesse per la Madonna dell’Acquarella quando fu posta nel suo interno un’opera attribuita a Guido Reni (chi ipotizza al Sassoferrato). L’opera fu rubata il 20 luglio 1856 e ritrovata il giorno seguente.

Incastonato su un promontorio roccioso nella frazione di Albacina, il Santuario Madonna dell’Acquarella risale agli inizi del secolo XI.

La zona di proprietà di certo Farolfo da Camerino, fu donata a S.Romualdo affinchè vi costruisse un eremo che, con l’andar dei secoli, andò decadendo per poi scomparire definitivamente. L’attuale edificio risale alla prima metà del secolo XV.

A partire dal ‘600 riprese vigore l’interesse per la Madonna dell’Acquarella quando fu posta nel suo interno un’opera attribuita a Guido Reni (chi ipotizza al Sassoferrato). L’opera fu rubata il 20 luglio 1856 e ritrovata il giorno seguente.

Un’usanza legata alla tradizione, vuole che la stessa Madonna abbia scavato con le proprie mani la viva roccia, facendo scaturire una sorgente d’acqua.

I pellegrini si dissetano e si bagnano il volto e le mani con devozione presso la sorgente miracolosa.

Santuario Santa Maria delle Grotte – Fabriano (Ancona)

Una chiesa con tale titolo è descritta in una bolla papale di Urbano IV del 3 novembre 1372, e di essa viene precisata l’ubicazione con la frase “sub altissimo scopulo”.

Eretto all’interno di una grotta naturale in territorio S.Giovanni di Precicchie, il Santuario Santa Maria delle Grotte ha origini antichissime.

Una chiesa con tale titolo è descritta in una bolla papale di Urbano IV del 3 novembre 1372, e di essa viene precisata l’ubicazione con la frase “sub altissimo scopulo”.

Il santuario è addossato alla parete rocciosa ed è stato ristrutturato nel 1958 su disegno dello scultore Ennio Gaoni di Fabriano.

La venerata statua lignea della Madonna, eseguita nel 1958 è stata benedetta da papa Pio XII.

Il santuario per le sue caratteristiche ambientali e la posizione eremitica, è meta di continui pellegrinaggi.

Santuario Sacro Cuore di Gesù – Fabriano (Ancona)

La chiesa vanta elementi artistici pregevoli come la grande tela di Giovanni Loreti con “S.Luigi Gonzaga in estasi davanti alla Madonna col Bambino e S.Giuseppe”, posta nell’altare di destra e la tela con “S.Ignazio di Lojola dinanzi all’Eterno”, opera di Ludovico Mazanti, sull’altare di sinistra.

Il Santuario Sacro Cuore di Gesù si chiamò fino al giugno 1911, Chiesa del Gesù.

Fu costruita nel 1710 dalla Compagnia dei Gesuiti e venne gravemente lesionata dal terremoto del 1741 che si dovette ricostruirla partendo dalle fondamenta.

La ricostruzione venne eseguita su progetto dell’architetto Francesco Nicoletti da Trapani ed eseguita dal costruttore romano Paolo Alfieri.

La chiesa vanta elementi artistici pregevoli come la grande tela di Giovanni Loreti con “S.Luigi Gonzaga in estasi davanti alla Madonna col Bambino e S.Giuseppe”, posta nell’altare di destra e la tela con “S.Ignazio di Lojola dinanzi all’Eterno”, opera di Ludovico Mazanti, sull’altare di sinistra.

Nel 1924 venne inaugurato il tabernacolo eseguito da Angelo Angelelli.

Santuario Beata Vergine Addolorata di Campocavallo – Osimo (Ancona)

A 5 chilometri da Osimo, sorge il Santuario Beata Vergine Addolorata di Campocavallo, nel luogo dove verso la fine del XIX secolo si trovava una piccola chiesa di campagna.

A 5 chilometri da Osimo, sorge il Santuario Beata Vergine Addolorata di Campocavallo, nel luogo dove verso la fine del XIX secolo si trovava una piccola chiesa di campagna.

Il 16 Giugno 1892, durante una celebrazione, dapprima una contadina e poi tutti i fedeli presenti videro l’immagine dell’Addolorata muovere gli occhi e versare lacrime.

Qualche giorno dopo una cieca riacquistò la vista. Questi fatti straordinari fecero accorrere grandi folle e in pochi anni, si costruì il Santuario presso il quale, in occasione della festa annuale l’ultima domenica di Settembre, si usa allestire un grande carro chiamato “Covo” ornato con spighe di grano, con le quali si compongono artistiche riproduzioni dei più noti Santuari mariani.

Santuario Regina di Tutti i Santi in S.Ciriaco (Ancona)

Donata nel 1615 da certo Bortolo, capitano di mare veneziano che invocò la Madonna durante una tempesta e fu salvato insieme al figlio, l’immagine deve la sua fama soprattutto al fatto che, durante l’occupazione napoleonica, il 25 Giugno 1796, mentre un’enorme folla pregava davanti ad essa, questa fu vista muovere gli occhi in segno di materna comprensione.

La chiesa di San Ciriaco sorge su un antico tempio greco dedicato alla Vergine Euplea, protettrice dei naviganti.

All’inizio del XII secolo la chiesa divenne cattedrale e assunse la denominazione di S.Ciriaco. L’immagine che vi si venera è detta anche della “Madonna di San Ciriaco“, perché si trova in una Cappella dell’antica Cattedrale di Ancona, dedicata al Santo.

Donata nel 1615 da certo Bortolo, capitano di mare veneziano che invocò la Madonna durante una tempesta e fu salvato insieme al figlio, l’immagine deve la sua fama soprattutto al fatto che, durante l’occupazione napoleonica, il 25 Giugno 1796, mentre un’enorme folla pregava davanti ad essa, questa fu vista muovere gli occhi in segno di materna comprensione.

Evento che si ripeté per alcuni mesi. L’11 Febbraio 1797, occupata la Città, Napoleone volle esaminare il quadro di persona: ne rimase tanto impressionato che impallidì, e dopo averlo deposto sul tavolo lo fece tornare alla propria sede, risparmiando Ancona da altri soprusi e dolori.

Santuario Madonna delle Grazie – Arcevia (Ancona)

L’annesso convento e il campanile sono stati aggiunti nel 1489, per interessamento di fra Gabriele di Tommaso. Nel 1904 la statua della Madonna delle Grazie è stata solennemente incoronata da mons. Tito Maria Cucchi.

Nei dintorni di Arcevia, presso il Monte Sant’Angelo, sorge il Santuario della Madonna delle Grazie sorto tra il 1450 e il 1468.

Al suo interno la statua lignea della Madonna, opera della fine del 1200, di autore ignoto tutt’ora oggetto di devozione e meta di pellegrinaggi.

Affreschi e due tele di Lelio Leoncini, allievo di Ramazzani della fine sec. XVI-inizio XVII.

L’annesso convento e il campanile sono stati aggiunti nel 1489, per interessamento di fra Gabriele di Tommaso. Nel 1904 la statua della Madonna delle Grazie è stata solennemente incoronata da mons. Tito Maria Cucchi.

Santuario SS. Crocifisso – Numana (Ancona)

La tradizione vuole che il Crocifisso venerato a Numana, sia stato scolpito dall’evangelista Luca a Gerusalemme e che sia giunto a Numana in modo miracoloso.

La tradizione vuole che il Crocifisso venerato a Numana, sia stato scolpito dall’evangelista Luca a Gerusalemme e che sia giunto a Numana in modo miracoloso.

Altra tradizione più recente, attribuisce l’opera a S.Nicodemo che dopo aver calato il Cristo dalla Croce, lo ritrasse.

Morto Nicodemo il Crocifisso fu portato in Siria dove lo stesso Carlo Magno andò a venerarlo.

L’imperatore, di ritorno dalla Terrasanta, fu colto da furiosa tempesta che lo costrinse a ripararsi al monte Conero, lasciando il Crocifisso in ringraziamento per lo scampato pericolo.

Il Crocifisso scomparve in seguito per alcuni secoli per poi essere ritrovato in mare nel 1300 e portato nella chiesa a Numana.

La festa principale in devozione alla Sacra Immagine, viene celebrata ogni anno l’ultima domenica di ottobre.

Santuario Santa Maria dei Renali – Arcevia (Ancona)

Edificio a navata unica con abside decorata Venanzo da Camerino con l’immagine della Vergine assisa in Trono mentre due angeli porgono la corona.

Prende il nome dal terreno del luogo sul quale è edificato (renale o arenale).

Si trova poco distante dal centro storico e la preesistente cappella è stata inglobata nella chiesa la cui costruzione fu realizzata nel 1596.

La facciata è stata rifatta nel 1850.

Edificio a navata unica con abside decorata Venanzo da Camerino con l’immagine della Vergine assisa in Trono mentre due angeli porgono la corona.

Il Bambino sorregge un cartiglio con la seguente iscrizione:”Ora qui pensa, o miser pecatore, al tuo Signor, che fino da Bambino, la Croce porta per tirarti a onore”.

Santuario San Pasquale Baylon – Ostra Vetere (Ancona)

A sinistra della navata è la cappella dedicata a S. Pasquale Baylon, realizzata nel 1922-23. Il culto per San Pasquale, che richiama ogni anno a Ostra Vetere migliaia di fedeli, è documentato dai primi del settecento, ma potrebbe aver preso forma nel secolo precedente, quando il taumaturgo spagnolo venne prima beatificato, poi (1690) santificato.

Il convento e la chiesa di S.Croce, conosciuta anche con il nome di Santuario San Pasquale , sorge fuori del centro urbano in collina. La costruzione della chiesa e dell’annesso convento francescano risale ai primi del seicento.

L’edificio ha subìto nel tempo vari rimaneggiamenti. L’interno, a navata unica con abside rettangolare, è decorato a stucchi e modanature dorate. Dietro l’altar maggiore una Crocifissione con Santi, opera di Claudio Ridolfi detto “il Veronese”.

A sinistra della navata è la cappella dedicata a S. Pasquale Baylon, realizzata nel 1922-23. Il culto per San Pasquale, che richiama ogni anno a Ostra Vetere migliaia di fedeli, è documentato dai primi del settecento, ma potrebbe aver preso forma nel secolo precedente, quando il taumaturgo spagnolo venne prima beatificato, poi (1690) santificato.

All’interno un organo Callido, realizzato dal famoso costruttore veneto nel 1788. Ogni anno il 17 maggio vi si celebra, fin dalla sua fondazione, il culto del Santo di origine spagnola.

Santuario Madonna dell’Incancellata – Corinaldo (Ancona)

La Madonna dell’Incancellata, cosi’ denominata dal vicino cancello, produsse in quel periodo numerose grazie e prodigi, tant’è che la Confraternita del Gonfalone eresse una cappella con altare, grazie alle numerose offerte dei fedeli.

Verso i primi decenni del Cinquecento a Corinaldo, vi era un’edicola dove al suo interno era dipinta una Madonna che allatta il Bambino di autore ignoto.

La Madonna dell’Incancellata, cosi’ denominata dal vicino cancello, produsse in quel periodo numerose grazie e prodigi, tant’è che la Confraternita del Gonfalone eresse una cappella con altare, grazie alle numerose offerte dei fedeli.

Nel 1625 la cappella venne trasferita in luogo sicuro per proteggerla dalle inondazioni.

Nel 1642 venne incorporato alla chiesa un loggiato per protezione dei pellegrini.

Nel 1939 cadde il soffitto della chiesa. Nelle pareti interne dell’edificio sono dipinti quattro grandi medaglioni.

Santuario Santa Maria delle Grazie – Cerreto d’Esi (Ancona)

Il primitivo affresco della Madonna delle Grazie, è simile a quello che si venera nel Duomo di Velletri. Nel 1804 il quadro su tela fu sostituito dall’attuale statuina vestita di stoffa, inizialmente detta Madonna della Speranza ed oggi Madonna delle Grazie.

La Chiesa delle Grazie, detta più frequentemente Madonna delle Grazie, è una piccola chiesa rurale, situata a mezza strada tra Cerreto d’Esi e Cerquete.

Sopra il portale d’ingresso è riportata la data1598 indicante l’epoca della costruzione dell’edificio.

L’epoca di costruzione del primo edificio è ipotizzabile al secolo XV, epoca cui è attribuito anche l’affresco da sempre esistente in loco.

La Compagnia di San Rocco e San Sebastiano fece dipingere nella parte inferiore dell’affresco le immagini dei due santi, e fece abbellire le pareti con pitture purtroppo scomparse durante i lavori di pittura eseguiti a metà del presente secolo.

Il primitivo affresco della Madonna delle Grazie, è simile a quello che si venera nel Duomo di Velletri. Nel 1804 il quadro su tela fu sostituito dall’attuale statuina vestita di stoffa, inizialmente detta Madonna della Speranza ed oggi Madonna delle Grazie.

Nel 1888 al santuario venne aggiunto un porticato.

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